Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Welfare & Lavoro

I poveri non possono aspettare: non è il momento per la riforma del Reddito di Cittadinanza

L'appello di Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana: «In Italia, dall’inizio dell’emergenza Covid-19, il numero dei poveri che si è rivolto alle Caritas diocesane è raddoppiato. Chiedere una riforma strutturale dell’attuale Reddito di Cittadinanza rischia di ritardare l’efficacia di interventi adeguati alle esigenze del Paese in questo momento di estrema difficoltà, perché arriverebbe con estremo ritardo»

di Redazione

«Serve un reddito di emergenza efficace, non è il momento per la riforma strutturale del reddito di cittadinanza. Siamo molto preoccupati dell’evoluzione che ha preso il dibattito sul reddito di emergenza che il governo si appresta a varare: chiedere una riforma strutturale dell’attuale Reddito di Cittadinanza rischia di ritardare l’efficacia di interventi adeguati alle esigenze del Paese in questo momento di estrema difficoltà, perché arriverebbe con estremo ritardo». Ad affermarlo è Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana.

«Occorre una misura straordinaria che arrivi tempestivamente alle persone più in difficoltà e non raggiunte da altri interventi pubblici. Bisogna fare bene e presto se non vogliamo che i più fragili precipitino nella povertà e diventi poi più difficile e anche oneroso aiutarli a risalire la china. Inoltre non sappiamo in questo momento quale scenario troveremo dopo la crisi sanitaria rischiando di fare modifiche che non aiuteranno i poveri di domani».

In Italia, ricorda Gualzetti, dall’inizio dell’emergenza prodotta dal Covid-19, il numero dei poveri che si è rivolto alle Caritas diocesane è raddoppiato. Nella sola Diocesi di Milano, ricevono beni alimentari 16.500 famiglie, 5mila solo a Milano: prima della pandemia erano 2500. Le famiglie che dal 25 marzo ad oggi hanno chiesto aiuto al Fondo San Giuseppe, istituito dall’Arcivescovo di Milano e dal Comune, per chi perde il lavoro a causa dell’epidemia sono già 800. «Il conto più salato, lo stanno pagando i più fragili. Occorrono misure urgenti che raggiungano le persone velocemente. I poveri non possono attendere», ha sottolineato Gualzetti.

Tutte le 218 Caritas Diocesane «vivono con trepidazione l’attesa del nuovo Decreto governativo, che conterrà le indicazioni in materia di Rem» e Caritas Italiana, facendosene voce, «esprime la propria preoccupazione sulle effettive caratteristiche che assumerà la misura in via di elaborazione». Per Caritas Italiana «occorre una misura straordinaria, a tempo, costruita per raggiungere, nel modo più semplice e rapido possibile, chiunque sia in difficoltà e non riceva altri interventi pubblici».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA