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Disabilità e Coronavirus, il documento strategico dell’Onu

Le persone con disabilità - un miliardo nel mondo - sono uno dei gruppi più colpiti in questa crisi, in termini di vittime. Basti pensare esse vivono, molto più della media della popolazione, in strutture e istituti: luoghi in cui, dice il report dell’Onu, la percentuale di morti legate al Covid19 va dal 19% al 72%, a seconda dei Paesi. Fra le 137 nazioni aderenti, c'è anche l'Italia

di Redazione

L’Italia ha aderito al documento strategico del Segretario Generale delle Nazioni Unite, “A disability-Inclusive Response to Covid-19”, insieme a 137 nazioni.

Il documento – 18 pagine – scrive nero su bianco che la crisi globale di COVID-19 sta approfondendo le disuguaglianze preesistenti, aumentando il grado di esclusione ed evidenziando che fare un lavoro specifico per l'inclusione delle persone con disabilità (un miliardo nel mondo) è indispensabile. Esse infatti sono uno dei gruppi più esclusi nella nostra società e tra i più colpiti in questa crisi, in termini di vittime. Basti pensare che le persone con disabilità vivono, molto più della media della popolazione, in strutture e istituti: luoghi in cui – dice il report dell’Onu – la percentuale di morti legate al Covid19 va dal 19% al 72% a seconda dei Paesi.

«Già in circostanze normali le persone con disabilità hanno meno probabilità di accedere alla salute cura, istruzione, occupazione e partecipazione nella comunità. Sono statisticamente più esposti a vivere nella povertà, a sperimentare tassi più elevati di violenza, abbandono e abuso e sono tra i più emarginati in qualsiasi comunità colpita dalla crisi. Il COVID-19 ha ulteriormente aggravato questa situazione, con un impatto sproporzionato sulle persone con disabilità, sia direttamente che indirettamente».

Sono quattro i punti di azione indicati:

  1. Garantire l'integrazione della disabilità in tutte le risposte al COVID-19, con azioni mirate (approccio mainstreaming): una combinazione di misure mainstreaming e misure specifiche per la disabilità è necessaria per garantire l’inclusione sistematica delle persone con disabilità.
  2. Garantire l'accessibilità delle informazioni, delle agevolazioni, dei servizi e dei programmi legati al COVID-19. Se le informazioni su agevolazioni, beni e servizi sono non accessibili, le persone con disabilità non possono prendere le decisioni necessarie o accedere a misure, interventi e servizi su base di uguaglianza con gli altri.
  3. Assicurare una consultazione significativa, con la partecipazione attiva delle persone con disabilità e le loro organizzazioni rappresentanti in tutte le fasi della risposta al COVID-19: le persone con disabilità hanno importanti contributi da dare per affrontare la crisi e costruire il futuro. Le esperienze vissute dalle persone con disabilità contribuiscono alla creatività, nuovi approcci e soluzioni innovative alle sfide.
  4. Stabilire meccanismi di accountability per associrare la presenza dell’inclusione delle persone con disabilità nelle risposte al COVID-19, con meccanismi per monitorare gli investimenti e assicurarsi che raggiungano le persone con disabilità. Disaggregare i dati per la disabilità è la chiave per garantire questa accountability.

Un paragrafo è dedicato agli istituti, «divenuti COVID-19 hotspot, evidenziando le sfide sistemiche di questa impostazione». Fra gli interventi da mettere in atto «immediatamente», c’è quello di dimettere le persone con disabilità da parte delle istituzioni ogni volta che sia possibile, accelerando e rinforzando i processi di deistituzionalizzazione e l’aumento immediato del «supporto della comunità per le persone con disabilità».

Photo by Yomex Owo on Unsplash


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