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Economia & Impresa sociale 

La nostra azienda? È nata sui banchi del liceo

A 17 anni, in quarta liceo, hanno brevettato una particolare chiusura per avere uno zaino antifurto ma alla moda. L'idea è venuta durante il percorso di “Impresa in azione” di Junior Archievement. In otto però ci credono al punto da fondare una società con un vertice tutto femminile. Sarah Perna, il CEO: «È bello pensare che si può sognare in grande»

di Sara De Carli

Uno zaino con la cerniera spostata sul retro, per impedire i furti. L’idea è venuta nel 2014/15 ai ragazzi di una quarta liceo, a Cecina, impegnati nel progetto scolastico “Impresa in azione” di Junior Archievement. «Un’idea forse banale, ma nessuno ci aveva pensato. Abbiamo brevettato la chiusura e messo in piedi la produzione», ricorda Sarah Perna, che oggi ha 23 anni, studia all’Accademia di Belle Arti di Perugia ed è amministratore delegato di Mad Heads Srls.

“Impresa in azione” è il programma di educazione imprenditoriale di Junior Achievement per gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori. Le classi partecipanti costituiscono delle mini-imprese a scopo formativo e ne curano la gestione, dal concept di un’idea al suo lancio sul mercato. In 16 anni ha coinvolto oltre 115 mila studenti italiani.

Quell’anno, a scuola, i ragazzi hanno l’idea di “Seguro” e avviano una serie di interlocuzioni con aziende locali, sartorie a cui chiedere consigli, negozi che stampassero le grafiche… «Il primo prototipo l’ha fatto mia madre, era molto casalingo. Noi in quanto liceo artistico grafico abbiamo pensato subito all’aspetto estetico, anche perché col fatto di avere le cerniere dietro internamente, tutta la parte davanti era libera. Abbiamo puntato molto sulla personalizzazione, un trend che non passa mai», ricorda Sarah. «Tutta la classe agiva come una agenzia di grafica, chi teneva i contatti con clienti, chi seguiva i disegni, chi i fornitori… A fine anno c’era un concorso di Junior Achievement, siamo arrivati in finale alle nazionali ma in ogni caso abbiamo vinto il Global enterprise award per prodotto più intenazionalizzabile». Poteva finire lì, una bella esperienza, o per alcuni forse anche solo un gioco. Non per tutti. «In 8 abbiamo pensato che quella cosa poteva avere un futuro e abbiamo deciso di crederci fino in fondo». Nel 2017 nasce Mad Heads Srls, che vede tra i soci fondatori ragazzi al quinto anno di liceo, una prof e un collaboratore scolastico. A caricarli «il riscontro molto positivo, dai social ci arrivano molte richieste, anche al di fuori delle nostre reti. A quel punto non potevamo più contare sul sarto del paese, abbiamo spostato la produzione nella zona di Empoli, ci siamo affidati a una modellista, i primi pezzi della nuova collezione sono stati realizzati in pelle o pelle e canvas. Il modello iniziale è stato un po’ messo da parte, la linea è diventata più professionale ma mancava forse il brio iniziale delle grafiche. Adesso stiamo cercato di tornare alle prime ideee, abbiamo portato la produzione a Bassano del Grappa e stiamo preparando l’uscita sui social della nuova collezione», racconta Perna. «Negli anni passati la società ha attraversato tanti momenti di assestamento, da tutti i punti di vista, in pratica entra ora ufficialmente sul mercato. Da marzo 2020 abbiamo stravolto tutto, dalla produzione alla digitalizzazione completa. Il fatturato è limitato ai prototipi realizzati, circa 110 pezzi per un incasso di circa 5.000 euro».

Scontrarsi con il mondo dell’imprenditoria a 17 anni, giovani, ingenui e inesperti non è facile, ti devi confrontare con fornitori, con i contatti che poi non vanno a buon fine, con persone che talvolta sembra abbiano giocato d’anticipo sulla tua idea… È difficile non farsi mangiare

Chi e cosa è stato determinante? «Sicuramente la prof, è stata la figura chiave del progetto. Ha smosso mari e monti per far sì che riuscisse. Ma anche tutte le figure che ci sono state nella camera di commercio di Livorno, che si è molto presa a cuore il nostro progetto», dice Perna. Cosa è stato difficile? «Trovare credibilità, con tutte le buone idee del mondo sarebbe stato difficile trovare fiducia se non ci fossero stati loro. Scontrarsi con il mondo dell’imprenditoria a 17 anni, giovani, ingenui e inesperti non è facile, ti devi confrontare con fornitori, con i contatti che poi non vanno a buon fine, con persone che talvolta sembra abbiano giocato d’anticipo sulla tua idea… Pensi di avere l'idea del secolo e mentre ci stai lavorando ti accorgi che nel mondo qualcuno si è mosso prima di te, perché le idee vanno alla velocità luce… È difficile non farsi mangiare». La gioia più grande? Sapere che tutto questo è partito come progetto scolastico, fra quattro mura, da ragazzi di 17-18 anni che hanno avuto una idea come tanti altri e vedere che funziona… Ogni volta che sul treno mi capitava di vedere una persona che non conoscevo con il nostro zaino mi faceva un effetto strano… Così come sapere che molte persone continuano a usare anche il primo zaino, dopo tanti anni. È bello pensare che si può sognare in grande e che non sempre le idee che abbiamo devono rimanere dentro un computer: se uno ci prova, possono diventare la base per il futuro o comunque motivo di esperienza». Sarah sta andando avanti a studiare: «Sono multitasking, ho tante idee… voglio metterle in atto tutte. Mad Heads non sarà tutta la mia vita ma un pezzo della mia vita sicuramente sì».

Sul nuovo numero di Vita, in distribuzione dal 5 marzo, siamo andati a conoscere tanti startupper, imprenditori sociali, benefit manager, cooperatori e worker buyout. Per scaricare il numero vai allo shop online.


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