Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Solidarietà & Volontariato

6mila minuti dalla parte di mamme e bambini

Dal lockdown a oggi il numero verde di Sos Vita non si è mai fermato e insieme ai Cav e alla chat online con i suoi operatori è stato al fianco delle donne in difficoltà ad affrontare una gravidanza tra paura Covid e crisi economica. Sul fronte culturale al via il premio internazionale Alessio Solinas che invita gli studenti a riflettere su quanto la nostra società sia davvero a misura delle madri

di Antonietta Nembri

Quasi 6mila minuti di telefonate dal 1 marzo di quest’anno. Questo il bilancio della linea verde di Sos Vita (800 813 000) che con i Cav (Centri di aiuto alla Vita) presenti sul territorio e la Chat online va a comporre il quadro delle persone e delle realtà che da oltre trent’anni sono al fianco delle donne e delle coppie in difficoltà per una gravidanza. Il lockdown per il Covid e l’emergenza sanitaria che si è trasformata in emergenza economica per moltissime persone hanno inciso anche sui comportamenti e i sentimenti di chi ha vissuto i primi mesi di gravidanza durante la chiusura.
Ad ascoltare la testimonianza degli operatori telefonici emerge che durante il lockdown, diversamente dalla chat che ha avuto un’impennata soprattutto legata a sentimenti di solitudine e abbandono, sono calate le telefonate «soprattutto quelle relative alle richieste di informazioni su contraccezione e pillole varie. Poi, dopo la riapertura», precisano gli operatori «si è tornati alla situazione di prima con molte telefonate per richiesta di informazioni ginecologiche e sulla contraccezione e per rischio concepimento, mentre sono sempre una minoranza le richieste d’aiuto per rischio aborto».
Ma la fine del lockdown ha segnato anche l’apparire delle richieste di donne a fine gravidanza che volevano lasciare il figlio in adozione e non sapevano a chi rivolgersi. Tra le ragioni la crescita di donne abbandonate da mariti e compagni e soprattutto la crisi economica. Gli operatori hanno registrato anche un «aumento della povertà e del disagio psicologico dei padri rimasti senza lavoro e parliamo di italiani», precisano.

La storia di Iolanda (nome di fantasia) è un po’ un paradigmatica di questa situazione. A raccontarla Lara, operatrice del Cav di Firenze. «Ho ricevuto la telefonata di una volontaria di Sos Vita, che mi segnalava il caso di una donna della mia città, affinché potessi prendere contatto con lei. Si era rivolta al servizio perché incerta sul da farsi, aveva detto di pensare all’adozione e cercava informazioni. Ho preso contatto con Iolanda, in gravidanza di oltre sei mesi, voce debole e spaventata. Già madre di un figlio in età scolare e un nuovo compagno che non lavorava, era fermo come da decreto ministeriale, eravamo a marzo» precisa Lara. Che continua: «Mi ha detto di star pensando di dare la bambina in adozione perché non sapeva come crescerla».
Lara ricorda il timore di Iolanda di parlare al telefono, la sua richiesta di un incontro. Impossibile visto il lockdown. Il contatto tra l’operatrice e la mamma in attesa prosegue telefonicamente, con fatica tra messaggi e telefonate mancate. Ma con il passare dei giorni Iolanda si apre e confida la sua storia: la crisi della relazione con il compagno dovuta alla perdita di lavoro e l’impossibilità per lei di crescere da sola la bambina. Il Cav di Firenze si mobilita attivamente e «oltre ad un sostegno morale a distanza, siamo riusciti a farle avere i primi oggetti per la nascitura e la spesa alimentare. Cose che hanno tranquillizzato molto Iolanda, le hanno fatto toccare con mano la nostra vicinanza» continua Lara che ha poi incontrato Iolanda dopo la metà di maggio con la riapertura delle attività. «La piccola neonata indossava la tutina che le avevamo donato. Anche adesso la seguiamo con colloqui e contatti, che la possano accompagnare in un percorso ancora difficile verso una reale autonomia economica», conclude Lara.

Sos Vita è una delle articolazioni del Movimento per la Vita italiano che nella sua difesa di una cultura pro life in tutte le sue declinazioni e accezioni culturali lancia proprio in questi giorni la XXXIV edizione del Premio Solinas, un concorso europeo rivolto agli studenti delle medie superiori che quest’anno è dedicato al tema “Una società a misura di mamma: un sogno possibile?”.
A guidare la scelta del tema alcune riflessioni: la nostra società si pone in ascolto delle madri? È capace di ritagliare loro l’adeguato spazio di sostegno e di valorizzazione? La società civile e le istituzioni riescono a farsi prossime alle esigenze di una madre, figura sociale fondamentale per il suo ruolo educativo all’interno della famiglia e con impatto positivo e costruttivo anche nel mondo del lavoro?

Nella presentazione del concorso le madri di oggi sono definite delle “Wonderwomen” per il loro essere non solo multitasking, ma soprattutto perché nell’arco delle 24 ore sono spesso chiamate a ricoprire ruoli differenti: madri, donne, mogli, lavoratrici e mille altre figure. Senza dimenticare che in ambito lavorativo – nonostante la nostra Costituzione affermi che la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore e al contempo sancisca che le condizioni di lavoro debbano consentire alla funzione familiare della donna – i dati Istat raccontano un’altra storia. Secondo un trend in aumento rispetto agli anni precedenti, infatti, sono 37.611 le neomamme che hanno scelto di dimettersi dal lavoro nel 2019 e che l’80% delle richieste part-time presentate da madri non sono state accolte. Tali informazioni sono lo specchio di un mondo del lavoro che non è ancora diventato accogliente nei confronti delle madri lavoratrici e delle loro esigenze, e che non riconosce né valorizza il grande valore e le preziose competenze che una mamma apporta anche nell’ambiente in cui lavora.

Per favorire la partecipazione al concorso nel sito prolife.it (sezione dedicata al Concorso Europeo) saranno raccolti materiali che gli insegnanti potranno utilizzare per affrontare in classe i temi proposti.

In apertura una giovane mamma che oggi partecipa alle iniziative del MpV Italia – foto fornita da Ufficio stampa


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA