Politica & Istituzioni

Combattere la povertà energetica? Serve un’azione coordinata di istituzioni Ue e società civile

Di fronte all'aggravamento della povertà energetica in Europa indotto dalla pandemia sono necessarie misure urgenti. Tutte le istituzioni a livello europeo, nazionale e locale devono unire le loro forze in un approccio coordinato per affrontare il problema con il coinvolgimento attivo della società civile organizzata, che deve poter svolgere un ruolo chiave nella definizione e nell'attuazione di politiche volte a eliminare la povertà energetica

di Cristina Barbetta

Nel 2019 la povertà energetica ha toccato circa 35 milioni di persone, calcola Eurostat. La pandemia di Covid-19 ha aggravato le disuguaglianze e il numero delle persone che vivono in condizioni di povertà è aumentato, con il rischio di compromettere seriamente gli sforzi volti a combattere la povertà energetica. Affrontarla può contribuire al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, riducendo in tal modo le disuguaglianze nell'Unione europea e sostenendo la ripresa dalla crisi della pandemia di Covid-19.

Deve quindi diventare una priorità nell'ambito degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), del Green Deal europeo, e del Pilastro europeo dei diritti sociali, insieme di 20 principi e diritti fondamentali in ambito sociale con cui l’Ue intende mettere al primo posto le tutele lavorative e sociali. Tutte le istituzioni a livello europeo, nazionale e locale, devono unire le loro forze per affrontare la povertà energetica, con il coinvolgimento attivo della società civile organizzata.

Nel corso di un convegno europeo di alto livello la presidentessa del Comitato economico e sociale europeo (Cese) Christa Schweng ha osservato:«La ripresa dagli effetti della crisi del coronavirus costituisce un'opportunità per riformare a fondo il sistema con l'obiettivo di aumentare la resilienza della società dell'Ue, incrementare l'efficienza energetica degli alloggi e affrontare al cuore il problema della povertà energetica. Per riuscire a farlo, l'Ue e gli Stati membri devono collaborare. Si tratta di un momento unico per intraprendere un'azione coordinata in materia di neutralità climatica, ripresa dalla crisi e coesione sociale. La riduzione della povertà energetica non può essere conseguita senza il coinvolgimento attivo della società civile organizzata».

Dello stesso avviso Kadri Simson, Commissaria europea per l'Energia, che ha dichiarato che alleviare la povertà energetica è una priorità per la Commissione: «L'Europa deve essere un esempio di transizione riuscita che offre sostegno ai gruppi vulnerabili affinché adottino soluzioni di ristrutturazione. Occorre sfruttare appieno il potenziale di attuazione dei programmi di finanziamento dell'Unione e il coinvolgimento delle parti interessate. I comuni, la società civile e gli enti del settore privato sanno come migliorare l'uso delle risorse energetiche rinnovabili locali e ricorrere a modalità in grado di ridurre le bollette energetiche».

Il Cese ha richiamato diverse volte l'attenzione su questo tema nella convinzione che, per ottenere risultati tangibili, le istituzioni dell'Ue dovranno costruire una forte "coalizione" politica con l'obiettivo di azzerare la povertà energetica nell'Ue entro il 2030 e fissare obiettivi concreti nelle politiche e negli strumenti di finanziamento dell'Ue attuali e futuri. Negli ultimi 10 anni infatti il Cese ha lavorato alla prevenzione della povertà energetica, e la sua sezione Ten (Trasporti, Energia, Infrastrutture e società dell'informazione) ha prodotto molti pareri sul tema.

Tenendo ben presente la raccomandazione della Commissione del 14 ottobre 2020 sulla povertà energetica, l'attenzione dovrebbe concentrarsi sui piani nazionali per l'energia e il clima e sulle strategie di ristrutturazione a lungo termine, nonché sui piani nazionali di ripresa e resilienza. Inoltre, dovrebbero essere costantemente sviluppati parametri e indicatori che consentano ai responsabili politici dell'Ue, nazionali e locali, di comprendere e affrontare meglio la povertà energetica. Le organizzazioni della società civile dovrebbero svolgere un ruolo chiave nella definizione e nell'attuazione delle politiche volte a eliminare la povertà energetica. Grazie al loro lavoro sul campo, esse sono essenziali per fornire assistenza diretta ai più vulnerabili nel breve e nel lungo termine e per garantire la profonda ristrutturazione del patrimonio immobiliare dell'Ue, che è un fattore fondamentale. Come ha spiegato Baiba Miltoviča, presidentessa della sezione Ten del Cese, la Commissione europea dovrebbe assicurare che la povertà energetica sia affrontata dagli Stati membri e che la società civile sia coinvolta nell’ideazione, implementazione e valutazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza.

