Media, Arte, Cultura

La cultura è spazio, tempo, relazione: non fermiamola

La cultura è fare spazio, trovare dimensioni pubbliche alle nostre speranze e alle nostre paure. Lontani dagli stereotipi e da chi vorrebbe semplicemente relegare questo mondo nel ruolo marginale dei consumi e del "divertimento". Abbiamo bisogno di cultura come abbiamo bisogno di respirare: per rovesciare abitudini reazionarie e, oggi più che mai, pericolose

di Redazione

Ogni limite è tale perché deve essere superato. Ogni limite è un'opportunità. Il mondo della cultura ce lo insegna. In questi mesi, si sono inventate forme, sperimentate modalità di relazione. La cultura ha organizzato spazi, tessuto legami. E vuole continuare a farlo.

Ne abbiamo parlato ieri sera nel terzo, seguitissimo appuntamento che Vita ha dedicato al tema: La cultura non si ferma.

Daniela Mena, direttore artistico della Rassegna della Microeditoria di Chiari (Bs), ha raccontato come si sono organizzati per rendere comunque disponibili incontri e dibattiti che iniziano in questi giorni (qui il programma). Reinventarsi non basta, ma è necessario e, in futuro, quando le cose torneranno a una qualche normalità potremo dire di aver imparato molto. Chiari, città dell'ovest bresciano, è stata da poco insignita dal Ministero dell'importante riconoscimento di Capitale del Libro 2020.

Alice Raffaele che guida uno dei gruppi di lettura della provincia di Brescia e si appresta al raduno dei gruppi, che avverrà in modalità smart il 15 novembre prossimo (qui) ha raccontato come proprio in questo periodi i gruppi di lettura locali abbiano trovato adesioni anche da persone fuori dalla provincia o dalla città. Insomma, una rete importante di socialità e di crescita condivisa.

Nel loro raduno annuale, organizzato in collaborazione con la Rete Bibliotecaria Bresciana e Cremonese. i GdL delle province di Brescia, Bergamo e Cremona discuteranno dello stato della lettura in Italia partendo dalle più recenti statistiche ISTAT. Si concentreranno anche sul periodo del lockdown e sul mercato dell’editoria di questi ultimi mesi.

L’evento, ha spiegato Raffaele, è un insieme di conferenze di vari relatori bensì sarà organizzato in modo tale da coinvolgere attivamente tutti i presenti durante tutte le due ore. Una dimensione laboratoriale attiva: sempre più necessaria in tempo di eventi mediati digitalmente.

Locale e globale, insomma. Un tema che ritorna nelle parole di Mario Biagini direttore del Workcenter di Pontedera. Legati a esperienze internazionali, oggi, siamo ributtati nel locale per trovare e consolidare legami e risorse. Ma anche, soprattutto, ha continuato Biagini per «capire cos'è davvero lo spazio pubblico». Una tesi condivisa anche da Saverio La Ruina, attore pluripremiato e fondatore di Scena Verticale, che ha aggiunto come dal locale, infine, proprio grazie alle reti riusciamo forse oggi più che mai ad avere una risonanza e ad accrescere le nostre collaborazioni internazionali.

Resta un problema, che è anche una sfida. Enorme. Ne ha parlato con passione e competenza Daniele Novara, fondatore del Centro psico pedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti: è la scuola. La scuola come esperienza, come spazio, come luogo. come possibilità. Una possibilità che, oggi più che mai, il nostro Paese sembra non voler sfruttare.

Perché? «Per non rovesciare luoghi comuni, per vivere nello stereotipo, per illudersi di tenere insieme ciò che non sta più insieme». E la cultura? La cultura è proprio questo: non accettare, non conformarsi, non adeguarsi. Ecco la sfida!


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