Attivismo civico & Terzo settore

Chi odia paga: terza call contro l’odio online

Chi Odia Paga lancia la terza edizione di “Una Buona Causa”, la call for ideas rivolta alle associazioni con lo scopo di sostenere progetti contro l’odio online. I progetti possono essere candidati fino al 30 maggio 2021, per essere poi votati dagli utenti della rete: il vincitore sarà poi finanziato con una raccolta in crowdfunding e donazioni aziendali

di Redazione

Chi Odia Paga, azienda legaltech che combatte l’odio online, cerca un progetto innovativo da finanziare tramite la propria piattaforma di crowdfunding: progetto che a sua volta deve essere finalizzato a combattere l’odio online tramite attività di prevenzione, sensibilizzazione ed educazione.

Si apre oggi la terza edizione di “Una Buona Causa”, uno dei progetti di Chi Odia Paga a sostegno del terzo settore. Le associazioni possono candidare i loro progetti su crowdfunding.chiodiapaga.it fino al 30 maggio: le due prime call si sono concluse con l’overfunding di “New Wild Web” (spettacolo teatrale sul cyberbullismo che ha raccolto 22mila euro) e “Contrasto ai pregiudizi sui migranti” (che ha raccolto più di 10mila euro). Chiusa la call, previa verifica del rispetto dei requisiti previsti nel regolamento, tutti i progetti verranno caricati sul sito di Chi Odia Paga e saranno votati dagli utenti del web dal 14 al 21 giugno: il progetto che riceverà più voti sarà promosso con una campagna di crowdfunding dal 28 giugno al 26 luglio e, grazie anche ad un matching grant offerto dalle aziende partner di Chi Odia Paga, avrà l’opportunità di essere finanziato e realizzato.

Tutti i candidati rimangono sempre visibili sul sito di Chi Odia Paga, come già accade per le due call precedenti: “Una Buona Causa” è di fatto diventata una vetrina di progetti contro l’odio che il for profit può scegliere di sostenere. Chi Odia Paga è infatti convinta che per fermare l’odio online sia necessario fare squadra unendo le forze del settore non profit a quelle delle aziende che perseguono obiettivi di Corporate Social Responsability (CSR), in una “Rete del Bene” – GoodNet che può contrastare in modo attivo l’odio online presente su InterNet.


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