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Inasprimento della legislazione italiana nei confronti dei richiedenti asilo

Dai decreti Salvini agli effetti della Pandemia sui più vulnerabili. Nel 2020 sono state presentate 26.963 domande d’asilo, con un calo del 39% rispetto al 2019, quando ne erano state registrate 43.783. Il rapporto annuale 2020 del Consiglio Nazionale dei Rifugiati

di Redazione

Inasprimento della legislazione italiana sulla possibilità di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati, aggravata dagli effetti della pandemia che ha aumentato le situazioni di fragilità e di vulnerabilità nel nostro Paese. È quanto emerge dal Rapporto attività 2020 del Consiglio Italiano per i Rifugiati.

«L’inasprimento della legislazione italiana, realizzatasi a partire dal DL 113/2018 – si legge nel rapporto – ha limitato le possibilità di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati, complicando i nostri interventi di tutela e integrazione. Una situazione che dal punto di vista normativo è decisamente migliorata solo dopo la riforma dei decreti sicurezza (DL 130/2020) auspicata dalle associazioni di tutela e finalmente avvenuta a dicembre 2020. Dall’altra parte, la pandemia COVID-19 che ha colpito duramente quanti cercano e trovano protezione in Italia rendendo le loro vite – come quelle di molti italiani – più isolate e a rischio di marginalità sociale».

Nel 2020 sono state presentate 26.963 domande d’asilo, con un calo del 39% rispetto al 2019, quando ne erano state registrate 43.783.

Le domande esaminate sono state 41.753: ben il 76% i dinieghi, solo l’11,8% di riconoscimenti dello status di rifugiato, 10,3% sono stati i beneficiari di protezione sussidiaria, 1,9% i beneficiari di protezione speciale. Un tasso di protezione totale in calo del 12% rispetto al 2018, ovvero prima dell’entrata in vigore dei decreti sicurezza (avvenuta solo nel mese di ottobre).

Alla difficoltà della pandemia, si sono quindi sommate quelle prodotte dall’improvvisa condizione di irregolarità di molte persone che cercavano protezione nel nostro Paese. «I nostri interventi – continua – si sono quindi modellati su un contesto del tutto imprevedibile e hanno cercato di dare risposte concrete a bisogni sempre più impellenti. Protezione, accoglienza, integrazione sono le principali parole d’ordine sulle quali abbiamo costruito una serie di azioni che partono dalla gestione – da soli o in partnership – di alcuni storici centri Sprar poi Siproimi (ora SAI) a Badolato, Catania, Roma, Roviano e Verona, per poi consolidarsi con progetti volti alla tutela e inclusione di quanti cercano protezione in Italia.

Da sempre siamo impegnati nel sostegno ai gruppi vulnerabili, alle donne vittime di violenza e ai minori stranieri non accompagnati. Su quest’ultimo tema, nel corso degli ultimi anni, abbiamo sensibilmente rafforzato le nostre iniziative.

Grazie ai nostri interventi nel 2020 abbiamo raggiunto 2.489 persone bisognose di protezione di cui 1.798 adulti, 652 MSNA e neo-maggiorenni, 48 vittime di violenza e contribuito alla formazione e sensibilizzazione di 438 operatori, tutori e persone. Abbiamo accolto nei nostri centri 395 persone di cui 273 adulti e nuclei familiari, 97 MSNA e 25 vittime di violenza.

Abbiamo garantito assistenza legale, accompagnamento sociale e orientamento al territorio con sportelli informativi finanziati attraverso convenzioni con gli Enti locali e nell’ambito di specifici progetti in sei regioni italiane – Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Calabria, Puglia e Sicilia – a 824 persone. Abbiamo garantito 3.406 interventi di assistenza. Siamo intervenuti in favore dei lavoratori migranti stagionali nel Salento fornendo consulenza legale a 90 persone nel campo istituzionale di Nardò.

Tutti i nostri sforzi, anche di sostegno dell’attività legislativa, hanno avuto lo scopo di dare piena dignità e, se possibile, cittadinanza alle persone bisognose di protezione che arrivano nel nostro Paese».

Per consultare il Rapporto Annuale 2020, clicca qui.


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