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Oltre bandi e progetti: così il Terzo Settore rigenera il territorio

Mapping Change e Ashoka Italia in collaborazione ActionAid Italia, il Consorzio Comunità Brianza, la Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani e la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno hanno organizzato una mattinata di confronto sulle sperimentazioni e sulle iniziative già avviate che stanno dimostrando la possibilità di superare i limiti dei bandi a progetto tra esperienze, condivisione dei problemi e raccomandazioni

di Alessandro Puglia

Un momento di confronto tra alcune delle maggiori organizzazioni nazionali e internazionale del Terzo Settore per “alzare l’asticella” dimostrando la possibilità di superare i limiti dei bandi di finanziamento pubblici e privati ai progetti. Un dibattito aperto e costruttivo attraverso i nodi cruciali del non profit oggi organizzata da Mapping Change, Ashoka Italia, ActionAid Italia, il Consorzio Comunità Brianza, la Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani e la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno . L’incontro è avvenuto su Zoom attraverso cinque tavoli tematici così divisi: Come si costruiscono i partenariati su fiducia e valori comuni per un cambiamento sistemico, non limitato ai singoli progetti? Come si gestisce l’equilibrio fra leadership/ownership del processo di partecipazione? Come reperire le risorse economiche per partire e per dare sostenibilità nel tempo? E ancora Co-progettazione e impresa: come il settore corporate può giocare un ruolo centrale per la sostenibilità ed il bene comune?

L’obiettivo dell’incontro – hanno sottolineato gli organizzatori dell’evento – è stato raccogliere testimonianze di condivisione con il fine di creare una comunità di buone pratiche in grado di fare Advocacy a livello nazionale e internazionale. Buone pratiche che partendo dal locale possono diventare così universali e al tempo stesso modelli ripetibili.

Fondamentale dunque il ruolo co-progettazione che ha bisogno di co-programmazione. «Una co-programmazione che sia agevolata da meccanismi, come potrebbe essere quello della Agenda 2030, pensando di rimanere nei processi di sviluppo locale e considerando che la relazione tra costi e risultati è un falso problema», ha spiegato Fulvio Vincenzo del Tavolo legislativo Forum del Terzo Settore.

Sono quindi state analizzate alcune delle più interessanti buone pratiche sul panorama nazionale, esperienze in cui è stata sottolineata «l’importanza di un welfare del territorio dove il pubblico ha necessariamente bisogno del Terzo Settore», come ha ricordato Lorenzo Guerra, presidente del Consorzio Consolida Lecco, con il ruolo delle organizzazioni che tendono sempre più a perfezionarsi nello svolgimento dei loro progetti.

Un incontro in cui sono emerse anche le problematiche dovute in gran parte agli effetti della pandemia, ma anche a quella capacità e visione di ripensare il Terzo Settore con un’economia diversa, circolare. «Non può esserci co-progettazione se c’è competizione e alle imprese che operano nel sociale non possono applicarsi i modelli della business economy. La vocazione del Terzo Settore è univoca», ha spiegato Carola Carazzone, segretario generale di Assifero.

Perseguire il bene comune ha una direzione precisa: «Oggi il Terzo Settore ha il compito di uscire dai suoi recinti chiusi, piuttosto è chiamato a sperimentare un nuovo pensiero economico che si fonda sulla coesione sociale, sullo scambio di know-how, ricerche e saperi», ha sottolineato Gaetano Giunta, presidente di Fondazione Comunità di Messina. «Ci proclamiamo portatori e portatrici di valori universali e poi andiamo in competizione sulle adozioni a distanza, su chi si prende il miglior progettista, sulle raccolte fondi, invece il nostro obiettivo finale è il perseguimento del bene di una comunità», ha aggiunto Maria Chiara Roti, Direttore generale della Fondazione per l'Infanzia Ronald McDonald Italia.

«Penso a un’alleanza di senso, con soggetti diversi, reti che mettono insieme grandi e piccole associazioni, intellettuali, legami autentici», ha aggiunto Raffaela Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. È stato quindi sottolineato il ruolo fondamentale delle fondazioni di Comunità che dal Nord al Sud del paese oggi rinnovano e rigenerano di fatto il ruolo del Terzo Settore. Perché insieme si possono proporre modelli di co-progettazione e co-programmazione in un rapporto di fiducia reciproca. Così il Terzo Settore potrà avere un’unica stella polare per navigare tutti insieme. Al di là del singolo progetto.


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