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Politica & Istituzioni

Un capitolo infanzia nel Next Generation EU: il Parlamento dica da che parte sta

Oggi pomeriggio la Camera discute la mozione a prima firma Paolo Lattanzio, elaborata grazie al contributo di 50 associazioni che si occupano di infanzia. Finalmente si parlerà di bambini e adolescenti. Tre le richieste essenziali: inserimento di una parte dedicata all’infanzia nel PNRR, un Piano straordinario per l'infanzia e adolescenza, la presa in carico chiara e coordinata del tema infanzia nel Governo

di Giovanni Visci

La Mozione dell’on. Paolo Lattanzio e altri in discussione alla Camera dei Deputati il 25 gennaio raccoglie e organizza il contributo derivante da consultazioni e contributi di società scientifiche, associazioni e organizzazioni del Terzo settore che hanno segnalato e documentato da tempo le pesanti conseguenze che la pandemia e il sopravvenuto lockdown hanno prodotto sulla vita e sulle relazioni dei bambini e degli adolescenti.

Lo slogan “andrà tutto bene” è stato quanto mai ingannevole e poco rispettoso del vissuto dei bambini e degli adolescenti. Come CISMAI – con altre Associazioni del Terzo settore – abbiamo segnalato da tempo quanto stava accadendo, a cominciare dall’iniziativa “un decreto per i bambini” nello scorso mese di maggio, ottenendo però solo interventi parziali e di corto respiro.

In questo contesto, la pandemia da Covid-19 ha avuto il “merito” di evidenziare la fragilità “storica” delle politiche per la famiglia, l’infanzia e l’adolescenza del nostro Paese enfatizzando il livello dell’estensione della povertà economica e di quella educativa che ne è un corollario significativo, la limitata presenza di servizi educativi per la prima infanzia nel nostro “lungo” Paese e gli investimenti insufficienti per la formazione e lo studio.

Un aspetto non secondario delle conseguenze di questa catena di insufficienze è la persistente e pericolosa riduzione della natalità nel nostro Paese, espressione certamente di una molteplicità di cause anche profonde, ma che sicuramente trova nelle difficoltà economiche delle famiglie, nella carenza di lavoro, soprattutto per le donne, e nella limitata disponibilità di servizi scolastici e socio-educativi per la prima infanzia una motivazione in più per non avere figli.

Il Governo e le Istituzioni centrali e locali oggi dispongono di una serie di programmi e di sollecitazioni mai disponibili in precedenza per pensare, programmare e realizzare interventi sistemici ed integrati: l’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030, il Child Guarantee e, soprattutto, il Next GenerationEU.

Il CISMAI e tutte le organizzazioni e le agenzie che a vario titolo lavorano con i bambini, gli adolescenti e le famiglie avvertono con nettezza che i programmi e gli interventi sono stati fino ad oggi parziali, residuali e non integrati. Si è del tutto trascurato che gli investimenti per le giovani generazioni sono quelle più fruttuosi e redditizi in termini di ritorno economico: la scuola di Cambridge ha dimostrato che gli interventi rivolti alla prima infanzia sono altamente redditizi in termini di salute, di performances scolastiche e – soprattutto – di adeguato inserimento nel mondo del lavoro. (Eckman, Premio Nobel Economia, 2000).

Pertanto, la richiesta di un Piano Straordinario per l’Infanzia e la Adolescenza, sollecitato dalla Mozione Lattazio, che sia in grado di coinvolgere in modo sistemico i Ministeri e le Amministrazioni centrali e periferiche è la risposta che il Paese chiede. La “stella polare” delle misure da adottare è quella dei “diritti dell’infanzia e dell’adolescenza come sono richiamati dalla Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo (New Yok, 1989), che possiamo declinare nel diritto alla salute, all’istruzione, ad una genitorialità adeguata, al contrasto della povertà.

Investire sull’infanzia e l’adolescenza non solo comporta risultati positivi e duraturi nel tempo, riducendo nello stesso tempo i fattori di rischio per il maltrattamento e la violenza, che non sono solo quelli relativi al benessere globalmente inteso (fisico, psicologico, cognitivo, emotivo e relazionale), ma che si riverberano anche sul piano economico.

Tuttavia, preliminare alle misure sopra accennate è l’adozione di un programma organico per favorire la natalità: per questo obiettivo, facendo anche riferimento alle misure adottate in altri Paesi, occorre assumere un ventaglio di provvedimenti che comprendano un ridotto carico fiscale e benefici previdenziali per i figli, riduzione della spesa per l’accesso ai servizi educativi per la prima infanzia e per la frequenza degli studi superiori e universitari.

Accanto a queste misure sollecitiamo interventi per aumentare gli organici e la professionalità degli operatori sociali in tutto il Paese: sono queste le “antenne” in grado di individuare i “fattori di rischio” dei diversi aspetti della devianza con ricadute positive sul benessere sociale, riconoscendo infine, come indica la mozione, il ruolo del Terzo settore e dell’associazionismo civico nella direzione di una “comunità educante”.

Giovanni Visci, presidente Cismai


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