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Crowdfunding e Covid-19: il boom delle piattaforme

Oltre 25 milioni di euro per l’emergenza Covid-19: tanto è stato raccolto attraverso le principali piattaforme di crowdfunding, soprattutto nelle drammatiche settimane del lockdown. Due le parole chiave: disintermediazione e territorialità

di Sara De Carli

Oltre 25 milioni di euro per l’emergenza Covid-19. È quanto è stato raccolto attraverso le principali piattaforme di crowdfunding in Italia per la sola emergenza, soprattutto nelle drammatiche settimane del lockdown. Due le parole chiave: disintermediazione e territorialità.

1 italiano su 10 nella prima settimana della crisi, ha visitato almeno una campagna di raccolta fondo ospitata su GoFundMe. Sulla piattaforma tra marzo e fine maggio oltre 800mila donatori hanno donato oltre 17 milioni di euro, con una donazione media di circa 21 euro. Nello stesso periodo oltre 30mila persone dall’estero hanno donato oltre 2 milioni di euro alle campagne Covid19 italiane: sono più di 50 i paesi da cui provengono questi donatori. «Quella a nostro avviso è la fase in cui sono nate tutte le raccolte fondi legate al Covid-19 per gli ospedali e per le associazioni. Da maggio in poi si assiste ad una crisi che poi ha colpito tutti i settori e le campagne sono nate soprattutto per supportare la cultura, le organizzazioni non profit, singoli cittadini in difficoltà», dice Luca Salici, communication manager di GoFundMe.

«Durante la fase di emergenza sono nate sulla piattaforma centinaia di campagne per combattere il Covid-19: come sempre abbiamo esaminato scrupolosamente ogni singola raccolta fondi, collaborando con ospedali, associazioni e fondazioni. Manteniamo il pieno controllo di tutti i fondi e – dopo una attenta validazione di dati, documenti ufficiali e informazioni bancarie – li destiniamo al beneficiario indicato nella raccolta fondi. Abbiamo un team di Trust&Safety 24/7, il che significa che ogni singola campagna di raccolta fondi per combattere il Covid-19 è stata verificata e validata. Attraverso l'uso di strumenti e tecnologie specializzate nel rilevamento delle frodi (o riciclaggio di denaro, phishing, cardtesting, plagi) il nostro team è in grado di individuare la maggior parte delle campagne potenzialmente sospette. Circa un terzo dei nostri impiegati è adibito a verificare tutte le campagne e le transazioni. Il prelievo viene messo in pausa fino a quando vengono portate a termine le indagini che ci assicurano che la persona che preleva i fondi sia quella giusta e designata come beneficiario. È importante sapere che i casi di uso improprio rappresentano meno dello 0,01% di tutte le campagne su GoFundMe. Garantiamo elevati standard di sicurezza e offriamo una garanzia completa ai donatori che i fondi vadano al posto giusto, pena il completo rimborso da parte nostra», precisa Salici. GoFundMe, secondo la filosofia del GivesBack, ha donato 265mila euro a 9 ospedali italiani in prima linea nel contrasto al coronavirus.

I beneficiari delle campagne di maggior successo? L’Ospedale San Raffaele di Milano con 4.493.000 euro (è la campagna di Fedez e Chiara Ferragni); Cesvi.org per Ospedale di Bergamo che ha raccolto 1.500.000 euro; l’Ospedale Cotugno di Napoli con 934.000 euro; la Fondazione Careggi e Fondazione Santa Maria Nuova Onlus con 872.000 euro e l’Andrea Bocelli Foundation che ha raccolto 734.303 euro.

For Funding è la piattaforma di crowdfunding di Intesa Sanpaolo che consente alle persone – fisiche e giuridiche – di donare e prestare denaro in modo diretto, senza l'utilizzo di intermediari, a selezionati progetti non profit. Nel 2019 è confluita su For Funding anche la piattaforma terzovalore.com che ha aggiunto alle “tradizionali” donazioni la possibilità per chiunque di fare dei prestiti di comunità (120mila euro di prestiti di comunità nel 2020). Nel 2020 For Funding ha registrato oltre 9,5 milioni di euro di donazioni, di cui più di 5,3 milioni per l’emergenza Coronavirus. Sui 56 progetti pubblicati, 22 riguardavano l’emergenza Coronavirus. «In tre anni di attività forfunding.it ha registrato 59mila donazioni per oltre 200 iniziative, confermando la vocazione della Banca a unire donatori e organizzazioni non profit per sostenere importanti progetti di solidarietà sociale», dichiara Andrea Lecce, Responsabile Sales & Marketing Privati e Aziende Retail Intesa Sanpaolo. «In occasione dell’emergenza sanitaria, la piattaforma ha giocato un ruolo fondamentale con 22 campagne di raccolta relative al Covid-19 che si sono aggiunte al nostro grande impegno diretto per la sanità italiana e per il sociale. Inoltre, da luglio insieme a Mastercard abbiamo sviluppato un progetto per le micro-donazioni sui canali digitali e gli sportelli atm, offrendo uno strumento aggiuntivo a tutti i nostri clienti per sostenere i progetti di solidarietà pubblicati su For Funding. La grande adesione dell’iniziativa ci ha portato a replicare il modello anche per la campagna a sostegno del fondo Scena Unita» (i dati a dicembre erano di 710.000 euro raccolti, anche grazie alla donazione di 300.000 euro da parte di Intesa Sanpaolo e di oltre 1.800 donatori sulla piattaforma di crowdfunding).

