Economia & Impresa sociale 

Soldi e vangelo, binomio possibile?

«La Bibbia è molto chiara sulla ricchezza», afferma padre Alez Zanotelli. Che, nel suo libro "Soldi e vangelo", pubblicato dall’Editrice Missionaria Italiana, auspica «un’economia di giustizia distributiva, nella quale i beni sono equamente distribuiti fra tutti»

di Alex Zanotelli

Gesù è durissimo e molto chiaro sul problema della ricchezza. «Non potete servire a Dio e a Mammona». Quest’ultima è una parola aramaica che vuol dire ricchezza, con una connotazione estremamente negativa, diabolica; infatti è contrapposta a Dio-Abbà.(…) È una scelta fondamentale: o l’uno o l’altro.

Un noto teologo srilankese, Aloysius Pieris, parla di due assiomi biblici: «L’antagonismo inconciliabile tra Dio e la ricchezza e il patto irrevocabile tra Dio e i poveri; Gesù stesso è questo patto. Questi due principi comportano che, in Gesù, Dio e i poveri hanno stretto un patto contro il loro nemico comune, Mammona. Questo è ciò che giustifica la conclusione che per Gesù, come per i suoi seguaci, la spiritualità non è solo una lotta per essere poveri, ma anche una lotta per i poveri».

Luca inserisce poi un passaggio sui farisei, che avevano ascoltato il discorso di Gesù e si burlavano di lui. I farisei erano un movimento di rinnovamento all’interno del giudaismo. Certamente non disponevano di ricchezze paragonabili a quelle delle famiglie sacerdotali o dei grandi mercanti. L’evangelista li accusa di essere attaccati al denaro e questo forse non è vero storicamente, però c’è un aspetto in cui Luca ha ragione. Gesù dice loro: «Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori. Ciò che è esaltato davanti agli uomini è cosa detestabile davanti a Dio» (v. 15). La ragione per cui i farisei vengono chiamati in causa a proposito della ricchezza è che, su questo argomento, interpretavano la Torah a modo loro.

La ricchezza nella Bibbia

La Bibbia è molto chiara sulla ricchezza. Nel cuore della Torah c’è il sogno di Dio. Il popolo che Yahweh aveva liberato dall’Egitto sapeva bene che cos’è un impero, che per definizione opprime, sfrutta, ammazza. Israele doveva essere una comunità alternativa all’impero. Quindi la prima cosa che doveva fare era stabilire un’economia di giustizia distributiva, nella quale i beni (che sono sempre doni di Dio) fossero equamente distribuiti fra tutti.

Il simbolo di questa economia mosaica è la manna. Gli ebrei nel deserto ne raccoglievano quanto bastava per un giorno. Se ne prendevano di più, marciva. Questo è il concetto fondamentale, a livello economico, della Torah. (…) Ecco perché Gesù attacca i farisei. «I farisei – afferma Schottroff – invitano Gesù e ascoltano la sua critica radicale, anche se vi fanno resistenza. Loro stessi dispongono solo di un benessere limitato, ma rappresentano una dottrina che non mette quelli che sono realmente ricchi di fronte alle loro concrete responsabilità». E aggiunge: «Una critica radicale all’economia del denaro, quale è sostenuta da Gesù, per la gente che pensava in modo realistico era allora presumibilmente altrettanto difficile da ascoltare quanto lo è oggi (…)».

I precetti di etica economica di Gesù

Che ne abbiamo fatto dell’insegnamento di Gesù in campo economico-finanziario? È una domanda che mi fa molto soffrire. Come facciamo a fare i rigorosi in campo sessuale e a non esserlo in campo finanziario? Eppure abbiamo solo tre detti di Gesù sul matrimonio e sul sesso, mentre ne abbiamo tanti sui soldi e sull’economia. (…)

Vi sono due precetti fondamentali di etica economica insegnati da Gesù. Si tratta di comandamenti generali per chi vuole seguire Gesù, non consigli evangelici solo per i preti e i religiosi. «Primo precetto generale: non cercare di arricchirti. Secondo precetto generale: se hai, hai per condividere». Un teologo moralista afferma: «Quello che non si capisce bene è come mai la teologia morale, che si è sempre appoggiata, anche a sproposito, a questi testi per condannare senza remissione, senza parvità di materia i peccati del sesso, non abbia usato con lo stesso vigore gli stessi testi per i peccati economici».

A una donna che prende la pillola, io, secondo l’insegnamento della Humanae vitae, dovrei dire che non può fare la comunione. A un uomo che tiene miliardi in banca mentre c’è gente che muore di fame, devo dire che può fare la comunione perché quelli sono soldi suoi. Come cristiani stiamo tradendo il Vangelo, e lo dico con grande sofferenza.

Soldi e vangelo, da cui sono tratte queste righe, è disponibile nel sito web di EMI Editrice Missionaria Italiana.


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