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Don Mazzi: «Le mascherine per i miei ragazzi le facciamo in casa»

Nella sartoria di Exodus si confezionano le mascherine in Tnt per tutte le altre sedi in Italia. In pochi giorni i ragazzi della Cooperativa Exodus di Tursi hanno confezionato più di 1000 pezzi. La priorità è far arrivare le mascherine alle comunità terapeutiche delle Marche e della Lombardia

di Redazione

Un laboratorio di sartoria che fino a pochi giorni fa produceva shopper,copriabitie bomboniere solidali, da due settimane ha convertito la produzione per confezionare mascherine in Tnt, a norma, ma in attesa di certificazione ufficiale per poterle produrre anche per esterni.

È il laboratorio della Cooperativa Exodus di Tursi,una delle Case di don Mazzi presente da 29 anni del materano, che ha risposto all’appello degli educatori delle altre sedi presenti in Italia, sprovvisti delle mascherine che gli permettono di svolgere in sicurezza il lavoro quotidiano accanto ai ragazzi. Perché il lavoro nelle comunità, accanto ai ragazzi fragili, e ancora più a rischio in questo momento, non si ferma. Anzi.

I ragazzi fanno subito accettato la sfida– afferma Piera Vitelli, Responsabile Exodus Tursi – e stanno lavorando a ritmi serrati per riuscire a realizzare quanto più pezzi in meno tempo possibile. C’è chi taglia al cartamodello, chi è alla macchina da cucire, chi rifinisce tagliando i fili, chi imbusta e chi prepara la spedizione. La priorità è per le nostre sedi in Lombardia e Marche, che sono le più colpite dall’emergenza Coronavirus e anche le più sprovviste. Ma l’obiettivo è riuscire a inviarle a produrre sempre più velocemente per rispondere alle richieste che cominciano ad arrivare dal territorio”.

“Quando i miei educatori mi hanno comunicato da quasi tutta Italia che era praticamente impossibile trovare le mascherine – afferma don Antonio Mazzi– del resto, purtroppo, ne sono sprovvisti anche gli ospedali, i miei di Tursi hanno proposto: ‘perché non ce le facciamo da soli! E da lì è partita la macchina. Abbiamo già fatto richiesta per ottenere la certificazione– dice don Antonio Mazzima la burocrazia non aiuta. Capisco l’importanza di rispettare le norme di sicurezza, soprattutto per questi prodotti, ma dobbiamo velocizzare i tempi, proprio in questo momento in cui il tempo è diventato strettissimo ed è fondamentale arrivare prima”.

“In pochi giorni i ragazzi hanno confezionato più di 1000 pezzi e più della metà sono partiti per il nord. Non solo. Con un appello partito sui canali social siamo riusciti a recuperare un’altra cucitrice lineare e la preziosissima bordatrice, per cui riusciremo a velocizzare il lavoro. Ne avremmo bisogno di almeno un’altra e reperire altro tnt, per ora ne abbiamo, ma meglio fare scorte.Il vero problema è l’elastico, ne occorre tantissimo, ma confidiamo riusciremo a reperirlo. La bontà non ha confini”.

Purtroppo questa emergenza ci ha preso tutti in contropiede. – continua don Mazzi. – Stiamo naturalmente seguendo le prescrizioni del Decreto, per la sicurezza di tutti, con intere equipe di educatori che, in Italia e all’estero, hanno scelto di vivere in quarantena con i ragazzi in comunità. Continuiamo inoltre a offrire servizio di ascolto, rispondendo alle tante chiamate che in questi giorni di forzata convivenza, in famiglia, in casa magari da soli, con figli o parenti in situazioni di fragilità. Stranamente questa lontananza sta diventando vicinanza, ci sta facendo sentire più vicini. E mi unisco all’appello di tutti: restiamo a casa, è davvero importante farlo tutti.”


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