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I cittadini della Terra dei Fuochi: «Le 5 cose che chiediamo al governo Draghi»

Completamento delle legge sugli ecoreati, mappature dei siti inquinati - non solo in Campania ma in tutta Italia - bonifiche, screening di massa e attenzione alla cura. «Viviamo in un territorio dove non c’è famiglia senza un ammalato di tumore in casa», dice Vincenzo Tosti, attivista della Terra dei Fuochi, tra i fondatori dell’associazione Rete di cittadinanza e comunità e promotore delle rete regionale Stop Biocidio. «Basta trattare la Terra dei Fuochi come un’emergenza. L’assenza delle istituzioni sta decimando una popolazione»

di Anna Spena

Il rapporto conclusivo dell'accordo che la Procura di Napoli Nord stipulò nel giugno 2016 con l'Istituto Superiore di Sanità lo mette nero su bianco: "c'è una relazione causale, o anche di concausa, tra la presenza di siti di rifiuti incontrollati sul territorio dei comuni delle province di Napoli e Caserta compresi nella cosiddetta Terra dei Fuochi, e l'insorgenza di alcune patologie, come il tumore alla mammella, l'asma, le varie forme di leucemie, le malformazioni congenite”.

«Grazie all’impegno dei comitati cittadini che non si sono mai arresi, siamo passati dal negazionismo estremo ad una consapevolezza che esiste un problema serio, una tragedia. Gli versamenti di rifiuti tossici possono aver avuto un effetto sanitario sulle popolazioni in termini di causalità e o con-causalità nell'insorgenza di specifiche malattie», racconta Vincenzo Tosti, attivista della Terra dei Fuochi, tra i fondatori dell’associazione Rete di cittadinanza e comunità e promotore delle rete regionale Stop Biocidio.

«Questo è un lavoro che ha commissionato la procura dietro la spinta dei cittadini e dei comitati che hanno sempre chiesto a gran voce risposte su quanto stava accadendo. I dati che oggi fanno notizia noi li conoscevamo già, li sentiamo sulla nostra pelle: viviamo in un territorio dove non c’è famiglia che non abbia un ammalato di tumore in casa. Si ammalano i bambini, i ragazzi, le donne, gli uomini, ci ammaliamo tutti».

38 i comuni presi in analisi «ma», aggiunge Tosti, «le aree della Terra dei Fuochi comprendono almeno 91 comuni. Non si si muore di più perché c’è una condizione sociale diversa, più fragile. Le condizioni socio economie sono omogenee. Si muore perchè viviamo – a prescindere dallo stato sociale – in territorio dove per anni sono stati versati rifiuti tossici. Questo studio non è un punto d’arrivo, ma una delle tappe per arrivare alla verità».

Troppe le promesse fatte ai cittadini in questi anni e poi tradite: «Non sappiamo se possiamo fidarci di questo governo. Bisogna però dire che il 90% degli interventi da fare sono di competenza regionale, e la Regione ha una grande responsabilità in questa questa storia». Cinque i punti principali su cui lavorare: «Come cittadini», dichiara Tosti, «chiediamo al Governo che venga completato l’iter della legge 68 sugli ecoreati. Cosa che, a onor di verità, aveva provato a fare con la legge “Terra Mia” l’ex ministro per l’ambiente Costa. Ma gli stessi che oggi fanno parte di questo nuovo governo, in passato l’hanno bloccata. Chiediamo anche che vengano seriamente mappati tutti i siti inquinati, non solo in Campania ma in tutta Italia. Chiediamo interventi di bonifica urgentissimi e ancora di più che questi non diventino in qualche modo un lauto pranzo per chi vuole solo fare profitto. É necessario inoltre che le persone che vivono nelle vicinanze di questi siti vengano monitorate costantemente, quindi screening di massa per capire cosa hanno, cosa abbiamo, nel sangue. I test tossicologici devono rientrare nei livelli essenziali di assistenza. E ovviamente chiediamo, non per ultimo, l’attenzione alla cura delle persone dove il governo regionale e nazionale devono lavorare in sinergia. Non vogliamo più sentire parlare di emergenze, basta fare profitto sui poveri».