Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Economia & Impresa sociale 

Dal Covid all’offerta per Ubi: vi spiego come Intesa Sanpaolo sta cambiando “da dentro”

Intervista a Paola Angeletti, da gennaio direttore operativo e responsabile dei processi interni del maggiore gruppo bancario italiano: «A seguito dell’operazione con Ubi prevediamo di completare 2.500 nuove assunzioni in ragione di una ogni due uscite volontarie, per oltre la metà nei territori di Bergamo, Brescia, Pavia, Cuneo e nel Sud Italia»

di Redazione

Paola Angeletti da inizio anno è la Chief Operating Officer di Intesa Sanpaolo, con 90mila addetti di cui quasi un terzo all’estero il maggiore gruppo bancario italiano. Con lo scoppio del Covid e sotto la sua supervisione il personale in smart working è passato da 14mila persone che già usufruivano del lavoro flessibile (dato al dicembre 2019) a 40mila. In più è toccato a lei supervisionare le iniziative solidali interne e, in queste ultime settimane, la gestione "da dentro" dell'offerta su Ubi.

  • Lei ha assunto il nuovo incarico proprio in corrispondenza con l’emergenza Covid 19. Come questi mesi hanno impattato sul suo lavoro e modificato l'organizzazione operativa e la gestione del personale?

A poche settimane dal mio insediamento è effettivamente scoppiata la pandemia e con il conseguente lockdown è stata necessaria una riorganizzazione importante del modo di lavorare di tutto il Gruppo e delle sue persone per garantire da un lato alle famiglie e alle imprese la continuità di un servizio fondamentale come quello bancario e dall’altro, la possibilità di svolgere il lavoro con la massima sicurezza possibile per tutti i nostri colleghi. È stata una sfida non scontata per un’organizzazione complessa come la nostra e una situazione del tutto inedita che improvvisamente ci ha portato ad affrontare una mole considerevole di lavoro on line dato dalle moratorie, dai finanziamenti messi a disposizione della banca e dalle misure previste dai decreti governativi: 330 mila operazioni giornaliere online, una volta e mezza il dato pre-crisi; sono stati venduti su canali remoti il 27% dei prodotti e servizi di base, contro l’11% di prima, e il 34% dei prodotti di credito privati (il 20% prima dell’emergenza). Per affrontare questo cambiamento tre sono stati i punti di forza: una forte digitalizzazione già in atto e ulteriormente potenziata (3 miliardi di investimenti in quest’area nel Piano di Impresa 2018-2021), il potenziamento dello smart working, che ci ha visto abilitare oltre 40 mila persone rispetto alle 14 mila che già usufruivano del lavoro flessibile a dicembre 2019, e la creazione in tempi rapidissimi di una task force di 1.400 persone provenienti da mansioni diverse e impegnate a gestire tutte le richieste.

  • Come è stata la vita “dentro” la Banca in questi mesi? Quali sono i bisogni emersi da parte dei dipendenti e come vi avete fatto fronte? Quali le difficoltà maggiori incontrate?

Ci tengo a sottolineare che in tutti questi mesi il nostro primo pensiero è stato tutelare la sicurezza e la salute del personale e dei clienti. Oltre ai dispositivi di protezione personale, i gel igienizzanti, i termoscanner, la sanificazione delle postazioni, abbiamo offerto alle persone con l’intranet e via mail, un’informazione sanitaria chiara, tempestiva e sempre supportata dalla consulenza dei medici competenti della Banca e di esperti. L’attenzione alle persone per noi è centrale ed è un tratto distintivo di Intesa Sanpaolo. Abbiamo raggiunto un accordo con le organizzazioni sindacali contenente misure straordinarie a sostegno della famiglia e della genitorialità, ad esempio assicurando a tutti i dipendenti con figli minori di 14 anni di poter usufruire di giornate di smart working, indipendentemente dalla mansione svolta, e ai colleghi che hanno bisogno di fornire assistenza a famigliari in difficoltà di usufruire della Banca del Tempo, opportunamente potenziata. Il servizio di supporto psicologico per il personale, avviato con un progetto pilota nell’autunno scorso, è stato esteso a tutto il personale per offrire un riferimento professionale, gratuito e anonimo a coloro che sentivano il bisogno di un confronto, di un sostegno per meglio affrontare cambiamenti e difficoltà. Ascolto e consigli a disposizione 24 ore su 24, 7 giorni su 7 sono stati molto apprezzati dai nostri colleghi.

  • Intesa Sanpaolo è stato uno dei primi soggetti privati ad attivarsi per raccogliere fondi, ci può dare un quadro completo delle iniziative filantropiche che avete avviato e dei risultati ottenuti e attesi nel prossimo futuro?

