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Siria, cosa resta di Idlib

Save the Children, Harvard Humanitarian Initiative e World Vision diffondono un video con le analisi di immagini satellitari inedite di Idlib prima e dopo il conflitto: quasi la metà del territorio è stata abbandonata dalla popolazione in fuga, i campi profughi più che raddoppiati dal 2017

di Redazione

A causa dell’escalation del conflitto a Idlib, quasi 1 milione di persone, di cui più della metà bambini, sono state costrette a fuggire dalle loro case, abbandonando più del 45% del territorio del governatorato.

Aree in cui un terzo delle abitazioni e delle infrastrutture civili sono state distrutte o gravemente danneggiate, rendendo così impossibile, in futuro, il ritorno a casa dei profughi. Intere famiglie, per sfuggire alle violenze, si sono riversate nei campi profughi a nord di Idlib, che ad oggi risultano più che raddoppiati rispetto al 2017 in termini di dimensioni e di sovraffollamento. In questi campi le famiglie vivono in condizioni sempre più precarie in aree precedentemente destinate alle attività agricole.

È lo scenario devastante e desolante che emerge dauna inedita analisi delle immagini satellitari di Idlib, prima e dopo il conflitto, diffusa oggo da Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro –, Harvard Humanitarian Initiative e World Vision, a pochi giorni dal nono anniversario dell’inizio del conflitto in Siria, che cade esattamente il prossimo 15 marzo.

I bambini – sottolineano nell’analisi le Organizzazioni – sono le prime vittime dell’escalation del conflitto in corso a Idlib, la peggiore crisi umanitaria nella Siria nord-occidentale in questi nove anni. Solo lo scorso gennaio, almeno 77 bambini sono stati uccisi o sono rimasti feriti nel nord-ovest del Paesee pochi giorni fa, il 25 febbraio, 10 scuole e asili sono stati bombardati a Idlib provocando la morte di 9 bambinie il ferimento di altre decine. Numeri che raccontano la morte e la distruzione in corso a Idlib e a cui si aggiungono i circa 280 mila bambini in età scolarenella zona la cui possibilità di studiare e andare a scuola è gravemente pregiudicata.

Le immagini satellitari, nello specifico, sono state analizzate dal Signal Program dell'Harvard Humanitarian Initiative e mostrano come diverse aree a sud e a est del governatorato di Idlib siano state gravemente danneggiate dall'offensiva. Nelle aree esaminate, in particolare, i ricercatori stimano che quasi un terzo degli edifici sia stato distrutto o gravemente danneggiato, con la distruzione di case e infrastrutture civili di vitale importanza che inevitabilmente renderà quasi impossibile, per le famiglie, il rientro nel prossimo futuro.

Allo stesso modo, altre immagini mostrano due campi profughi nell’area settentrionale di Idlible cui dimensioni sono aumentate rispettivamente del 100% e del 177% dal 2017. I campi, sia quelli formali che quelli informali, si stanno infatti diffondendo su quelle che precedentemente erano porzioni di terra destinate all’agricoltura. In entrambi i campi analizzati, la densità di popolazione risulta notevolmente aumentata tra il 2018 e il 2019, con picchi significativi nell'ultimo anno.

“I bombardamenti implacabili hanno praticamente svuotato gran parte di Idlib nel giro di poche settimane, con conseguenze catastrofiche per centinaia di migliaia di bambini e di donne. Mezzo milione di bambini sono stipati in campi e rifugi di fortuna al confine con la Turchia senza accesso a beni essenziali e alla possibilità di condurre una vita dignitosa: non hanno un luogo caldo dove dormire, né acqua pulita, né cibo nutriente e non possono neanche studiare. Le famiglie sono ormai arrivate al limite e i nostri partner sul campo devono confrontarsi ogni giorno con gli enormi bisogni della popolazione. Senza una vera de-escalation, il decimo anno del conflitto in Siria rischia di essere uno dei più sanguinosi. Il mondo non può continuare a restare a guardare e aspettare mentre i bambini vengono uccisi, feriti e sono costretti a fuggire", ha dichiarato Sonia Khush, Direttrice di Save the Children in Siria.

“I bambini che vediamo quotidianamente in Siria sono affamati, hanno freddo e stanno soffrendo a causa di quello che stanno vivendo. Molti di quelli che ora vivono a Idlib provengono da altre parti della Siria e non hanno conosciuto altro che guerra e fughe nelle loro brevi vite. Bambine e bambini di cinque o sei anni che sono in grado di riconoscere ogni tipo di bomba dal rumore che fa, ma che in alcuni casi riescono a malapena a scrivere il loro nome perché non hanno avuto la possibilità di studiare. Nessun bambino dovrebbe mai essere costretto a vivere la sofferenza e lo sconvolgimento che stanno subendo i bambini siriani. Stiamo lavorando per garantire loro ciò di cui hanno bisogno ma non smetteremo mai di ripetere che solo la fine delle ostilità potrà fermare tutto questo”, ha dichiarato Johan Mooij, Direttore della risposta all’emergenza siriana di World Vision.

Il video montato con le immagini satellitali prima-dopo su distruzioni e campi profughi a Idlib


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