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Economia & Impresa sociale 

SharDunya, due donne preparano un ponte tra la Sardegna e il mondo arabo

Eleonora è sarda, Alessia lombarda. Insieme hanno costituito un'impresa che proporrà un turismo "muslim friendly" verso la Sardegna e l’Italia, e poi in senso contrario. L'esperienza maturata nei Paesi arabi e la voglia di favorire la conoscenza, il rispetto e l’inclusione dell’altro anche in occasione di una breve vacanza.

di Luigi Alfonso

Richiama il nome dei Shardana, l’antico popolo che alcuni millenni fa pare abitasse in quella che, molto tempo dopo, si sarebbe chiamata Sardegna. E con l’Isola ha un legame imprescindibile. SharDunya, questo è il nome del progetto, nasce per promuovere una forma di turismo muslim friendly che valorizzi il territorio sardo – attingendo a risorse, prodotti e PMI locali – e che costituisca al tempo stesso un ponte interculturale e interreligioso tra due mondi solo apparentemente lontani. Non a caso, “dunya” in arabo significa “mondo”. L’idea è venuta a Eleonora Cambedda, 28enne nuorese, e alla sua amica e socia Alessia Biella, 27 anni. È la giovane sarda a spiegarla. «Mi piacerebbe poter contribuire, nel mio piccolo, allo sviluppo sociale ed economico della mia terra mettendo il know-how acquisito nelle mie precedenti esperienze al servizio della comunità. SharDunya nasce proprio per soddisfare questa esigenza. Sostenuta dal progetto MEDSt@rts, SharDunya nasce proprio per soddisfare questa esigenza, con l’obiettivo di sviluppare un turismo sostenibile e inclusivo tra i Paesi del Mediterraneo. Scendendo più nel particolare, offriamo itinerari di viaggio esperienziali che mettano in contatto i viaggiatori con le comunità locali e i loro territori. In questo modo li aiutiamo a promuovere il patrimonio culturale, storico e ambientale e garantiamo ai nostri ospiti un’esperienza indimenticabile».

MEDSt@rts è un progetto finanziato con oltre due milioni e mezzo di euro dal Programma europeo ENI CBC Med e guidato dalla Fondazione di Sardegna: un’iniziativa transnazionale che mira alla promozione di un modello innovativo e inclusivo di supporto alle imprese in Italia, Grecia, Tunisia, Palestina e Libano. «Non è solo un percorso di incubazione – precisa Pietro Disi, communication manager del progetto – ma il tentativo ambizioso e concreto di far convergere, in un nuovo sistema di finanza etica, le aspirazioni imprenditoriali di tanti giovani con difficoltà d’accesso al credito, gli attori della microfinanza e le soluzioni più innovative, sostenibili e inclusive. Cooperazione e coinvolgimento sono i tratti distintivi di un intervento che farà nascere 75 imprese in 5 Paesi, guardando costantemente al proprio impatto economico, sociale e ambientale».

Da circa due anni Eleonora vive in Giordania, esattamente nella capitale Amman, dove sta perfezionando lo studio della lingua araba. Una parte del suo tempo libero è dedicata alla collaborazione con una ONG giordana che si occupa di diritti delle donne e delle bambine, e offre supporto psicosociale e legale alle vittime di violenza. «La scelta della Giordania è nata dalla volontà di dedicarmi allo studio di una variante dialettale dell’arabo standard, il levantino, che possa essere compresa in più Paesi arabofoni. Per questo, nel 2017 ho frequentato il primo corso di dialetto nel Regno Hashemita. Inoltre, la Giordania è l’unico Paese della regione mediorientale che ancora gode di un certo livello di stabilità politica e sociale ed è quindi una destinazione sicura per coloro che la vogliono visitare o, come me, vivere. Potrei definirlo un amore a prima vista. A distanza di quattro anni dalla prima volta in cui sono stata in Giordania, oggi posso dire di considerarla la mia seconda casa e di sentirne la nostalgia ogni qualvolta stia via per un po’. Certo, mi sono dovuta abituare ad uno stile di vita diverso e ad una mentalità che ancora oggi, a volte, entra in conflitto con la mia».

Il progetto MEDSt@rts prevede che il giovane imprenditore proponente abbia la residenza e la sede dell’attività in Sardegna. Ma Eleonora, come abbiamo spiegato in apertura, non è sola in questa avventura appena agli inizi. «Il team di SharDunya è formato da me e da Alessia, un’amica della provincia di Monza, compagna di tanti viaggi e avventure per il mondo arabo. Insieme abbiamo ideato questo progetto e insieme ci impegneremo affinché riusciamo finalmente a dare forma al nostro sogno».

SharDunya ha già individuato i Paesi destinatari del progetto. «La prima meta che promuoveremo e proporremo – spiega Eleonora – sarà l’Arabia Saudita, Paese che solo nel settembre 2019, grazie al grandioso piano di modernizzazione e di diversificazione economica “Saudi Vision 2030”, ha aperto le sue porte al turismo. Attualmente il Regno sta investendo ingenti somme di denaro nella costruzione di strutture ricettive e nello sviluppo di mega progetti che possano ospitare il gran numero di turisti (100 milioni all’anno) che ci si aspetta di accogliere non appena si raggiungerà la stabilità post Covid-19 e sarà di nuovo possibile tornare a viaggiare come prima. Il nostro valore aggiunto? Opereremo online, e questo ci darà la possibilità di prenderci cura dei nostri clienti anche al loro arrivo nel Paese di destinazione: offriremo loro tutto il nostro supporto (linguistico e logistico), diventando quindi il ponte tra l’Italia e il mondo arabo. Se in un primo momento opereremo nel mercato outbound, successivamente ci piacerebbe offrire viaggi inbound e, nello specifico, creare e proporre soluzioni di viaggi muslim friendly verso la Sardegna e l’Italia. Questo nasce dalla volontà di aprire le nostre coste ad un nuovo segmento di mercato non ancora valorizzato nel nostro Paese, con l’obiettivo ultimo di favorire la conoscenza, il rispetto e l’inclusione dell’altro anche in occasione di una breve vacanza».