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Il Governo non abbandoni il Terzo settore: 4 provvedimenti da prendere subito

La piattaforma del Comitato editoriale di VITA riunito questa mattina in conference call: sblocco dei budget già in bilancio, approvazione del Dpcm sul nuovo 5 per mille, sostegno al volontariato e alle associazioni e potenziamento del fondo per la non autosufficienza. Ecco cosa fare: non si può più aspettare

di Redazione

Si è svolto questa mattina in conference call il comitato editoriale di Vita con ospite l’avvocato Gabriele Sepio, già coordinatore del Tavolo tecnico-fiscale per la riforma del Terzo settore presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, membro del Consiglio Nazionale del Terzo settore e del comitato di gestione della Fondazione Italia Sociale. Sepio è anche uno dei tecnici che sta prestando la sua consulenza sulla legislazione d’urgenza legata al coronavirus.

Sono stati circa una quarantina i dirigenti e i rappresentanti delle organizzazioni che hanno partecipato alla riunione nella quale si sono approfondite alcune tematiche specifiche al Terzo settore contenute nel decreto legge Cura Italia. In questa occasione Il comitato editoriale ha condiviso un documento con quattro richieste per la messa in sicurezza del sistema sociale italiano, che come ha sottolineato su vita.it ieri la portavoce del Forum del Terzo Settore Claudia Fiaschi necessita di interventi urgenti per la fase di emergenza, ma anche per la ripartenza. «Faccio solo un esempio», ha spiegato il presidente di Federsolidarietà/Confcooperative Stefano Granata «in questo momento le tantissime cooperative che si gestiscono i servizi all’infanzia sono ferme al palo: non stanno fatturando. Se non interveniamo saranno destinate alla chiusura. Risultato? Quando i bambini potranno tornare in aula, non ci saranno più gli enti che gestiscono nidi e scuole materne. È evidente che per le famiglie sarebbe un disastro». Una circostanza che vale anche per i servizi per i disabili e per tantissimi altri servizi sociali e di prossimità. Altro tema caldissimo e drammatico legato proprio alle strutture che ospitano non autosufficienti è quello dei dispositivi di sicurezza. Da Lega del Filo D’Oro, Anfass e Fondazione Sacra Famiglia è emerso un vero e proprio Sos: «Siamo sprovvisti di Dpi e malgrado le richieste dalle amministrazioni non ci arrivano notizie sugli approvvigionamenti. È una situazione gravissima, il contatto tattile con un’utenza come la nostra è imprescindibile».


La piattaforma del comitato editoriale di VITA

"La distruzione o anche solo la diminuzione del nostro capitale sociale sarebbe un vero disastro. Per questo invitiamo il Governo di affermare come il Terzo settore sia importante sul piano economico e ancora di più per la coesione sociale e l'inclusione, richiamandolo esplicitamente in ogni provvedimento previsto dai decreti in via di approvazione. Tutte le misure per le imprese devono ordinariamente valere anche per gli enti del Terzo settore. Con l’urgenza che la situazione drammatica impone, chiediamo al Governo che siamo prese con immediatezza queste iniziative:

  • Introduzione di misure di sostegno finanziario agli enti di Terzo settore colpiti e coinvolti dall’epidemia Covid-19 attraverso la previsione di fondi per la copertura delle perdite finanziarie dovute al blocco delle raccolte fondi e alle minori entrate di natura corrispettiva da soggetti pubblici e privati. Da una parte con lo sblocco dei fondi rotativi di sistema (per esempio quello da 200 milioni per le imprese sociali “congelato” a Invitalia o i 10 milioni del fondo che il ministero del lavoro ha affidato a Fondazione Italia Sociale) e dei Fondi Strutturali di coesione europea 2014 – 2020 (impegnati per solo un terzo del loro valore di 33 miliardi di euro). Dall’altra però occorre anche creare una linea di finanziamento a fondo perduto che assista le organizzazioni non profit, in particolare quelle a carattere associativo non produttivo.
  • Sblocco immediato del Dpcm pronto da mesi che rivede la disciplina del 5 per mille. Occorre erogare, entro giugno, il 5 per mille sia del 2018 sia del 2019. Un miliardo di euro per 55mila enti del Terzo settore beneficiari del 5 per mille. Sono soldi dovuti, risorse già a bilancio, il Dpcm fermo da tempo – se rapidamente approvato – consentirebbe di effettuare questa accelerazione.
  • Provvedimenti volti a dare continuità alle attività di volontariato imprescindibili in questo momento. Come? Mutuando alcune prerogative del servizio civile universale, a partire dalla previsione di un assegno temporaneo (da 8 a 12 mesi) nella misura massima di 440 euro, con esenzione Irpef e previdenziale, copertura assicurativa e adeguata formazione considerando anche i rischi che il volontariato si sta assumendo, per lo svolgimento di progetti di rilevanza sociale gestiti da enti del Terzo settore. Occorre però che sia una misura agile e che non comporti carichi burocratici purtroppo oggi richiesti agli enti del servizio civile.
  • Potenziamento del fondo per la non autosufficienza. Obiettivo: fronteggiare le situazioni di maggiore isolamento e rischio e aiutare con interventi concreti le persone con disabilità che vivono assistite da caregiver e/o familiari.

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