Education & Scuola

Formazione, CSVnet lancia un piano per farla meglio (online)

Dialogo con Giorgio Sordelli, a capo della task force che nell’emergenza Coronavirus sta potenziando le piattaforme a disposizione dei Csv per formare i volontari sul web. A breve un calendario di appuntamenti su come sfruttarne tutte le potenzialità

di Redazione

Terzo settore e innovazione tecnologica: la rete dei centri di servizio per il volontariato ne aveva parlato come di una “sfida inevitabile” durante l’ultima conferenza nazionale di Trento. Ed è incredibile quanto il tema, all’epoca percepito quasi come “frontiera”, sia diventato in meno di sei mesi un’assoluta priorità non solo per i Csv e per il Terzo settore, ma per l’intero sistema-Paese, costretto a fare i conti con l’epidemia legata al Coronavirus e la necessità di riorganizzare attività produttive e processi lavorativi.

I centri di servizio hanno saputo reagire abbastanza velocemente all’emergenza, utilizzando le nuove tecnologie per continuare ad erogare servizi e mantenere il contatto con associazioni e volontari. Fin da subito la formazione è stato un altro banco di prova importante per i centri che hanno trasferito online molte delle attività di questo settore, che è uno dei fiori all’occhiello del sistema (solo nel 2018 i Csv hanno erogato 12.187 ore di formazione a 40mila partecipanti in oltre 1.500 corsi). Per questo CSVnet si è messa subito a lavoro per ampliare e rendere più performante la piattaforma che mette a disposizione dei Centri per realizzare seminari online (webinar) integrandola con quella per la formazione a distanza.

A guidare la task-force di tecnici e consulenti è Giorgio Sordelli (nella foto) esperto di formazione e progettazione sociale, chiamato da CSVnet per coordinare il potenziamento delle tecnologie messe a disposizione dei Csv e definire un piano di formazione su come utilizzarle al meglio «perché in questi casi è meglio evitare di impiegare gli strumenti a caso, altrimenti il rischio è di utilizzare una chiave inglese per piantare un chiodo», spiega.

Dopo un sondaggio per monitorare i bisogni reali dei Csv in questo ambito, in tempi da record è stato effettuato l’upgrade della piattaforma per i webinar, che ora può ospitare più seminari contemporaneamente e può essere utilizzata su diversi device come smartphone e tablet. Lo sviluppo della piattaforma, concluso il 14 aprile, è stato accompagnato da tre webinar – tutti sold out – su come utilizzare la piattaforma e sulla sua integrazione con Moodle la piattaforma open source per l’e-learning.

«Fare formazione, soprattutto online, non vuol dire semplicemente trasmettere contenuti», spiega Sordelli; «bisogna considerare l’interazione con l’aula, creare il clima giusto, impiegare le giuste metodologie. Per questo abbiamo deciso di affiancare i centri con un programma di formazione sull’utilizzo tecnologico e metodologico di queste piattaforme. Il piano prevede diversi livelli di approfondimento per venire incontro al grado di conoscenze e alle diverse esigenze degli operatori dei Csv. L’impressione è che il sistema dei Csv stia guardando al futuro con l’obiettivo di sfruttare al meglio questo metodo di lavoro anche nel “post- Coronavirus”».

«Il distanziamento sociale e l’isolamento di questo tempo ha messo in evidenza il valore aggiunto delle tecnologie su cui stiamo investendo», continua Sordelli. I vantaggi sono evidentemente pratici: i webinar annullano le distanze e ci consentono di risparmiare tempo e risorse economiche che avremmo utilizzato per partecipare all’attività formativa, che ora viene fruita comodamente da casa, per non parlare dei rimborsi per il viaggio o l’alloggio che un’associazione o un Csv avrebbero dovuto corrispondere al docente.

Ma l’aspetto più interessante è il vantaggio didattico che offre questo tipo di formazione, che Integra attività sincrone (ovvero che i partecipanti svolgono in contemporanea) realizzate via webinar con la piattaforma Moodle, che favorisce attività di formazione individuali e cooperative asincrone – gruppi virtuali o autotest che possono essere svolti dai partecipanti in momenti diversi e con dinamiche molto diverse rispetto a quelle di aula.

Si tratta di una frontiera ancora piuttosto inesplorata, non solo dal terzo settore ma a livello più generale dalla stessa scuola. «Al di là dei supporti che spesso mancano agli studenti – tablet, connessione internet, etc. – anche gli stessi docenti spesso sono impreparati dal punto di vista tecnologico ma anche metodologico. Un lavoro che richiede tempo ed energie che non tutti hanno», sottolinea Sordelli.

Il Terzo settore ha il vantaggio di essere più elastico e pronto a dirottare competenze e risorse su questo ambito. «I Csv hanno reagito velocemente e si sono attrezzati», spiega Giorgio Sordelli. «Ora quello di cui abbiamo bisogno è un lavoro infrastrutturale generale. Il problema non è coinvolgere le persone (oggi basta uno smartphone per accedere alle attività formative) ma ci sono diversi territori che non hanno né fibra né Adsl. Bisogna ragionare a monte, individuando le giuste tecnologie e competenze. CSVnet ha fin da subito supportato i Csv per metterli al passo con i tempi e l’attenzione ricevuta dai territori indica che c’è ancora molto bisogno di investire e lavorare in questa direzione».

In apertura photo di Kelsey Vere from Pixabay


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