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Mascherine, gel e ventilatori: ecco le fabbriche che si riconvertono

Dall’alta moda alla cosmetica, dal comparto degli spirits all’automotive, si allunga l’elenco delle imprese che hanno convertito la produzione per rispondere all’emergenza coronavirus

di Redazione

Mascherine, ventilatori polmonari, ma anche caschi e gel disinfettanti. Sempre più aziende, da Nord a Sud, continuano a rispondere alla chiamata contro l’emergenza Coronavirus, riconvertendo parte o l’intera attività per la produzione dei dispositivi di sicurezza e i macchinari sanitari necessari.

In prima battuta, sono scese in campo le aziende tessili per rispondere alla domanda crescente di mascherine e tute mediche. Confindustria Moda ha lanciato una campagna per la “raccolta” delle candidature delle aziende del comparto per fornire tessuto-non-tessuto (Tnt). Da Armani a Gucci, da Prada a H&M, passando per le aziende dell’indotto più piccole, l’elenco dei marchi che hanno deciso di mettere da parte la moda per dedicarsi all’emergenza sanitaria si allunga ogni giorno.

Giorgio Armani ha comunicato la conversione di tutti i propri stabilimenti produttivi italiani nella produzione di camici monouso destinati alla protezione individuale degli operatori sanitari. Il gruppo Prada, su richiesta della Regione Toscana, ha avviato la produzione di 80mila camici e 110mila mascherine da destinare al personale sanitario della Regione. E anche Calzedonia ha riconvertito alcuni dei propri stabilimenti.

Mentre a Bari il rettore del Politecnico, Francesco Cupertino, sta coordinando un gruppo di lavoro formato da docenti e ricercatori in contatto con le aziende locali interessate a convertire parte della loro produzione. In dieci giorni, 165 imprese hanno chiesto aiuto all’ateneo pugliese per produrre mascherine, tute, camici, visiere e gambali. Per la maggior parte si tratta di piccoli produttori dei settori tessile, confezionamento, lavorazione di materiale plastico.

La cosmetica invece è scesa in campo per produrre gel disinfettanti. Il gruppo Davines, azienda cosmetica con sede a Parma, ha dato il via alla produzione di un gel igienizzante per le mani. E anche Lvmh in Francia userà tutte le strutture dei suoi brand (Dior, Guerlain e Givenchy) destinate alla produzione di profumi per produrre i gel.

Alla chiamata hanno risposto pure alcune aziende del comparto spirits, che hanno offerto l’alcol a disposizione per la produzione dei disinfettanti. L’associazione di categoria Assodistil, che raccoglie una sessantina di aziende per un totale di circa il 95% di tutto l’alcol etilico prodotto in Italia, ha fatto sapere che molte aziende stanno convertendo la produzione di alcol denaturato idoneo alla realizzazione dei gel.

Il governo nel decreto Cura Italia ha previsto l’erogazione di incentivi a favore delle aziende intenzionate a convertire la produzione

Sul fronte dei preziosi ventilatori polmonari, la bolognese Siare Engineering è l’unica azienda italiana produttrice di questi dispositivi. Il governo le ha commissionato la produzione di 500 ventilatori al mese per quattro mesi. Motivo per il quale l’azienda ha interrotto tutte le consegne all’estero per destinare i macchinari solo al mercato italiano. I 35 dipendenti sono stati affiancati da 25 tecnici specializzati dell’Esercito. Mentre cinque aziende del Mezzogiorno che producono componenti meccaniche ed elettromeccaniche si sono offerte di aiutare la Siare nella produzione. E una mano la daranno pure Ferrari e Fiat Chrysler, che hanno aperto le porte dei loro siti per supportare la produzione di componentistica e l’assemblaggio dei respiratori…


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