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Per gli adolescenti spenti dal Covid arriva lo psicologo gratis

Fondazione Soleterre offre sessioni individuali gratuite rivolte a tutti gli adolescenti con uno psicologo. «Chi sta male oggi sta tanto male. Un adolescente oggi non ha modo di sperimentare il suo nuovo sé nascente, c'è una perdita della dimensione dell'interesse che non va sottovalutata», dice il presidente Rizzi. Con 72 professionisti nasce così una prima "Rete Nazionale per il Supporto Psicologico Covid-19": un passo necessario

di Sara De Carli

Marco ha 16 anni. Dall’inizio della pandemia non è più uscito di casa. Ha smesso di giocare a calcio e di frequentare gli amici. Da una settimana ha anche abbandonato la scuola. Spaventati e preoccupati, i genitori di Marco si sono rivolti a Fondazione Soleterre, che ha attivato per Marco un supporto psicologico gratuito.

Un percorso semplice, perché l’urgenza del momento lo richiede. Basta una telefonata per attivare uno dei 72 psicologi e psicoterapeuti in 14 Regioni d’Italia, esperti nel lavoro con i bambini, i preadolescenti e gli adolescenti, che hanno aderito al progetto di Soleterre. Il numero è lo +39 335 7711 805, risponde dalle 9.00 alle 18.00 e permette di fissare un appuntamento con uno psicologo in presenza, attivando il professionista della Rete più vicino al territorio di residenza del ragazzo oppure on-line.

«La storia di Marco è simile a tante altre storie che stiamo raccogliendo», racconta Damiano Rizzi, presidente di Fondazione Soleterre e psicologo clinico presso il Policlinico San Matteo di Pavia. Storie che «raccontano il dolore mentale di sentirsi soli, che diventa una condizione psicologica caratterizzata da un profondo senso di vuoto e inutilità. Qualcosa che se non curato può portare a più gravi problemi di salute fisica e mentale come Internet dipendenza, ideazione suicidaria e uso di sostanze». Le cronache in queste settimane non ci hanno risparmiato squarci su questo dolore che gli adolescenti stanno vivendo e che arriva ad esternarsi talvolta attraverso atti autolesionistici e tentativi di suicidio.

«Creare allarmismi non serve mai a nessuno, però occorre stare attenti», sottolinea il dottor Rizzi. «L’adolescenza è uno snodo evolutivo estremamente delicato, sempre e per tutti, come tutti gli snodi evolutivi della vita. È un momento in cui ci si separa da qualcosa che ha a che vedere con la nostra identità. Lo fa anche il neopensionato, con la differenza che l’adolescente, diversamente dal pensionato, non ha già sperimentato il suo sé nascente, sa solo che deve abbandonare cioè che era». Se questo è il naturale e fisiologico processo della crescita, con il lockdown «è successo che il passaggio fisiologico e psicologico dal bambino verso il giovane adulto è avvenuto, ma è stata interdetta la possibilità di sperimentare appieno questo nuovo sé. Basti pensare a cosa è l’intervallo a scuola: è il luogo della seduzione, dell’immaginazione, del provare se stessi nello sguardo di ritorno dei pari, che è fondamentale perché ci dice chi siamo. Le piattaforme non danno sguardo di ritorno. Anche qui dobbiamo stare attenti a non creare allarmismo, ma allo stesso tempo a non sottovalutare».

Dopo 250 sessioni psicologiche di gruppo, svolte a partire dal mese di settembre 2020, in aiuto a 1.400 studenti, 168 genitori e 288 docenti, Fondazione Soleterre ha deciso di integrare nel proprio servizio di supporto psicologico anche delle sessioni individuali gratuite rivolte a tutti gli adolescenti. Perché? «Perché già le situazioni delicate tra gli adolescenti non mancavano… ma con il Covid ai nostri ragazzi è esploso il mondo in mano. Chi sta male oggi sta tanto male. Il Covid anche qui è stato un acceleratore dei processi, anche di quelli mentali. Ai ragazzi fino a ieri è mancata ogni possibilità di interesse e di piacere: la scuola, lo sport, i pari… È naturale che l’adolescente perda interesse nelle cose che faceva da bambino per cercare interesse e piacere in cose nuove, che sentano davvero come “sue”. Ma se non può sperimentare nessun interesse e piacere, perché non c’è accesso a nessuna delle attività che lo generano, come fa? E questa perdita di interesse e di piacere è pericolosa, non va sottovalutata. Però occorre mettere a disposizione persone esperte, perché le patologie sono tante e diverse. L’appello è alle famiglie e alle scuole: se si vede qualche segnale preoccupante chiamate il numero. Alla peggio avranno fatto una telefonata per niente», dice Rizzi.

Il servizio di Soleterre è finanziato da una raccolta fondi tuttora aperta, che ha già avuto donazioni per 100mila euro. Con quelle risorse vengono retribuiti i terapisti della Rete, garantendo così 5 incontri gratuiti a ragazzo. Ma è possibile usarli anche per proseguire con il professionista di fiducia se qualche ragazzo è già seguito da un suo terapeuta e la famiglia ha difficoltà economiche che mettono a rischio il prosieguo della terapia.

Questo il servizio che risponde a un bisogno importante e urgente. Ma quello che nasce oggi è più di un servizio. Questi 72 professionisti del progettop di Soleterre sono l’embrione di una Rete Nazionale per il Supporto Psicologico Covid-19. «In questo momento storico, serve lo psicologo di base. Che cos’altro deve accadere, più di questa pandemia, per renderlo evidente?», afferma Rizzi. «Oltre ai problemi che c’erano prima e che il Covid non ha certo guarito, si sono aggiunte le persone che hanno perso un proprio caro, che hanno perso il lavoro, negli ambulatori vediamo che anche chi è guarito dal Covid ha danni che talvolta compromettono alcune funzionalità… Che messaggio diamo a tutte queste persone, che ce la devono fare da sole? È difficile. Una persona che sta male in questo momento rischia di non trovare un approdo… Non è più un’emergenza, siamo in una condizione che ha i connotati della cronicità, non della acuzie».


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