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Chi l’ha detto che bisogna essere in due?

Una nuova formula per il classico sostegno a distanza che diventa di gruppo, con soli 5 euro a testa al mese. Un'idea (e un linguaggio) per coinvolgere i giovani e avvicinarli a programmi così importanti per il futuro di tanti bambini

di Redazione

Genitore 1, Genitore 2, Genitore 3: si arriva fino a 5 genitori nella nuova campagna CIAI, che lancia un modo nuovo per attivare un sostegno a distanza. Perché se è vero che fare le cose insieme è più bello, in tempi di crisi fare una donazione in gruppo significa anche renderla economicamente più accessibile e sostenibile. La campagna debutterà in tv sulle reti Sky dall’11 ottobre e su La7 dal 25 ottobre e continuerà poi a vivere sui social. A firmare lo spot, con codici comunicativi del tutto nuovi per il SAD, è l’agenzia Ogilvy insieme ai registi Marco Bellone e Giovanni Consonni, di The Box Film.

Il SAD è la forma di donazione più diffusa ed efficace per cambiare concretamente la vita di un bambino. Nella primavera del 2006 arrivò addirittura in prima serata, sulla Rai, con un programma di Raffaella Carrà che portò 130mila italiani ad avviare un sostegno a distanza. In quegli anni, erano almeno 1 milione nel mondo i bambini sostenuti dagli italiani a distanza. «L’idea di proporre di unirsi in gruppi fino a 5 persone per condividere l’impegno di un sostegno a distanza ci è venuta proprio dai nostri donatori. Abbiamo molti gruppi di amici che da tempo hanno intrapreso questa strada. E poi ci sono i più giovani che dispongono di cifre più piccole, ma sono sempre più desiderosi di attivarsi. Abbiamo sentito l’esigenza di creare le condizioni perché il Sad fosse davvero alla portata di tutti e ad Ogilvy abbiamo chiesto di accompagnarci con un linguaggio e un trattamento moderni», dice Fabrizia Orrù, direttore raccolta fondi e comunicazione di CIAI.

«È una bella formula che meritava una creatività diversa, lontana dagli stilemi classici della categoria», commentano i direttori creativi Giordano Curreri e Marco Geranzani. E così è nato “Chi l’ha detto che bisogna essere in due?”.