Comitato editoriale

Come rilanciare la pratica dell’affido con una nuova determinazione?

L'affido familiare può essere uno strumento chiave per aiutare un bambino in difficoltà. L’affido non è certo un “togliere” un bambino ad una famiglia, ma “aggiungere” una risorsa alla storia e ai legami di un contesto familiare di vulnerabilità: da qui il titolo della pubblicazione “Due famiglie per crescere”, promosso e realizzato da L’Albero della Vita

di Redazione

Sono passati quasi 40 anni dalla legge 184/1983 che sanciva in Italia la fine degli istituti di accoglienza per minori fuori famiglia e rilanciava l’affido familiare come strumento chiave per aiutare un bambino in difficoltà che per diverse ragioni non poteva più vivere con i propri genitori. Dopo quasi vent’anni la legge 149/2001 marcava una chiara priorità dello strumento dell’affido per l’accoglienza, rendendo secondari altri interventi da mettersi in campo solo in assenza di condizioni per la realizzazione di un collocamento in famiglia.

Lo scorso 10 dicembre un gruppo di professionisti del pubblico, del mondo universitario e del privato sociale si è interrogato su come rilanciare l’istituto dell’affido in una conferenza dal titolo “Far vivere e crescere l’affido oggi” che ha coinvolto oltre 650 partecipanti, principalmente assistenti sociali su tutto il territorio nazionale.

Un grande interesse per un tema che ha dimostrato, nelle parole degli esperti, di avere le migliori caratteristiche della solidarietà umana, tra mutuo aiuto tra le famiglie e la crescita di una più matura dinamica di comunità. L’affido non è certo un “togliere” un bambino ad una famiglia, ma scuramente “aggiungere” una risorsa alla storia e ai legami di un contesto familiare di vulnerabilità: da qui il titolo della pubblicazione “Due famiglie per crescere”, edita da Carocci, che L’Albero della Vita ha presentato e che contiene preziosi contributi di circa 40 autori, esperti di massimo livello dell’affido a livello di pratica, di ricerca e di politiche pubbliche.

L’affido è una pratica da rilanciare con una nuova determinazione affinché ogni caso di minori fuori famiglia, dove questo strumento si dimostri appropriato, possa trovare una famiglia pronta e idonea per una temporanea accoglienza e un sistema di tutela capace di accompagnare l’esperienza in tutte le sue complessità valorizzando al massimo le capacità e l’ambiente familiare.

A questa capacitazione del sistema pubblico o pubblico-privato di sostegno all’affido si sono dedicati vari interventi, delineando gli snodi all’interno del sistema giudiziario e dei servizi sociali a tutela del minore, riaffermando i principi guida dell’affido (a partire dalle linee guida ministeriali del 2012) e mostrando buone pratiche da cui si comprendono alcuni valori portanti della crescita di questo strumento: la forte convinzione degli operatori chiamati a promuoverlo, la disponibilità di famiglie accoglienti laddove il sistema di lavoro si dimostri capace di supportarle, la malleabilità dell’affido ad adattarsi ai diversi bisogni e alle diverse risorse disponibili nel minorenne e nelle famiglie coinvolte.

Per dare slancio all’affido occorrono servizi sociali meglio strutturati, con organico sufficiente e carattere di multidisciplinarietà tale da poter lavorare di prevenzione, definire il più idoneo collocamento sulla base delle indicazioni del Tribunale per i Minorenni e di assicurare una gestione degli affidi attenta e sensibile al mondo familiare, vero protagonista, prima ancora delle istituzioni, della pratica dell’affido. A questo miglioramento del sistema dei servizi di tutela si sono dedicati a lungo i lavori dell’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza che sta procedendo spedito per l’approvazione del nuovo Piano Nazionale e che, con il contributo di molti degli esperti presenti alla conferenza, ha trattato il tema dell’affido con particolare calore e impegno.

La conferenza si è conclusa con l’invito ai policy makers di dare slancio ad una nuova stagione per l’affido familiare che possa trovare priorità e risorse secondo le definizioni del Piano Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza ed essere messa tra le priorità degli stanziamenti europei della Garanzia Infanzia. Con l’impegno di tutti coloro che hanno a cuore la tutela dei bambini a promuovere una più solida cultura dell’infanzia nella classe politica del nostro Paese e mettere a frutto le esperienze positive di affido degli ultimi 40 anni per dare ai bambini e ai ragazzi fuori famiglia una migliore opportunità.