Solidarietà & Volontariato

Stati generali del volontariato di Bergamo: a tema la povertà

Mercoledì il secondo appuntamento degli Stati Generali del volontariato bergamasco in diretta streaming sul sito degli Stati Generali e sui canali social di CSV Bergamo e di Vita con la partecipazione di Tito Boeri, economista e docente alla Bocconi, don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità e da Roberto Rossini, portavoce dell'Alleanza contro la povertà

di Redazione

La povertà è l’espressione meno accettabile della diseguaglianza economica, una limitazione alla possibilità di consumo, un condizionamento delle libertà della persona, una barriera allo sviluppo delle relazioni. Con la pandemia tutti questi aspetti si sono accentuati, facendo emergere situazioni che prima erano nascoste e dando vita a nuovi problemi. Spesso la mancanza economica è l’indicatore più evidente, che deve però aprire ad uno sguardo più ampio: la povertà è anche solitudine, deprivazione anche morale non solo materiale.

Serve allora rimettere al centro la funzione del Volontariato, degli uomini e delle donne che danno il proprio sostegno alla fragilità, provando ad individuare un orientamento comune e a promuovere una alleanza affinché tutti possano agire pienamente come cittadini dentro le nostre comunità.

Cosa vedono le associazioni – Definizione di povertà

La povertà è sostanzialmente percepita come una condizione temporanea e trasformabile che si esprime attraverso:

§ forme di grave marginalità, nelle quali la componente più evidente è la mancanza di disponibilità economiche, con la conseguente impossibilità di rispondere a bisogni primari quali il cibo, la casa;

§ forme “sommerse”, dove la mancanza economica non è il primo fattore di evidenza e probabilmente nemmeno il più significativo: povertà oggi è innanzitutto una questione culturale (rispetto all’avere consapevolezza dei propri diritti), relazionale (nel non essere soli nella fragilità) ed educativa (perché avere più competenze significa avere più chance per uscire dai momenti di disagio).

Soprattutto, la povertà rappresenta una mancanza di occasioni, di risorse, di opportunità, e pertanto:

§ è legata alle competenze di ciascuno, alla capacità individuale di rispondere e reagire alle situazioni di difficoltà e fragilità; non si tratta però necessariamente di un problema solo del singolo individuo, ma è una questione che riguarda più in generale il modello in cui viviamo, che richiede alle persone di avere performance e prestazioni molto alte;

§ è fortemente interconnessa con il tema della fragilità e della capacità di resilienza, intesa come capacità delle persone di “reggere” ciò che li circonda a seconda del momento biografico che si sta vivendo, attivando le risorse necessarie per superare le fasi di impasse e quegli inciampi che la vita incontra;

§ coincide con una scarsa o nulla consapevolezza e conoscenza dei propri diritti di cittadino, ma anche con una scarsa dimensione desiderante, tale per cui la situazione di povertà è percepita come ineludibile, priva di alternative. La possibilità di riscatto si misura infatti anche nella capacità di aspirare, ovvero di immaginare possibilità diverse dalle condizioni che si stanno vivendo;

§ è caratterizzata da assenza di reti e relazioni: le persone in situazione di povertà sono soprattutto persone isolate, sole, le cui competenze sociali e relazionali sono deboli o del tutto assenti.

Criticità

Il ruolo del Volontariato attorno alle complesse e articolate sfaccettature della povertà sembra debba essere a sua volta complesso e articolato. In questo senso, emergono alcune criticità:

§ la capacità degli individui di tessere e mantenere attorno a sé reti di protezione si è negli anni progressivamente indebolita: se queste reti di appartenenza sono più labili, quando le persone si trovano a vivere periodi, anche transitori, di fragilità (economica, relazionale, …) non trovano appigli né supporti per a contenere la loro fatica. In questo senso diventa fondamentale tornare ad abilitare le competenze relazionali delle persone, attivando reticoli più ricchi e saldi;

§ il Volontariato, molto preso da interventi sulle emergenze, fatica a vedere e intercettare le situazioni e i bisogni delle persone vulnerabili e, quindi, si non sembra in grado di agire una funzione preventiva e predittiva;

§ il dialogo tra Volontariato e servizi, che pure è riconosciuto come strategico per rafforzare il sistema delle azioni di contrasto alla marginalità, risulta spesso faticoso: i luoghi di ricomposizione sono poco accessibili e non riconoscibili, i linguaggi diversi;

§ infine, le esperienze positive e le buone pratiche, che pure esistono e vengono nominate, non sono rese disponibili per altri, condizione invece necessaria perché possano diffondersi e consolidarsi.

Prospettive

§ Immaginarsi il volontariato come contesto di attivazione delle persone fragili per restituire loro opportunità e riscatto, anche valorizzando dispositivi e misure come i Progetti di Utilità Collettiva previsti per chi beneficia del reddito di cittadinanza.

§ Cambiare il paradigma del Volontariato nelle azioni di contrasto alla povertà, passando da una logica di assistenza ad una logica di promozione, dall’occuparsi degli “ultimi” al lavorare con le persone per allestire reti di supporto nelle comunità.

L'appuntamento

Di questi temi si discuterà mercoledì 3 marzo aiutati dalle testimonianze di due volontari bergamaschi e dalle riflessioni di Tito Boeri, economista e docente alla Bocconi, don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità e da Roberto Rossini, portavoce dell'Alleanza contro la povertà coordinati da Riccardo Bonacina.

► Quando: Mercoledì 3 marzo alle ore 18,00

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► Dove: sulla pagina Facebook di Vita: qui


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