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La persona al centro, non è più tempo di Intranet of Things

In epoca di Coronavirus la comunicazione interna diventa la forza per far ripartire le aziende: nasce da questa considerazione la tesi del libro “Tempo di IoP – Intranet of People” scritto da Filippo Poletti e uscito in occasione del 50esimo dello Statuto dei lavoratori. Grazie alla tecnologia, sottolinea l’autore è possibile «ricreare e rafforzare quel comune sentire che fa di una realtà lavorativa un organismo coeso»

di Antonietta Nembri

«Il nuovo Coronavirus ha imposto il distanziamento fisico. Improvvisamente, nel mondo del lavoro, i professionisti si sono trovati da soli, lontani dai colleghi e dalla routine. Per questa ragione occorre ricreare e rafforzare, grazie alla tecnologia, quel comune sentire che fa di una realtà lavorativa un organismo coeso». A esprimere questo pensiero è Filippo Poletti, giornalista ed esperto di comunicazione autore del libro “Tempo di IoP – Intranet of People” (Dario Flaccovio Editore, 2020, pp 288). Un volume che è uscito nel 50esimo anniversario dello Statuto dei lavoratori (20 maggio 1970) e che ha un obiettivo: mostrare come le aziende dipendano dai collaboratori che vanno coinvolti nella vita delle aziende e delle istituzioni, anche in un periodo di smart working come quello che si è vissuto e in parte si vive ancora a causa della pandemia.

Nelle sue quasi 300 pagine il libro propone l’utilizzo di diversi strumenti di comunicazione interna efficace come l’Intranet, l’invio di email, WhatsApp, le app e i social media. Strumenti attraverso i quali le imprese possono unire le forze e le energie per costruire un futuro migliore anche perché, ed è la tesi del libro fin dalla copertina, “La comunicazione interna come forza per far ripartire le aziende nell’era del Coronavirus”.
Tra le case history proposte c’è quella di Confartigianato Bergamo che, appellandosi ai propri associati, ha contribuito alla realizzazione di un ospedale di campo. Porta la firma del presidente Giacinto Giambellini l’sos lanciato il 23 marzo alle ore 16,30 e al quale, nell’arco di un’ora, hanno risposto decine di persone, diventate centinaia, giorno dopo giorno. «In meno di due settimane, grazie anche all’aiuto degli artigiani», spiega Poletti «è stato possibile realizzare a Bergamo una struttura da 142 posti letto che, entrata in funzione il 7 aprile, ha salvato tante vite umane».

Il volume è un percorso allargato alle scienze sociali, alle discipline umanistiche, alle scienze esatte e naturali, ricorrendo frequentemente al pensiero laterale con un obiettivo ben chiaro: invitare le aziende a partecipare attivamente alla vita dei collaboratori, scegliendo di tifare per loro e per il successo della stessa impresa. Alla fine di ciascuno dei dieci capitoli, è presente un'intervista fatta a professionisti della comunicazione, imprenditori, consulenti aziendali e docenti: Stefano Mirti, Gianluca Preziosa, Luca Maniscalco, Laura Bellinato, Luca Pesenti, Francesco Mondora, Oscar di Montigny, Valentina Uboldi, Paolo Muzzin ed Emilia Paolino.

Tra i manager, per esempio, si trova Gianluca Preziosa, direttore generale di Siare Engineering, l’azienda di Crespellano-Valsamoggia in provincia di Bologna incaricata all’inizio del mese di marzo dal premier Giuseppe Conte e dalla Protezione Civile di fabbricare, assieme allo stabilimento FCA di Cento e a quello della Ferrari di Maranello, 2.350 respiratori polmonari, destinati a curare i malati di coronavirus: Siare è un’eccellenza del Made in Italy, una delle 8 fabbriche che nel mondo costruiscono ventilatori elettronici e apparecchiature per la rianimazione. Commoventi le parole del manager Preziosa: «Lo sforzo fisico è stato vissuto con una carica emotiva molto forte. Tutti noi sapevamo dove andavano a finire queste apparecchiature: prima arrivavamo, più vite umane avremmo salvato. Eravamo già una grande famiglia: questa impresa ci ha uniti ulteriormente».

Un altro dei protagonisti delle interviste è Francesco Mondora, il fondatore dell’omonima azienda di Berbenno in provincia di Sondrio, tra le prime realtà in Italia a ottenere la certificazione di BCorp e quella di società benefit. «Un’azienda dev’essere profittevole e produrre un risultato accettabile per gli investitori, ma deve anche sapere qual è il segno che lascerà nel mondo. La sostenibilità coinvolge e riguarda tutti coloro che operano in un’impresa: è una scelta personale in base alla quale i dipendenti decidono di lavorare per un’azienda piuttosto che un’altra» dice Mondora. «La sostenibilità riguarda i prodotti e i servizi, ma coinvolge anche lo staff interno, portando i dipendenti a ragionare sul know why e a essere soddisfatti di quello che stanno facendo attraverso il loro lavoro».

«Mai come oggi, in un momento di grandissima difficoltà, i nostri sforzi devono essere indirizzati a sviluppare la comunicazione digitale sul posto di lavoro, condividendo le ragioni di ciò facciamo e le sfide da compiere» spiega Poletti (nella foto). «Lo possiamo fare promuovendo uno storytelling quotidiano focalizzato sull’unità per il bene comune, il dialogo aperto, la formazione per la crescita continua con corsi online aperti a tutti i dipendenti, il benessere o welfare e, infine, la sostenibilità attraverso l’adesione all’economia circolare». E conclude: «Dopo anni in cui il dibattito nel mondo delle telecomunicazioni si è concentrato sull’IoT o Internet of Things è giunto il momento di dedicare la nostra attenzione anche all’IoP o Intranet of People».

In apertura image by Gerd Altmann from Pixabay


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