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Economia & Impresa sociale 

Pandemia, Legacoopsociali rilancia il ruolo dell’impresa sociale

Tra emergenze e opportunità, i progetti e le opportunità al centro della direzione nazionale. Il presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti: «Sulle Rsa è necessaria narrazione più reale», mentre la presidente Eleonora Vanni ha ricordato che «nei servizi socio-sanitari c’è una pressante domanda di professioni». I dati del centro studi legacoop e di ipsos su paese e cooperazione

di Redazione

In occasione della direzione nazionale di Legacoopsociali è stato rilanciato il ruolo dell’impresa sociale che si confronta sulle criticità e sugli indirizzi per essere protagonista della “ripresa” a partire dall’emergenza pandemia. Occhi puntati sui progetti e le opportunità del piano di “resilienza”, le azioni strategiche a partire dagli scenari del Paese.
In apertura la presidente Eleonora Vanni ha ricordato Arianna Marchi, presidente della coop sociale Zerocento, scomparsa prematuramente ed esempio di dedizione umana e impegno innovativo.
«Stiamo vivendo come associazione e come cooperative un momento particolare perché siamo di fronte a temi legati a un’emergenza che continua», ha dichiarato Vanni. «E siamo di fronte anche a uno sforzo creativo per le opportunità che il Paese avrà in relazione alla mole di risorse europee. Il Pnrr attraversa complessivamente moltissime attività delle nostre coop sociali di tipo A e di tipo B».

La presidente ha poi elencato anche le attuali priorità: «Ci sono ancora tutti i temi di riapertura dei servizi in un momento in cui si sta lavorando per quelli estivi della fascia 0-6. In Commissione Politiche sociali c’è stato il tema dell’ingresso dei familiari degli ospiti nelle Rsa e c’è un’emergenza pressante per le coop sociali che gestiscono servizi socio-sanitari relativa alle professioni sanitarie e più precisamente infermieristiche. Le nostre strutture si trovano nella condizione che una volta gestita l’emergenza, riorganizzati i servizi con tutte le misure di sicurezza necessarie e di socialità possibili, ora non possono ammettere nuovi ospiti per la difficoltà del rapporto tra operatori-ospiti».

Nelle conclusioni il presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti è tornato sulla questione delle Rsa: «Dobbiamo avere la capacità di comprendere i bisogni nuovi di questa società. Non sono così sicuro che le Rsa siano finite e quali siano bisogni degli anziani che saranno la maggioranza del nostro Paese fra qualche anno e deterranno la maggioranza dei redditi: sono sicuro che non saranno soddisfatti solo dallo Stato. Noi dobbiamo sapere da che parte stare, serve una riflessione che ci aiuti a scegliere nel futuro». Lusetti ha poi aggiunto: «Il problema vero è la carenza di Oss e infermieri che non ci permettono di aprire in sicurezza. Il tema delle Rsa viene strapazzato ma credo si debba avere la capacità di far emergere un’altra narrazione più reale»

Scenari

Mattia Granata del Centro studi Legacoop ha aggiornato i dati ad aprile 2021 della Congiunturale sulle imprese: «C’è una flessione della domanda per le coop sociali rispetto all’anno precedente e più di un terzo ha determinato sempre una diminuzione nei mesi precedenti con il lockdown. Per 3 su 4 hanno condiviso i trend del mercato ma il 20% ha avuto ripercussione sui livelli occupazionali e altrettanti stanno dichiarando di avere un calo. L’80% del personale è in presenza, il 7% in smart working e il 9% in Cig che potrà essere ancora richiesta. La buona notizia è che rispetto anche al credito in caso di ripresa le nostre cooperative sociali sono pronte a ripartire».

Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos, ha mostrato lo scenario del Paese e lo stato di salute delle cooperative italiane: «C’è una montagna di sfiducia con il 64% che non si fida di nessuno: banche e imprenditori soprattutto. Le uniche “élite’ promosse sono i medici mentre in basso ci sono politici, vescovi, sindacalisti. C’è il 51% che prevede rivolte sociali contro i privilegi e la situazione è narcotizzata dal blocco dei licenziamenti».
E ha aggiunto: «Il Covid ha determinato alcune conseguenze: l’82% pensa di aver perso il controllo sulla propria vita, le persone si sentono più arrabbiate, pessimiste, stanche, frustrate e pronte a lottare. Al tempo stesso sono più predisposte alla cura di se stesse e al benessere mentre si sono rivalutati i rapporti sociali con una vita più sobria e si è ridotto il valore del lavoro. Per il futuro c’è attenzione ai lavoratori, redistribuzione della ricchezza e attenzione per l’ambiente mentre è solo in stallo il tema dell’immigrazione».

Infine Risso ha spiegato cosa chiede l’opinione pubblica ai soggetti economici: «Per il 54% delle persone la responsabilità sociale d’impresa vuol dire prendersi cura del territorio e della società e per il 41% misurare l’impatto sociale con l’ambiente. Le cooperative rispecchiano questi criteri rispetto alle imprese di capitale».

Strategie e opportunità

Sull’impresa sociale è arrivato il contributo di Iris Network con Giulia Tallarin che ha fornito i numeri dell’ultimo rapporto e di Andrea Bernardoni della presidenza nazionale Legacoopsociali: «Nella pandemia l’impresa sociale ha dimostrato di riuscire a garantire una parte importante di servizi di welfare e anche di saper innovare non essendo, come a volte si accusa troppo, ‘dipendenti dal pubblico’: si è dimostrato che non è così».

Enzo Durante e Vittorio Fresa di Invitalia hanno mostrato al settore le opportunità delle iniziative come Resto al Sud e Italia economia sociale: «si sbaglia chi non ha ancora capito che la cooperazione sociale è centrale per lo sviluppo del Paese, soprattutto quando è a tutti chiaro la ripresa deve essere anche sociale per essere sostenibile»


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