Welfare & Lavoro

È tempo di uno sguardo pedagogico sulla salute

Il lavoro educativo implica un rapporto essenziale tra cura ed educazione: la cura infatti è diventata oggetto di ricerca pedagogica perché consente di riflettere sull’accadere educativo e formativo dell’essere in educazione. Il professionista dell’educazione è promotore di salute perché crea alleanza educativa per realizzare la promozione della salute. Un libro per riflettere

di Antonia Ragone

La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente.

Arthur Schopenhauer

Oggi più che mai, con la pandemia di Covid-19 in atto, è palese come ogni comportamento positivo o negativo di ciascuno abbia ripercussioni a cascata sulla salute dell’intera comunità. La “salute” intesa non solo come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non consiste soltanto in un’assenza di malattia o di infermità” (Oms 1948), ma anche come “la capacità di adattamento e di auto gestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive”, ponendo l’accento sulla capacità della persona di convivere con la malattia nelle sue varie fasi. È palese che l’invecchiamento, la cronicità, le disabilità, le patologie tumorali, le malattie degenerative, la partecipazione sociale oggi influenzano le modalità di misurazione e valutazione dello stato di salute (Oms 2011).

Purtroppo presi dalla freneticità della vita quotidiana, dall’effimero, la salute si palesa divenendo visibile (Gadamer 1993) solo quando essa viene intaccata. Conoscere la salute quindi diviene importante ed implica raggiungere un livello di sapere, di capacità personali e di fiducia in sé stessi, tali da spingere le persone ad agire per migliorare il proprio stato di benessere e quello della collettività, modificando lo stile e le condizioni di vita personali. Per fare scelte consapevoli e in piena autonomia è necessario che il soggetto valorizzi le proprie competenze, le proprie abilità circa le scelte di salute e ciò avviene anche grazie ad un efficace intervento pedagogico che agendo sui vari target nei contesti educativi formali, informali non formali proprio favorisce il benessere per costruire una comunità di salute. L’educazione è una attività consapevole ed intenzionale che si occupa dell’uomo in ottica life long learning in modo trasversale interagendo con la filosofia, le altre scienze umane (psicologia, antropologia e sociologia), la medicina, le neuroscienze e le relazioni che intercorrono tra gli esseri umani per raggiungere uno stato di benessere.

Il lavoro educativo implica un rapporto essenziale tra cura ed educazione, la cura infatti è diventata oggetto di ricerca pedagogica perché consente di riflettere sull’accadere educativo e formativo dell’essere in educazione.

Il professionista dell’educazione è promotore di salute perché crea alleanza educativa per realizzare la promozione della salute che è il processo che mette in grado le persone e le comunità di avere un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla” (Carta di Ottawa, 1986). Possiamo parlare allora di una Pedagogia della Salute che ha come oggetto di studio la salute, letta ed interpretata attraverso i principi e l’azione educativa orientati alla creazione di capacità, precondizioni e relazioni favorevoli allo sviluppo di potenzialità personali e collettive, che mettono al centro l’uomo consapevole che le sue scelte e le interazioni con i determinanti di salute possono favorire o meno il suo benessere fisico, psichico e sociale.

La confusione accademica del doppio educatore, cioè la presenza in Italia di due canali formativi, ovvero la facoltà di scienze della formazione e quella di medicina che preparano a una medesima professione – l’educatore professionale – ma con spendibilità e competenze diverse sta creando non pochi problemi alla categoria. La legge di bilancio n. 205/2017 ha riconosciuto per la prima volta in Italia come professionisti dell’educazione il Pedagogista (laureati V.O, LM 50, LM57, LM85, LM93, LS 65) e differenziando definitivamente l’educatore socio-pedagogico (classe 18, L19) dall’educatore formato a medicina definendolo educatore socio- sanitario (L/SNT/2).

