Education & Scuola

Il Programma QuBì dona 500 computer agli alunni milanesi

In occasione della ripresa dell'anno scolastico il programma promosso da Fondazione Cariplo contro la povertà infantile ha consegnato i primi 110 pc Asus nei quartieri di Stadera e del Gallaratese. Obiettivo contrastare il fenomeno del digital divide tra gli studenti di Milano che si traduce in disuguaglianza educativa. A breve saranno consegnati altri 390 device

di Redazione

Un “buco nero” di quasi 4 mesi che secondo le stime Istat ha interessato oltre 850mila bambini e ragazzi italiani rimasti ai margini della Didattica a Distanza per mancanza di adeguati strumenti digitali. È questa la situazione davanti alla quale si troveranno le insegnanti alla ripresa delle lezioni lunedì 14 settembre: un aumento del divario educativo e sociale tra gli alunni delle classi e i postumi di una dispersione scolastica per lo più causata dall’impossibilità per molti minori di accedere ai contenuti da remoto, tramite computer, tablet o semplicemente uno smartphone disponibile in famiglia.

Per arginare con determinazione il fenomeno del “digital divide” e la disuguaglianza causata dall’emergenza Covid-19 tra gli alunni delle scuole, QuBì – il programma promosso da Fondazione Cariplo contro la povertà minorile a Milano –ha donato 500 device, tra personal computer e tablet, e 500 connessioni mobili alle famiglie in fragilità, grazie anche alla collaborazione di Cariplo Factory, TechSoup, Fastweb, Intesa Sanpaolo, Asus, Danone, Team Systeme RePower.

E alla vigilia dell’inizio del nuovo anno scolastico –il primo nella storia della scuola italiana in cui è prevista una didattica “mista” tra lezioni in presenza e a distanza – è avvenuta la consegna dei primi 110 personal computer Asus alle Reti QuBì nei quartieri di Stadera e Gallaratese a Milano che, in squadra con i dirigenti scolastici degli istituti del territorio, individueranno i bambini e i ragazzi in maggiore stato di bisogno.
Seguirà quindi una seconda consegna che vedrà protagoniste altre 390 famiglie selezionate nei restanti 23 quartieri ad alta densità di povertà minorile.

Fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19 a marzo scorso, le 23 Reti QuBì hanno attivato un incessante lavoro a sostegno delle famiglie colpite più duramente dal lockdown. Insieme all’assessorato Politiche Sociali, all’ufficio della Food Policy del Comune di Milano, alla Fondazione di Comunità Milano e a tanti altri attori del privato sociale, hanno contribuito a garantire il fabbisogno alimentare a oltre 6.000 nuclei famigliari (per un totale di oltre 20mila persone) consegnando una media di 70 tonnellate di cibo a settimana. Ed è subito stato evidente quanto la povertà per le famiglie con figli non fosse solo una questione alimentare. Molti alunni delle famiglie più fragili della città sono scomparsi dagli appelli del mattino e non hanno potuto partecipare alle lezioni che insegnanti e dirigenti scolastici cercavano – giorno per giorno – di ripensare su piattaforme digitali.

Lo esplicita con chiarezza Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo: «Durante il lockdown i bambini che hanno avuto accesso alla connessione hanno potuto mantenere, seppur con fatica, un rapporto con la scuola e con i compagni. Altri bambini, che non avevano accesso agli strumenti digitali, sono rimasti completamente esclusi. Insieme al rischio di esclusione dalla scuola e dalle relazioni, vi è anche un’esclusione dalla possibilità di crescere e di aprirsi al mondo che più in generale viene offerta dagli strumenti digitali. Questa disuguaglianza di possibilità nuoce ai bambini, alle loro famiglie e alle comunità ed è inaccettabile. Con la distribuzione dei 500 devices attraverso le Reti del progetto QuBì, Fondazione Cariplo intende offrire una sperimentazione concreta nella necessità di connessione delle famiglie in situazione di fragilità e allo stesso tempo favorire percorsi che affrontino il problema della povertà in modo sempre più concreto e contemporaneo».

Per intervenire efficacemente sul divario digitale in cui si è ritrovata una quota considerevole dei minori di Milano, QuBì ha messo in campo uno stanziamento straordinario e chiesto la collaborazione di una serie di partner per sperimentare una “filiera” che permetta di recuperare e distribuire pc e tablet nuovi e da ricondizionare, installare adeguati softwar e dotati di parental control e mettere a disposizione delle famiglie un accesso sicuro alla rete internet.

300 i computer da ricondizionare donati da Intesa Sanpaolo che, spiega Elena Jacobs, Responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa Sanpaolo «ha aderito fin dal primo momento al programma QuBì intervenendo in piena sintonia con la Fondazione Cariplo e con Cariplo Factory. L’iniziativa è coerente con tutte quelle che abbiamo destinato ai giovani – come il Fondo Impact – per favorire una ripartenza delle attività di studio. Sono loro i protagonisti del rilancio del nostro Paese e vanno sostenuti con slancio, fiducia e misure concrete».

Cariplo Factory ha messo in campo le proprie competenze per validare la qualità della strumentazione e implementato i passaggi di collaudo dei device e della connettività fino ai beneficiari finali. «L’emergenzaCovid-19 ha scatenato ancor più la corsa al digitale e allo stesso tempo ha fatto emergere con più forza i limiti della tecnologia per un uso democratico e consapevole» spiega Marco Noseda, Chief Strategy Officer di Cariplo Factory. «I principi di Cariplo Factory si fondano su un concetto di innovazione inclusiva che possa creare valore economico, sociale e culturale. Ci siamo quindi riconosciuti subito in questa iniziativa e abbiamo deciso di supportarla per offrire alle nuove generazioni la possibilità di esprimere al meglio il loro potenziale grazie anche all’uso di strumenti digitali accessibili a tutti».

TechSoup ha garantito il ricondizionamento dei device e ha messo a disposizione i software necessari per il loro utilizzo. «Nessuna contingenza come quella dell’emergenza Covid-19 ci ha fatto sperimentare quanto sia essenziale che diversi attori dello stesso territorio e comunità agiscano in sinergia. Per questo, come impresa sociale, ci siamo resi subito disponibili per dare un contributo agile e fattivo in termini di accesso a tecnologia sostenibile e supporto concreto ai beneficiari finali. Questo progetto è per noi il segno concreto di come il paradigma(vincente) del domani sia local first e digital first», dichiara Fabio Fraticelli, Chief Operative Officer TechSoup

Asus ha donato 110 personal computer nuovi. «Abbiamo voluto contribuire all’operazione di Programma QuBì – la ricetta contro la povertà minorile a Milano, in quanto questo progetto si sposa perfettamente con la missione di Asus», afferma Massimo Merici, Responsabile Divisione SYSPC. «Inclusione e accessibilità sono infatti le parole d’ordine su cui fondiamo i nostri valori, per far sì che la tecnologia diventi proprietà di tutte le comunità e che la ricerca dell’innovazione che da sempre ci caratterizza sia motore di crescita, senza esclusioni. Oggi più che mai, infatti, il contributo di aziende tecnologiche come ASUS è fondamentale per lo sviluppo e l’avanzamento della società, e per questo abbiamo cercato di dare il nostro contribuito partendo dalle famiglie, ma soprattutto dai ragazzi, che rappresentano il nostro futuro».

Fastweb ha donato 500 Sim mobili e 2 mesi di connettività gratuita con 50 Giga di traffico. «Crediamo che l’istruzione sia un’importante fattore di integrazione e di mobilità sociale» ha sottolineato Roberto Chieppa, Chief Marketing & Customer Experience Officer di Fastweb: «È quindi importante continuare a investire e a sostenere le nuove generazioni per fare in modo che l’emergenza sanitaria attuale si trasformi in un’occasione per accrescere le competenze digitali, divenute essenziali per poter accedere alle nuove opportunità».


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