  • Le istituzioni a tutti i livelli devono unire le forze con le organizzazioni europee della società civile

Nel corso dell'evento, rappresentanti di alto livello delle organizzazioni della società civile dell'Ue, insieme alle istituzioni europee, nazionali, regionali e locali e al mondo accademico hanno discusso delle modalità con cui potrebbero lavorare a stretto contatto per individuare le misure concrete da adottare in futuro.

Come ha spiegato Sarah Coupechoux, Fondation Abbé Pierre, la questione abitativa è molto drammatica: in Europa ci sono 700 mila persone che sono homeless o che vivono in alloggi d’emergenza per almeno una notte. Ciò equivale a un aumento del 70% nell’arco di 10 anni, ha detto Coupechoux, che ha segnalato che l'emergenza sanitaria e sociale colpisce persone che già vivevano in condizioni finanziarie precarie, mentre Jeppe Mikél Jensen, rappresentante del nuovo Osservatorio europeo della povertà energetica, ha sottolineato la necessità di un'azione a livello locale con iniziative di base.

Ci sono due categorie di poveri dal punto di vista energetico: coloro che non hanno soldi per riscaldare le loro case, ma anche persone che riescono a riscaldare la loro casa ma faticando molto, perchè spendono circa il 20 o il 30 per cento del loro salario per il riscaldamento, come ha spiegato Thomas Pellerin-Carlin, direttore del Centro per l'energia Jacques Delors. Inoltre, ha osservato Pellerin-Carlin, le donne sono le più colpite dalla povertà energetica, dal momento che i loro salari sono più bassi.

Jagoda Munić, Friends of the Earth Europe, ha sottolineato i notevoli investimenti richiesti dalla ristrutturazione e la necessità di sostenere le famiglie a basso reddito e Helder Ferreira, Rete europea contro la povertà (Eapn), ha espresso preoccupazione per i gruppi più vulnerabili, sostenendo che dovrebbero essere considerati prioritari al momento dell'adozione di misure contro l'esclusione sociale. Ferreira ha sottolineato come l’accesso a energia a prezzi abbordabili e pulita sia un diritto.

Con riferimento alle prossime presidenze dell'Ue, Blaž Košorok, sottosegretario di Stato sloveno alle Infrastrutture, ha affermato che è necessario un approccio globale alla lotta contro la povertà energetica, in cui convergano tutti gli elementi sociali e ambientali, in modo che nessuno sia lasciato indietro. Emmanuelle Wargon, ministra francese delegata per l'edilizia abitativa, ha sottolineato che la lotta contro la povertà energetica è al centro di una transizione verde forte ed equa e che il governo francese sta lavorando da un lato a norme minime di rendimento energetico per i nuovi alloggi, e dall'altro all'aiuto e al sostegno finanziario per la ristrutturazione.

Stefano Mallia, presidente del gruppo Datori di lavoro del Cese, ha ribadito che le imprese possono svolgere un ruolo importante nella lotta alla povertà energetica, generando innovazione e tecnologie adeguate, e che le imprese sono determinanti per la creazione di posti di lavoro e per una forte ripresa. Ha sottolineato poi che gli aspetti economici sono importanti quanto quelli sociali e ambedue devono procedere affiancati. Oliver Röpke, presidente del gruppo Lavoratori del Cese, ha sottolineato che un accesso a prezzi abbordabili all'energia è sancito dal pilastro sociale e che l'ondata di ristrutturazioni, che prevede standard il più elevati possibile per i lavoratori, potrebbe svolgere un ruolo fondamentale. Il dialogo sociale, la contrattazione collettiva e il coinvolgimento dei lavoratori saranno essenziali per garantirne il successo.

Infine, Séamus Boland, presidente del gruppo Diversità Europa, ha affermato che nessuno dovrebbe dover scegliere tra mangiare, accendere la luce o riscaldare la propria abitazione e che l'eliminazione della povertà energetica entro il 2030 deve essere una responsabilità e una finalità dell'Europa, attraverso una "coalizione" ad hoc, in cui le organizzazioni della società civile apportino le loro competenze e conoscenze sul campo.

A conclusione del convegno Cillian Lohan, vicepresidente del Cese responsabile della comunicazione, ha ribadito che l'Ue ha ora bisogno di una strategia politica europea globale e coerente, guidata da una "coalizione" di tutte le istituzioni dell'Ue e delle organizzazioni della società civile, e determinata a mantenere un fermo impegno per porre fine alla povertà energetica in Europa, con l'obiettivo di mobilitare le risorse necessarie e di analizzare regolarmente la situazione.


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