Grazie alle Legge di Bilancio n. 145/2018 è stato approvato il comma 517 che riprende parte del testo originale della proposta di legge dell’onorevole Vanna Iori, che era stato cancellato con l’approvazione della legge di bilancio 205/2017 commi 594-601. Dopo le parole socio-assistenziale limitatamente agli aspetti socio-educativi sono inserite le seguenti parole: “nonchè, al fine di conseguire risparmi di spesa, nei servizi e nei presidi socio-sanitari e della salute limitatamente agli aspetti socio-educativi”. Anche questo però ha scatenato diverse interpretazioni e quindi si aspettano i decreti attuativi dell’art. 33 bis del Decreto legislativo 14 agosto 2020 n. 104 che detta l’adozione di misure urgenti per la definizione delle funzioni e del ruolo degli educatori socio-pedagogici nei presidi socio-sanitari e della salute. Questa legge stabilirà le funzioni proprie degli aspetti socio-educativi, considerato che il tratto specifico del ruolo della figura professionale dell'educatore socio-pedagogico nei presidi socio-sanitari e della salute è la dimensione pedagogica, nelle sue declinazioni sociali, della marginalità, disabilità e della devianza in riferimento alle attività professionali:

a) individuare, promuovere e sviluppare le potenzialità cognitive, affettive, ludiche e relazionali dei soggetti, a livello individuale e collettivo, nell'ambito di progetti pedagogici elaborati in autonomia professionale o con una equipe in prospettiva interdisciplinare e interprofessionale;

b) contribuire alle strategie pedagogiche per programmare, pianificare, realizzare, gestire, monitorare, verificare e valutare interventi educativi mirati allo sviluppo delle potenzialità di tutti i soggetti per il raggiungimento di livelli sempre più avanzati di sviluppo, autonomia personale e inclusione sociale;

c) progettare, organizzare, realizzare e valutare situazioni e processi educativi e formativi sia in contesti formali, pubblici e privati, sia in contesti informali, finalizzati alla promozione del benessere individuale e sociale, al supporto, all'accompagnamento e all'implementazione del progetto di vita delle persone con fragilità esistenziale, marginalità sociale e povertà materiale ed educativa, durante tutto l'arco della vita;

d) costruire relazioni educative, cura educativa, accoglienza e responsabilità; prevenire situazioni di isolamento, solitudine, stigmatizzazione e marginalizzazione educativa, soprattutto nelle aree territoriali culturalmente e socialmente deprivate.

Finalmente dopo anni di vuoto legislativo anche i professionisti dell’Educazione iniziano ad avere degli appigli di legge per dare dignità a questa professione così duramente sottomessa ed esclusa nelle diverse realtà italiane. L’approvazione del Decreto Inclusione nell’art.12 comma 3 DM 66/2017 e il decreto sull’inclusione approvato definitivamente dal Consiglio dei Ministri del 31 luglio 2019, aggiunge un ulteriore tassello. Infatti esso prevede nell’unità di valutazione multidisciplinare del SSN anche la presenza di un pedagogista in rappresentanza dell’ente di competenza per la redazione del profilo di funzionamento (PF) che è il documento propedeutico e necessario alla predisposizione del “Piano Educativo Individualizzato (PEI) e del Progetto Individuale”.

Si auspica che il legislatore unifichi il doppio educatore per farne un profilo unico e che le aziende sanitarie locali rivedano le proprie piante organiche per reinserire a pieno titolo anche a figura del pedagogista nel settore sanitario, dove sono presenti gli educatori socio-sanitari, gli assistenti sociali, gli psicologi, i sociologi e non i professionisti dell’educazione che sono i principali promotori di salute.

Nell’ottica azioni educative rivolte alla salute come risorsa per la quotidianità nella collana “La pedagogia in risposta alla complessità” è stato pubblicato una edizione speciale di Pedagogia. Introdurre nuovi spazi di salute nei servizi alla persona. Questo libro affronta il tema salute in ottica educativa ed umanistica, offrendo al lettore una attenta fotografia professionale dello scenario sociale ed emotivo di distruzione e ri-costruzione dei servizi post Covid-19, dentro una cornice nuova e piena di spazi di riflessione condivisi dei nuovi bisogni di cura che stanno emergendo: un lavoro corale di vari professionisti dell’educazione di varie realtà italiane uniti senza scopro di lucro, in quanto il ricavato è donato alla FHM Onlus.

  • Professioni Educative ed emergenza Covid -19 (Ruta/ Rossi)
  • Un quadro legislativo in continua evoluzione (Sestu)
  • Il setting che cambia “educazione senza corpo” (Sestu)
  • Educare a distanza (Tiana )
  • Il Pedagogista ai tempi del covid-19: spazi e tempi di riflessione-azione nella scuola (Tanda)
  • Autoeducazione a distanza l'agorà professionale (Massola)
  • Educare è una pratica di salute (Ragone)

Photo by Jenny Hill on Unsplash


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