Su Rete del Dono, che ha visto la sua raccolta fondi annua vicina ai 4,3 milioni di euro, ben 2,2 milioni sono andati a progetti direttamente legati all’emergenza, con una donazione media salita da 66 a 72 euro e un’ottima risposta anche tra i giovani 18-24 anni e tra gli over65 (11% dei donatori, uguale a quella degli under 24 e superiore di 3 punti percentuali rispetto allo scorso anno). «Il 2020 è stato un anno intenso ma positivo, un vero e proprio "roller coaster", a tratti pieno di imprevisti ma anche di interessanti opportunità di crescita e di sviluppo. Il digitale ne è uscito vincente, allargando gli orizzonti e aprendo nuove strade. Anche i più reticenti si sono avvicinati al digitale per donare e dare il proprio contributo. Sono state abbattute le “barriere” legate all’età e alla disponibilità economica. L’impeto di solidarietà ha anche significato un aumento della donazione media che nel 2020 ha superato i 70 €. Anche la raccolta fondi per progetto ha visto un importante cambiamento arrivando a 6.800 € per progetto», riporta il report “La resa dei conti”, appena pubblicato da Rete del Dono.

«Vince la territorialità: si alza la propensione dei donatori a donare o attivarsi come personal fundraiser per il loro ospedale o per associazione o enti del territorio», anticipava a dicembre Valeria Vitali per il 6° Italy Giving Report di Vita. «La parte del leone la fa il crowdfunding, coprendo l’80% della raccolta fondi (era il 44% nel 2019), ma ciò che emerge è anche una spiccata crescita del Personal Fundraising slegato dagli eventi sportivi con un +44% (364 raccolte contro le 253 del 2019). Questo dato ha due motivazioni: il desiderio di aiutare in modo immediato e veloce e la difficoltà a interagire con gli enti a causa dell’emergenza».

Facendo un’analisi dei progetti che sono attivati su Rete Del Dono «emerge un raddoppio complessivo dei progetti di crowdfunding attivati al Sud, 35 contro i 17 del 2019» e un cambiamento nella tipologia di organizzazioni che si attivano: «In Lombardia e Piemonte le organizzazioni che hanno raccolto di più sono gli enti in prima linea a fronteggiare l’emergenza Coronavirus (ospedali, organizzazioni che offrono assistenza socio sanitaria come Croce Rossa), mentre sono ferme le altre organizzazioni normalmente attive in occasione di eventi o altre attività di raccolta fondi». Nella seconda parte dell’anno l’attenzione si è spostata sui progetti mirati alla ricostruzione. Cultura, sostegno ai più deboli e scuola sono stati i temi che si sono fatti strada. Per la scuola in particolare la raccolta fondi è salita da 40,824 euro del 2019 a 107,098 euro del 2020. «Emerge un bel trend di crescita dei progetti per la scuola. Importanti e di valore diverse raccolte fondi anche a sostegno di scuole pubbliche. La comunità scolastica allargata – insegnanti, genitori e parenti dei ragazzi – si sta attivando ed è disponibile a investire tempo ed energie per portare avanti piccoli progetti di raccolta fondi per la scuola, per la digitalizzazione come per la ristrutturazione dei campi sportivi o l’acquisto di LIM», continua Vitali.

Anche le aziende si sono attivate in modo importante. «La maggior parte di quelle attive su Rete del Dono lo ha fatto coinvolgendo i dipendenti e mettendo insieme una vera e propria azione di solidarietà congiunta. Ospedali e Croce Rossa sono stati i principali destinatari di queste campagne di crowdfunding aziendale, con un raccolto complessivo che ha superato gli 800 mila euro», si legge nel report. «Le aziende più virtuose hanno fatto importanti donazioni aziendali e parallelamente coinvolto i dipendenti, rendendoli protagonisti e trasformandoli in veri ambassador della campagna. Ogni azienda ha raccolto in media 16.000 € nel 2020, contro i 7.000 € del 2019».

Venerdì 22 gennaio alle ore 15, sulla pagina Facebook di VITA, presenteremo il 6° Italy Givinge Report insieme a Stefano Malfatti, Giancarla Pancione, Rossano Bartoli e Mario Consorti.


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