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Le integrazioni sulla disabilità per il Piano Nazionale di Recupero e Resilienza

Fish e Fand presentano un documento congiunto di proposte al Presidente del Consiglio: «questo significa davvero inclusione e empowerment delle persone con disabilità, così si traduce lo slogan internazionale del movimento delle persone con disabilità “Nulla su di noi, senza di noi”»

di Redazione

Revisione e piena applicazione dei LEA e dei correlati strumenti di monitoraggio e garanzia. Aumento dei fondi per la vita indipendente, dopo di noi e budget di salute. Definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEP o LIVEAS) Accesso ai supporti, servizi, e prestazioni sulla base dei Progetti individuali e personalizzati di vita e budget di salute. Approvazione di una legislazione sui caregivers e sui servizi di sostegno alle famiglie. Garantire accessibilità e fruibilità a tutti dei servizi pubblici (salute, lavoro, educazione, sport, tempo libero, etc.). Riforma dei criteri di accreditamento e degli standard dei servizi residenziali a livello nazionale, tramite revisione dei LEA n. 30 – 34 e promozione di un piano anti istituzionalizzazione e contro le segregazioni.

Sono alcune delle azioni urgenti e necessarie per realizzare i diritti delle persone con disabilità. Azioni che dovrebbero rientrare nel grade Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che la Presidenza del Consiglio dei Ministri sta elaborando prima di presentarlo alla Commissione Europea.

FAND e FISH hanno avanzato proposte concrete ed operative – ora sul tavolo del Premier Conte – per integrare quel Piano prima che sia presentato: esso deve includere i diritti delle persone con disabilità, applicando la Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità. I principi su cui basare le azioni devono coniugare le politiche, proprio per affrontare le criticità emerse nel periodo più acuto del COVID-19 e costruire una modalità migliore di tutelare i diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari.

Il documento presentato dalle due Federazioni parte da quanto è accaduto alle persone con disabilità durante il lockdown e di quanto sta ancora accadendo in ambiti quali la scuola, il lavoro, l’inclusione delle società. Oggi è il momento migliore per attuare programmi e indicazioni già esistenti e consolidati (dal Programma d’azione biennale sui diritti delle persone con disabilità agli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite), inserendo in maniera trasversale le persone con disabilità nei temi dell’educazione inclusiva, dell’economia, delle diseguaglianze, dell’accessibilità delle città, delle azioni sistemiche e del monitoraggio, della costruzione di società. Ma è anche l’occasione di profonde riforme del Paese, a cominciare dalla profonda revisione (e finanziamento) dei Livelli essenziali dell’assistenza e dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali. FAND e FISH hanno quindi concretamente indicato gli obiettivi e le modalità per rendere ancora più condivisibile, equo ed efficace il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Le azioni proposte hanno un costo stimato di 2,6 miliardi di euro.


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