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La cultura non si ferma: ne discutiamo oggi alle 18

Il digitale è uno strumento sempre più importante anche nel settore della cultura, ma non può sostituire la presenza, la relazione, l'incontro. Ne discutiamo nel quarto appuntamento che Vita dedica al mondo della cultura: appuntamento in diretta sulla nostra pagina Facebook alle 18. Ospiti Eraldo Affinati, Maria Luisa Finocchi, Davide Maggi e Irene Bongiovanni

di Redazione

Tra le aziende culturali colpite dalla crisi, il 70% stima perdite del 40% del proprio bilancio, mentre per il 13% perdite superiori al 60%. Solo olo il 22% immagina un futuro ritorno alla normalità, mentre il 50% prospetta una riduzione e ridefinizione delle proprie attività. Lo rileva il Rapporto Annuale di Federculture che offre una fotografia sullo "stato dell'arte", oggi, in Italia.

Temi che abbiamo dibattuto negli incontri de La cultura non si ferma, che Vita ha organizzato assieme a tanti amici (da Giacomo Poretti a Andrée Ruth Shammah, da Chiara Saraceno a Luca Doninelli).

Un appuntamento che prosegue oggi, alle 18, in diretta sulla nostra pagina Facebook con altri ospiti d'eccezione: lo scrittore Eraldo Affinati, Maria Luisa Finocchi della Fondazione Mondadori, il referente per l'arte e la cultura di Fondazione Cariplo Davide Maggi e Irene Bongiovanni, presidente di Confcooperative Cultura.

Potrete seguire l'appuntamento in diretta cliccando qui.

La cultura è sempre più importante, ci ha spiegato Chiara Saraceno, come motore per le comunità educanti del nostro Paese e come orizzonte di senso. Teatri, cinema, compagnie, gruppi di lettura, librerie, biblioteche e festival stanno sperimentando e innovando. Nonostante tutto e nonostante tutti (Governo in primis).

Nel frattempo, due ricerche commissionate da Intesa San Paolo, I consumi culturali degli italiani ai tempi del Covid-19: vecchie e nuove abitudini e Effettofestival 2020: i festival di approfondimento culturale ai tempi del Covid-19 mostrano quali strumenti il mondo della cultura abbia messo in campo per capire e agire. Dalla prima, condotta da Ipsos, emerge che, dopo le prime difficoltà, il lockdown ha stimolato scelte strategiche soprattutto sul digitale, che ha ricoperto un ruolo chiave nella fruizione culturale durante il confinamento.

La seconda ricerca, Effettofestival 2020, realizzata da Giulia Cogoli e Guido Guerzoni, ha invece indagato come le rassegne culturali hanno reagito di fronte all’emergenza sanitaria. La ricerca ha evidenziato che il 17% delle rassegne ha annullato l’edizione 2020, il 7% ha proposto una doppia edizione, online e in presenza (a lockdown finito), il 17% ha optato per una formula completamente online. Solo il 35% è riuscito a realizzare una edizione in presenza, grazie alle date non impattate dal lockdown.

Anche per le rassegne culturali il digitale sarà un elemento irrinunciabile per il futuro: il 46% delle manifestazioni culturali proporranno nel 2021 la formula ibrida tra online e live, con format nuovi e contenuti che andranno ad integrare l’esperienza dal vivo.

Appuntamento alle 18!


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