Welfare & Lavoro

Giornata Mondiale contro abuso e traffico di droga, voltiamo pagina?

Il mondo della droga e del disagio ci obbligano oggi ad avere uno sguardo diverso, a dare al nostro solito operare un'impronta e una svolta che sappiano veramente fornire risposte risolutive.

di Simone Feder

Non si può vivere di emergenze, questi mesi ce l'hanno ricordato e lasciato impresso sulla nostra pelle. Esiste un'emergenza che balza agli onori della cronaca solo quando sfonda la diga e ci travolge con tutta la sua forza, rompendo quelle barriere che spesso erigiamo per tenerla nascosta ai nostri occhi.

È l'emergenza droga. Argomento spesso funzionale a campagne elettorali momentanee e a progettifici che hanno come unico scopo arricchire chi osserva il tutto dalla sua comoda scrivania.

Quello di cui non si parla mai, o meglio, si parla solo per dar forza a comodi luoghi comuni senza proporre alternative innovative e possibili è il disagio giovanile che incrocia sempre pericolosamente questa palude.

Oggi non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia e sotto falsi proclami di interesse, oggi dobbiamo a questa emergenza quotidiana risposte vere e innovative.

Il mondo di Rogoredo mi ha insegnato quanto sia fondamentale sapersi mettere in discussione e non fermarsi a certezze precostituite o formate negli anni.

Per realizzare questo è però fondamentale il sostegno delle istituzioni, che scendano in campo e si affidino, nella stesura di prassi e protocolli, a chi ogni giorno si sporca le mani nel servizio dei più fragili. Chi queste realtà le respira e ne conosce sfumature e cambiamenti repentini.

Il mondo della droga e del disagio ci obbligano oggi ad avere uno sguardo diverso, a dare al nostro solito operare un'impronta e una svolta che sappiano veramente fornire risposte risolutive.

In questa partita non possono non entrare il mondo accademico, chiamato a rimettersi in discussione, ma soprattutto il mondo del volontariato senza il quale oggi nessuna realtà sociale starebbe in piedi. Bisogna far si che si possa creare un’intera comunità educante, che viva e abiti i propri territori, prendendosene cura in modo attivo e partecipato.

Dobbiamo oggi costruire quella che sarà la nostra carta vincente di domani, formare generazioni attente e recettive ai veri bisogni, disponibili a scomodarsi per grandi progetti e profondi valori, uomini e professionisti che sappiano spendersi per grandi ideali dando priorità alla vita delle persone.

Oggi se vogliamo occuparci di disagio dobbiamo pensare alle persone nella loro unicità, nel loro essere individui degni e meritevoli di attenzioni, dobbiamo essere in grado di dare attenzione e creare risposte per i bisogni concreti e reali dei singoli. Non basta limitarci ad osservare da lontano, la sofferenza va accompagnata e abbracciata sulla strada, vissuta e portata con chi deve affrontarne ogni giorno il peso profondo.

Solo in questo modo riusciremo a riformare veramente il mondo del sociale, dare una svolta alle nostre modalità di presa in carico facendo in modo che il nostro agire sia veramente efficace e rispondente a ciò che i più fragili ci chiedono.

*Simone Feder è autore di Alice e le regole del bosco, Mondadori


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