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Attivismo civico & Terzo settore

Per la transizione e il cambiamento serve una nuova generazione di amministratori civici

Il PNRR ha posto l'accento sui temi dell'inclusione e della coesione sociale. Ma per realizzarla serve un cambio di rotta, che solo una cultura del bene comune e dell'economia civile possono garantire

di Silvio Minnetti

Inclusione e coesione sono entrati nel Pnrr. Per una ripresa solidale del Paese ora occorre "aiutare chi aiuta”, sostenere quel vasto "capitale prezioso" della società civile italiana rappresentato dal Terzo settore. Come? Superando frammentazione, autoreferenzialità', debole gestione economica, sottodimensionamento, difficoltà di ricambio generazionale. Tutto il sistema deve allora prendersi cura degli Ets, dalla formazione al sistema politico, da quello creditizio a quello imprenditoriale e della filantropia fino ai media. Vogliamo assistere alla nascita di tanti “imprenditori sociali" dopo la pandemia. Forte è infatti la domanda di innovazione nella nuova epoca che sta nascendo.

Partiamo da una realtà consistente di 379 mila Ets che danno lavoro a circa 1 milione e mezzo di persone, 12,7% dei dipendenti italiani, e che creano circa 50 miliardi di valore aggiunto. Le Fondazioni di origine bancaria possono prendersi cura della qualità e della sostenibilità nel tempo degli enti beneficiari. Si tratta di incrementare efficienza, efficacia ed impatto sociale del loro intervento anche attraverso professionisti dell’organizzazione che aiutino ad attingere alle risorse di Next Generation EU.

Gli Ets possono, ad esempio, svolgere un ruolo particolare nelle Case della Comunità finanziate dal Pnrr per una piena integrazione sociosanitaria attraverso gli strumenti della coprogrammazione e della coprogettazione. Occorre ridurre il gap di povertà sanitaria per curare tutti. Così va realizzato con il SSN un modello integrato territoriale per la donazione di farmaci, l'ampliamento delle attività di prevenzione sanitaria anche per migranti, con screening, controllo tubercolosi, Hiv, accesso alla cura dei disordini mentali. È opportuno quindi condividere con il Terzo settore banche dati per individuare problematiche sanitarie.

L'obiettivo è aiutare chi si occupa dei più poveri a farli integrare nel sistema delle cure sanitarie. In particolare serve una riforma per gli anziani: una nuova politica sociale della non autosufficienza. Il Pnrr ha accolto la proposta del Network Non Autosufficienza, coordinato da Cristiano Gori. Ora si tratta di potenziare interventi ed investimenti nel settore. Bisogna spendere bene i 3 miliardi per i servizi domiciliari. Molto da fare ancora per rafforzare l’assistenza residenziale anche con nuove soluzioni in cohousing entro il 2023. Altro campo di supporto al Terzo Settore è quello della formazione di esperti di diritto, visti obblighi di trasparenza, coerenza con Statuti e rendicontazione. È evidente che dopo il Codice del Terzo settore deve crescere la competenza per la complessità dei campi nei quali si opera. Abbiamo bisogno di formare dirigenti di associazioni di volontariato e di imprese sociali. Non dimentichiamo che con la coprogettazione gli Ets possono svolgere attività di erogazione di servizi essenziali mediante accordi con la PA.

Servono competenze sofisticate per partecipare a bandi europei e nazionali, per fundraising, per redigere bilanci e gestire organizzazioni complesse di volontari e dipendenti, fino a centinaia di persone in cooperative sociali. Ad esempio l’Università di Padova ha avviato il corso di laurea triennale in Giurista del Terzo settore.

Un modo ulteriore per sostenere il Terzo settore è non considerarlo solo come una somma di organizzazioni ma come economia sociale candidata a diventare, dopo la pandemia, un dispositivo moderno per generare valore economico e comunitario, motore di trasformazione e cambiamento. È un mondo complesso che trasforma energie isolate dello sviluppo e del welfare in Terza economia, soggetto generativo di nuovo valore nell'incontro tra comunità e solidarietà. Una realtà che non viene dopo o tra Stato e mercato ma prima, dall'interazione tra comunità e solidarietà alla ricerca di mutualismo, inclusione, equità. Questa visione è attualissima nel momento della transizione digitale ed ecologica con le ingenti risorse di Next Generation EU. Essa ci aiuta a " vedere il dopo" di una società più connessa e umana, più green, comunitaria ed inclusiva. L'economia sociale deve essere riconosciuta come il volano della grande trasformazione del sistema.

Per questo cambiamento serve formare all' economia civile ed inclusiva una nuova generazione di amministratori civici nei 5400 Comuni delle aree interne. Vogliamo così sostenere il Terzo settore attraverso l'Italia dei comuni e del protagonismo delle piccole comunità agendo sul civismo attivo. In generale va lanciata una vasta campagna di sensibilizzazione dei giovani verso il volontariato incuriosendo e stimolando l'agire agapico, le motivazioni personali per prendersi cura di anziani, disabili, povertà.

* Coordinatore Assemblea libere forme associative-Terzo settore del Comune di Macerata


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