Welfare & Lavoro

Gazzi (Assistenti sociali): “Siamo seduti su una bomba sociale, intervenire subito”

«Il provvedimento sui buoni spesa non basta, bisogna anticipare oggi il finanziamento dei Fondi Povertà, Politiche sociali, Non Autosufficienza. Occorre maggior integrazione tra ospedale e territorio e un maggior investimento nel comparto sociale in sanità e l’istituzione di un fondo di solidarietà apposito per il Terzo Settore»

di Redazione

“Nessuno resti indietro non può essere uno slogan da declamare in tv o il titolo ammiccante di un incomprensibile progetto di legge. Siamo seduti su una bomba sociale e mentre fronteggiamo la drammaticità della crisi sanitaria, dobbiamo far sì che quella frase sia realtà. E che si costruiscano immediatamente le condizioni perché la bomba non esploda”.

Lo dice il presidente dell’Ordine degli assistenti sociali, Gianmario Gazzi, inviando ai decisori politici una sorta di programma sociale che partendo dalla situazione attuale chiede interventi immediati e non eludibili.

L’ultimo provvedimento che vede insieme Comuni, servizio sociale e volontariato – continua – è stato un primo utile passo. Ma non basta. Serve un allargamento del Reddito di Cittadinanza a chi ha perso qualsiasi reddito e non può usufruire di ammortizzatori sociali. Servono nuove assunzioni e la stabilizzazione degli assistenti sociali precari. Bisogna anticipare oggi il finanziamento dei Fondi Povertà, Politiche sociali, NonAutosufficienza”.

Molte delle persone oggi in ospedale avranno bisogno di un sostegno quando potranno lasciare la struttura sanitaria.

“Per questo – continua – chiediamo l’integrazione tra ospedale e territorio e un maggior investimento nel comparto sociale in Sanità per garantire dimissioni protette e affrontare il problema della salute nel suo complesso”.

Infine gli assistenti sociali chiedono l’istituzione di un fondo di solidarietà apposito per il Terzo Settore. “C’è chi sostiene il Paese senza scopo di lucro – conclude il presidente Cnoas – ma per mancanza di fondi molti operatori sono stati licenziati proprio in questo drammatico momento. O si mette mano immediatamente a tutto questo, potrebbe essere troppo tardi. E non soltanto continueranno a pagarne le conseguenze quelli che sono stati sempre ‘gli ultimi’, ma potrebbe essere l’intero sistema a non reggere più”.


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