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Al Rione Sanità si accende un’altra “Luce”

Con il progetto "Luce al Rione Sanità" saranno riqualificate 2 strutture abbandonate: la chiesa dei Cristallini e la Basilica di San Severo fuori le mura. Aprire questi spazi al pubblico significa dare lavoro a nuove guide, giovani del territorio. Saranno anche attivati, per 60 adolescenti del rione, laboratori di cinematografia, grafica e fotografia

di Anna Spena

Rione Sanità, accucciolato sotto la collina di Capodimonte di Napoli, è sempre stato un quartiere dentro il cuore della città ma allo stesso tempo emarginato da tutti. Fino al 2008 il rione veniva evitato dagli stessi napoletani, oggi invece è una tappa fissa per chi in città arriva per la prima volta ed è stato riscoperto anche dai cittadini.

Il merito è di un gruppo di giovani del quartiere, guidati da padre Antonio Loffredo, che nel 2006 fonda la cooperativa sociale La Paranza Onlus, che vince un bando di 500mila euro della Fondazione Con il Sud da investire nella valorizzazione di un un bene abbandonato. La cooperativa sceglie le Catacombe di San Gennaro che passano dai 6mila visitatori l’anno a 160mila.

Inizia così il “Miracolo del Rione Sanità”. Un processo che ha visto un proliferare di cooperative e associazioni di giovani del territorio che attraverso l’arte, la musica, la bellezza hanno innescato un movimento di sviluppo che ha trasformato la Sanità in una delle principali mete turistiche della città. Nonostante la crisi e il momento storico difficile, al Rione Sanità si continua a sognare, progettare, creare bellezza e arte trasformando spazi abbandonati in luoghi di vita. Lavorare e organizzarsi in attesa di un futuro migliore con l’obiettivo di far crescere la comunità e generare nuova occupazione; valorizzare il patrimonio storico-artistico e culturale per sostenere l’esistente, trasferire know-how alle nuove generazioni; promuovere la cultura della bellezza attraverso l’arte, il cinema, il turismo sostenibile nella logica di un’economia circolare.

È infatti appena partito “Luce”, un progetto sostenuto da Fondazione Con il Sud, Fondazione di Comunità San Gennaro e Intesa Sanpaolo per continuare a promuovere la valorizzazione del patrimonio storico e artistico del Rione Sanità e creare occasioni di formazione e inserimento lavorativo per i giovani a rischio di esclusione sociale del quartiere.

«Il grande teologo B. Häring», dice padre Loffredo, «ci insegna che “la speranza è caratterizzata dalla pazienza, dalla perseveranza dalla fedeltà” – e che – “La speranza è memoria, è solidale, è coraggiosa, non si lascia soffocare dalla sofferenza, è gioiosa”. Ne sono sicuro, se coltiviamo soprattutto in questo momento la virtù della speranza, quella resiliente e militante, al di là del tunnel ci troveremo in una nuova valle, magari meno ricca ma più civile e gli sprazzi di luce che si intravedono annunciano una vera luce».

La scommessa vincente del “modello Sanità” consiste nella valorizzazione di un bene storico-artistico come occasione d’inclusione sociale e di sviluppo occupazionale, e nella gestione dello stesso attraverso un modello imprenditoriale senza scopo di lucro. “Luce al Rione Sanità” è anche un’occasione per estendere questo modello a quelle aree non ancora coinvolte dal processo di riscatto degli ultimi anni. Ampliare interventi di rigenerazione urbana già sperimentata in altre aree del quartiere, coinvolgendo muralisti e artisti di fama internazionale, educherà sempre più le persone alla bellezza condizionando inevitabilmente anche il modo di vivere gli spazi comuni.

Il nuovo progetto parte dall’esperienza della Coop. La Paranza e intende fare “Luce” anche nei vicoli più periferici del Rione Sanità ampliando ciò che il progetto “San Gennaro extra moenia: una porta dal passato al futuro” ha iniziato nel 2009, rappresentando una valida possibilità per tanti giovani del quartiere di formarsi e lavorare nel e per il proprio rione e a migliaia di persone di riscoprire un pezzo di città finora emarginato. Gli ambiti di intervento del progetto Luce sono due: valorizzazione culturale ed educazione. Nel primo ambito si prevede la riapertura e la riappropriazione di due luoghi finora abbandonati, ovvero: la Chiesa di Santa Maria Maddalena ai Cristallini e la Chiesa di San Severo fuori le mura. Luce consentirà la ristrutturazione della chiesa dei Cristallini e la realizzazione di murales al suo interno ad opera di muralisti di fama internazionale, come Tono Cruz e Mono Gonzales. La chiesa sarà quindi completamente affrescata e rappresenterà un'attrazione turistica oltre ad ospitare al suo interno un cinema di comunità gestito dalla cooperativa sociale Sanit’Art.

Nel modello Sanità ogni azione ha come risvolto il lavoro. Aprire questi spazi al pubblico significa dare lavoro a nuove guide, giovani del territorio. Saranno anche attivati laboratori per 60 adolescenti del Rione di cinematografia, grafica, fotografia, murales. «Luce come le luci accese», dice padre Loffredo, «per mettere in ombra ciò che mette paura, ciò che ruba la libertà, ciò che spezza le ali. Altri spazi che diventano luoghi. Altri luoghi sacri pronti ad accogliere qualcosa di sacro come l’arte, la scultura, la pittura, la musica, il teatro…sono per noi del Rione Sanità un nutrimento indispensabile per la crescita del capitale umano. L’ arte deve diventare ciò che è: via della folgorazione, via carnale che parla ai sensi e al cuore dell’uomo e al contempo fattore di produzione indispensabile per un futuro economico e per creare lavoro. Affinché l’arte possa diventare sorgente generativa di sviluppo è necessaria – come avviene al Rione Sanità – una pianificazione dal basso, che umanizza l’arte facendola diventare di tutti».