La nostra donazione di 100 milioni di euro a favore della sanità nazionale tramite la Protezione Civile è stata una delle più ingenti in Europa e ha permesso di realizzare ben 36 reparti e laboratori diagnostici specialistici in 16 strutture ospedaliere e in due Covid Center. La raccolta fondi tra cittadini e imprese sulla nostra piattaforma Forfunding.it – legata alla nostra donazione – ha raccolto 2,3 milioni di euro da oltre 14.000 donatori. Aggiungo con piacere che anche le persone di Intesa Sanpaolo si sono sentite impegnate sul piano individuale a fornire il proprio contributo per contrastare la pandemia. A cominciare dal Ceo e Consigliere Delegato Carlo Messina che ha destinato un milione di euro del bonus riconosciutogli dal sistema incentivante 2019, seguito da 21 top manager suoi diretti riporti per ulteriori 5 milioni di euro complessivi. Le quote donate sono state destinate a ospedali, fondazioni, associazioni e forze armate. A questa iniziativa ha contribuito anche il Consiglio di Amministrazione per testimoniare concretamente la propria solidarietà al Paese. Con l’iniziativa “Covid-19. Un aiuto per chi aiuta” inoltre, abbiamo raccolto tra i colleghi del Gruppo oltre 280mila euro destinati a 23 ospedali italiani e alla rete delle mense francescane. È stato un impegno che ha coinvolto tutta la Banca e questo è stato forse il valore maggiore.

  • Siete posizionati in tutte le principali classifiche internazionali in termini di responsabilità sociale, quali sono dalla sua prospettiva di responsabile dell’organizzazione di una grande banca, i punti più qualificanti?

Uno dei tratti distintivi della Banca è certamente l’attenzione alle persone che in Intesa Sanpaolo trova una pluralità di espressioni. Primo, l’attenzione ai giovani è molto forte, dai nostri asili aziendali agli atenei che sosteniamo con progetti comuni e borse di studio, le attività di reclutamento per attrarre, formare e trattenere i migliori talenti. Un piccolo ma significativo esempio: per dare un segno di incoraggiamento e un aiuto concreto, durante il confinamento abbiamo organizzato simulazioni di colloquio one to one con i nostri recruiter a seguito del quale i ragazzi ricevevano consigli su come migliorare la loro presentazione e il loro modo di porsi in un colloquio di lavoro. Ne abbiamo organizzati circa 600, ma abbiamo ricevuto oltre 800 richieste. Il nostro programma alternanza scuola-lavoro, che purtroppo quest’anno ha subito una battuta d’arresto ma che speriamo di riprendere appena la situazione lo consentirà, è tra i più completi in Italia. Non si è fermata invece l’attività di reclutamento, anche attraverso strumenti di cui già disponevamo come la video intervista. Dall’inizio dell’anno sono state assunte più di 400 persone.

Inoltre, la promozione della cultura dell’inclusione: un gruppo di lavoro interfunzionale per la gestione della disabilità (Disability Management), composto da oltre 50 collaboratori e coordinato dalla struttura Welfare è il punto di riferimento per tutte le problematiche legate al mondo della disabilità e della malattia in azienda. Svolge campagne di sensibilizzazione e formazione, garantisce l’inserimento di ciascun individuo in azienda indipendentemente dalla presenza di elementi limitanti assicurando che le capacità, i meriti e le attitudini siano adeguatamente valorizzate.

La vocazione sociale, radicata nella tradizione del Gruppo, anche in virtù del legame con le Fondazioni azioniste, viene sicuramente resa ancora più strategica da realtà come il volontariato aziendale. Vobis è nata su iniziativa di un gruppo di 20 nostri ex-dipendenti (oggi circa 300) con l’obiettivo di offrire la propria professionalità per far diventare il credito un “diritto di molti”. Potrà interessare i suoi lettori sapere che chi lavora per il Terzo settore e per ampliare le possibilità di accesso al credito, con Banca Prossima prima e con la Direzione Impact oggi, sono persone impegnate anche a titolo personale nel volontariato. Questo è un nostro tratto distintivo, 450 specialisti presenti in modo capillare in tutta Italia, profondi conoscitori del mondo del sociale per il fatto di viverlo come volontari.

Anche in questo contesto come sempre sono le persone a fare la differenza.

  • Dal suo punto di vista e per quanto concerne le sue deleghe come va interpretata l'operazione su Ubi lanciata da Intesa Sanpaolo?

Il Ceo e Consigliere Delegato Messina sottolinea di frequente il ruolo e l’impegno delle persone di Intesa Sanpaolo nel raggiungimento dei risultati della Banca. Con l’Opas diamo la possibilità anche ai dipendenti UBI di entrare in un grande gruppo, uno dei primi datori di lavori in Italia. Seguendo i nostri valori, intendiamo valorizzare le relazioni con il territorio, creando quattro nuove Direzioni Regionali a Bergamo, Brescia, Cuneo e Bari e un centro di eccellenza a Pavia per l’agricoltura e l’allevamento che coordinerà le attività del gruppo in tali settori. Con riferimento ad ogni singolo dipendente, voglio sottolineare che nel nostro gruppo non si lascia indietro nessuno. Le nostre uscite, infatti, sono sempre state e saranno volontarie e concordate con le sigle sindacali con cui i rapporti sono di grande dialogo. Abbiamo programmi all’avanguardia per valorizzare i giovani e attrarre i migliori talenti: a seguito dell’operazione con UBI prevediamo di completare 2.500 nuove assunzioni in ragione di una ogni due uscite volontarie, per oltre la metà nei territori di Bergamo, Brescia, Pavia, Cuneo e nel Sud Italia, sostenendo l’occupazione e promuovendo il ricambio generazionale. E il programma per lo sviluppo dei talenti già in corso in Intesa Sanpaolo coinvolgerà anche 300 persone del gruppo UBI.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA