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Economia & Impresa sociale 

L’Africa: per la Banca Mondiale il Covid mette a rischio il fattore umano

La pandemia porterà probabilmente alla prima recessione in 25 anni nell'Africa subsahariana, con una crescita in calo dal -2,1 al -5,1% nel 2020, contro il 2,4% in 20 anni. Lo afferma un report della World Bank che avverte: «dopo dieci anni di progressi nella tutela della salute e nell'educazione, con il Covid è a rischio il capitale umano»

di Marco Dotti

«Il numero di persone che vivono in condizioni di estrema povertà è aumentato di oltre 100 milioni. Questo è per noi motivo di grande preoccupazione, perché la povertà causa problemi nell'istruzione e nella salute, e quindi mette in discussione la capacità di sviluppo di un Paese»

Con queste parole il Presidente della Banca Mondiale, David Malpass, ha presentato un piano di intervento da 160 miliardi di dollari per contrastare la «perdita di capitale umano». Investimenti che, nei prossimi 15 mesi, riguarderanno 100 Paesi, in particolare del Continente africano e del Sahel, che è l'area del pianeta a preoccupare di più.

La pandemia di Covid-19 porterà probabilmente alla prima recessione in 25 anni nell'Africa subsahariana, con una crescita prevista in calo dal -2,1 al -5,1% nel 2020, contro il 2,4% in 20 anni.

Secondo le stime della Banca Mondiale, l'epidemia potrebbe impattare su 60 milioni di persone che già vivono in condizioni di estrema povertà in tutto il mondo, di cui 27 milioni nell'Africa subsahariana.

L'impatto immediato della recessione dovrebbe farsi sentire soprattutto nelle aree urbane e nel settore dell'economia informale, che occupa circa l'80% della popolazione nei Paesi a basso reddito.

Durante la pandemia – si legge nel Report che pubblichiamo in calce all'articolo – le disuguaglianze sono aumentate e le persone vulnerabili hanno perso molto diventando ancor più vulnerabili. Aumenta al contempo anche la fragilità delle classi medie africane. «Questo è un vero problema – afferma ancora Malpass, – soprattutto per le donne e le ragazze».

La pandemia di Covid-19 sta mettendo alla prova «i limiti delle società e delle economie di tutto il mondo, e ha il potenziale per sferrare un colpo particolarmente duro ai Paesi africani» – spiegava già nell'aprile scorso, a margine della presentazione di un primo rapporto,Hafez Ghanem, vicepresidente della Banca Mondiale per l'Africa.

Le perdite di produzione associate alla pandemia di Covid-19 vengono stimate dalal Banca Mondiale tra i 37 e i 79 miliardi di dollari nel 2020, a causa di una combinazione di fattori.

Fattori quali l'interruzione degli scambi commerciali e delle catene del valore, che penalizza gli esportatori di materie prime e i paesi altamente integrati nelle catene del valore globale; la riduzione dei flussi finanziari esteri (rimesse dei migranti, entrate del turismo, investimenti diretti esteri, aiuti esteri); la fuga di capitali; l'impatto diretto della pandemia sui sistemi sanitari e le interruzioni dovute alle misure di contenimento e alla risposta della popolazione.

«Di fronte alla pandemia di Covid-19, i paesi non solo stanno adottando misure di contenimento, ma stanno anche dispiegando un arsenale di misure fiscali e monetarie di emergenza, con molte banche centrali della regione che prendono decisioni importanti, come l'abbassamento dei tassi di interesse o l'iniezione di livelli di liquidità senza precedenti nell'economia», ha detto Albert Zeufack, capo economista della Banca Mondiale per l'Africa.

«Ma dobbiamo assicurarci che la risposta comprenda interventi di protezione sociale, in particolare per i lavoratori del settore informale, rendendo le nostre economie più resilienti» ha concluso, con un avvertimento, Zeufack.


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