Leggi & Norme

Sovraindebitamento, con la riforma si allarga la platea dei benificiari

Con il Decreto Ristori la legge è stata riformata. Consumatori e piccoli imprenditori hanno la possibilità di cancellare i debiti senza esborso di denaro. E i dipendenti in difficoltà economica potranno essere aiutati dalle aziende attraverso benefit e sostegno legale

di Redazione

Sono sempre più i cittadini che a causa della crisi non riescono più far fronte ai propri impegni finanziari, trovandosi in difficoltà economica. Negli ultimi anni un aiuto è arrivato dalla Legge 3/2012 sul Sovraindebitamento, che ha permesso a consumatori e piccoli imprenditori di ridurre il debito pagando in base alle proprie possibilità economiche. Con il Decreto Ristori la stessa legge, denominata “Salva-suicidi”, è stata riformata e migliorata, dando la possibilità al debitore di cancellare i debiti senza esborso di denaro, purché dimostri la sua meritevolezza e l’effettiva mancanza di alcun bene o capitale da poter offrire.

Tra le categorie in difficoltà non ci sono solo cittadini disoccupati o imprenditori in crisi, ma anche i lavoratori dipendenti. Secondo l’Istat, infatti, ben il 6% delle famiglie con una persona di riferimento lavoratore dipendente vive in condizione di povertà assoluta.

È auspicabile, quindi, un nuovo welfare aziendale che tenga conto anche delle difficoltà dei collaboratori e che dia a queste persone un supporto concreto per uscire dal momento di crisi. Ed è con questa finalità che lo Studio Legale Lacalandra, da anni impegnato nella lotta al sovraindebitamento, invita le aziende virtuose a introdurre tra i benefit anche un servizio che preveda il sostegno legale ai propri dipendenti in tema di sovraindebitamento.

«Le aziende oggi hanno una grande opportunità per aiutare i propri dipendenti nei momenti di difficoltà. Eventi improvvisi e traumatici come un divorzio o un problema di salute importante possono stravolgere la vita di una persona, con un impatto sulla sfera personale, economica e lavorativa. Aziende virtuose hanno già piani strutturati di welfare che mettono al centro le persone, ma riguardano principalmente la salute, la formazione, gli incentivi economici, la crescita professionale e il benessere in generale», spiega l'avvocato Pasquale Lacalandra, «Sfruttando la legge sul Sovraindebitamento le aziende potrebbero essere ancora più vicine ai loro dipendenti offrendo a chi ne ha bisogno un servizio legale che, in totale riservatezza, analizzi la situazione patrimoniale e il livello di sovraindebitamento e verifichi i presupposti per poter accedere al piano di risanamento. Con questo benefit, dando priorità alle posizioni con retribuzioni più basse, le imprese possono così non solo contribuire a migliorare la qualità della vita del lavoratore, ma anche svolgere un importante ruolo socio-economico, soprattutto nella situazione attuale di grande bisogno».

L’obiettivo della legge, infatti, è quello di dare l’opportunità ai debitori che si trovano in situazioni critiche di riacquistare un ruolo attivo nell’economia e nella società, senza restare schiacciati dal carico dell’indebitamento preesistente.

Cosa dice la Legge

La Legge 3/2012 relativa alla “Composizione della crisi da sovraindebitamento” si appresta a diventare la procedura giudiziaria di riferimento in questo particolare momento di crisi economica e politica. Con il Decreto Ristori la Legge 3/2012, è stata infatti riformata, rivista, migliorata ed integrata nel nuovo Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza, pubblicato già sulla Gazzetta Ufficiale. Ripercorriamo alcune tra le novità più interessanti per i debitori.

La consapevolezza di andare incontro ai bisogni dei più deboli ha portato alla decisione di introdurre una svolta nella tanto citata “legge salva-suicidi”, permettendo a un debitore di poter presentare un Piano di Sovraindebitamento anche senza l’esborso di alcun Euro, purché dimostri la sua meritevolezza e la effettiva mancanza di alcun bene o capitale da poter offrire. E’ stata definita “esdebitazione senza utilità”, per indicare la possibilità di poter accedere alla procedura anche senza alcuna garanzia dei pagamenti, anche minimi, ai creditori.

La nuova legge va dunque in soccorso alle categorie più deboli, come ad esempio a chi ha contratto debiti per effetto di un licenziamento, o per far fronte a spese mediche e a spese per la famiglia assunte a suo tempo. Inoltre, la procedura è stata estesa non solo ai debiti privati, ma anche a quelli dei soci illimitatamente responsabili per debiti estranei a quelli sociali (liberi professionisti, aziende s.a.s, s.n.c.).

La nuova esdebitazione senza utilità potrà essere concessa solo una volta nella vita e al debitore basterà presentare una domanda al Giudice del luogo in cui ha la residenza e, assistito da un Organo di composizione della Crisi, redigere una relazione completa che attesti le cause del sovraindebitamento e l’incapacità di far fronte a tali debiti, da presentare al Giudice. Non sarà necessario avere il consenso dei creditori al piano di esdebitamento: Il Giudice potrà valutare liberamente la meritevolezza del debitore e concedere una sola volta la liberazione dai debiti.

A Napoli il primo caso: dal Tribunale di Napoli arriva un decreto di apertura della liquidazione che ha applicato la Legge, ovvero la possibilità di accedere a dette procedure anche per il debitore nulla tenente.

Si legge nel decreto: «Non risulta necessario determinare l'importo delle spese necessarie per il sostentamento del proponente e del suo nucleo familiare, atteso che egli risulta nullatenente e che tali spese appaiono garantite dal reddito da lavoro del coniuge».

Un importantissimo decreto che dà una nuova speranza a quei debitori incapienti che attendevano l'entrata in vigore della nuova normativa per accedere alla procedura di esdebitazione.


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