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Senza dimora positivi: occorre agire subito

L’allarme lanciato dalla FioPsd in una lettera inviata ai ministri Speranza, Lamorgese, Catalfo e Bonetti in cui, da un lato si segnalano i contagi multipli nei servizi rivolti alla grave marginalità con il rischio di un aumento della pandemia e dall’altro si sollecitano risposte per garantire la salute di homeless e operatori e così facendo salvaguardare la salute di tutta la popolazione

di Antonietta Nembri

Ha preso carta e penna e ha scritto ai ministri Speranza, Lamorgese, Catalfo e Bonetti per lanciare l’allarme sulle persone senza dimora positive al Covid-19 e il conseguente rischio di aumento della pandemia. A fare questa mossa è la presidente della fio.Psd, Federazione Italiana Organismi per le Persone senza dimora, Cristina Avonto che nella lettera sollecita l'attenzione delle istituzioni nazionali e degli organi competenti a livello locale a rafforzare le misure di tutela sanitaria per le persone senza dimora e a garantire adeguati sistemi di sorveglianza sanitaria agli operatori sociali coinvolti nell’erogazione di servizi e di attività straordinarie, richieste per l’emergenza Covid-19.

“Ad oggi – si rileva -, nonostante la trasmissione di nuovi casi sembra sia meno veloce, si registrano nuovi contagi multipli nei servizi rivolti alla grave marginalità. Questo deve essere evitato con adeguate misure di contenimento e prevenzione!
La situazione all’interno dei servizi rivolti alle persone senza dimora si presenta problematica e densa di difficoltà e ancora oggi mancano indicazioni omogenee rispetto alla gestione del rischio contagio o peggio ancora della positività al virus Covid 19 tra la popolazione senza dimora”.

Nella lettera inviata ai ministri si ricorda che «Fino ad ora molte organizzazioni di Terzo settore e i loro operatori in prima linea h24 nei servizi hanno adottato misure straordinarie per affrontare quella che fin dall’inizio abbiamo definito come “un’emergenza nell’emergenza”: oltre 55mila persone senza dimora per le quali “stare a casa” non è opzione plausibile, persone con problemi di salute e disturbi mentali, fragilità relazionali, barriere linguistiche e condizioni di vita assai precarie che richiedono un approccio di intervento complesso e coordinato tra le diverse realtà territoriali.
La Circolare del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali del 28 marzo scorso relativa alla gestione del “Sistema dei Servizi Sociali – Emergenza Coronavirus” ha chiarito, agli enti locali ed alle Regioni, che i servizi per le persone più vulnerabili devono essere assicurati e coordinati da parte delle istituzioni competenti territoriali al fine di garantire la tutela dei diritti fondamentali di tutti i cittadini e di tutte le cittadine».

Avonto insiste poi nel sottolineare che: «Oggi più che mai di fronte ai crescenti casi di contagi multipli all’interno dei servizi rivolti alla grave marginalità, riteniamo che sia indispensabile chiedere procedure d'intervento in carico alle autorità sanitarie, di concerto con le protezioni civili, gli enti locali e gli enti gestori dei servizi, al fine di affrontare prontamente la diffusione del virus Covid 19 sia all’interno delle strutture di accoglienza sia in strada. Il rischio dell’aumento dei contagi incontrollabile nei circuiti bassa soglia e in strada è una questione di salute pubblica, urgente e indifferibile». Insomma appare sempre più chiaro che: “Garantire la salute delle persone senza dimora vuol dire garantire salute alla comunità tutta”.

Per tutto il territorio nazionale viene chiesto:

  • che agli operatori sociali che operano nei servizi (mense, dormitori, centri diurni, unità di strada, housing) siano distribuiti dispositivi di protezione individuali (mascherine, tute e guanti, igienizzanti) per proteggere loro e le persone vicine;
  • che siano garantiti i medesimi dispositivi alle persone senza dimora accolte e in strada;
  • che siano incentivate, le soluzioni alloggiative emergenziali, da enti pubblici territoriali o da enti del terzo settore (anche facendo ricorso ad alberghi su disposizione di Sindaci e Prefetti) dove poter accogliere: persone senza dimora che devono rimanere in quarantena, persone positive non sintomatiche o in via di negativizzazione oppure coloro che sono stati in contatto stretto con persone positive al virus. Le eventuali cure presso i luoghi di isolamento, disposte dai protocolli sanitari;
  • tracciare ed intervenire tempestivamente con azioni di screening e somministrazione di tamponi per confermare la presenza della malattia alle persone ed ai contatti prossimi, compresi gli operatori delle strutture, adottando in caso di positività, le necessarie misure di isolamento e cura.

Ai ministri viene inoltre ricordato che per fronteggiare le necessità di questa fascia di popolazione emarginata e gravemente vulnerabile dal punto di vista sanitario – anche in condizioni normali – è stato necessario aumentare l’operatività dei servizi, spesso su richiesta delle stesse autorità locali. Un dormitorio, ad esempio, normalmente opera dalle 20 alle 8 del giorno successivo. Per contenere la mobilità e il rischio per gli ospiti si è passati ad un’apertura 24 ore su 24. Così per molti altri servizi: mense, servizi diurni, ambulatori sanitari, etc. “Ribadiamo che, a seguito dell’emergenza Covid-19, gli operatori sociali, da sempre impegnati nell’assistenza e nel sostegno alle persone senza dimora, si trovano ad essere particolarmente sollecitati da questa situazione straordinaria – continua la lettera -. Un’estensione del servizio è normalmente un’azione complessa ma in questi giorni lo è ancor di più per la contrazione della disponibilità di volontari che ordinariamente prestano il loro servizio gratuito nelle migliaia di centri e strutture per le persone senza dimora. Anche per loro registriamo la difficoltà di poter operare in piena sicurezza vista la carenza di dispositivi di protezione individuale”.

“La situazione, a partire dalle aree del Nord Italia, si sta facendo di giorno in giorno più gravosa e, senza un supporto idoneo diventerà difficile rispondere alle necessarie misure di tutela della salute di queste persone e, di conseguenza, dell’intera collettività”.
La lettera si chiude con un auspicio: «che si attivino al più presto le necessarie azioni in risposta a quanto richiesto, al fine di poter assecondare i tanti sforzi che il paese sta portando avanti».

In apertura foto di ©fiopsd


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