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Revelli: «Grillo? Ucciderà la sua creatura piuttosto che perderla»

Per il politologo e sociologo Marco Revelli la guerra di potere tra Grillo e Conte all'interno del Movimento 5 Stelle mostra come in un movimento della democrazia diretta lo scontro sia tra elevati. E nei confronti di Grillo nota «la stessa patologia del padre che odia il figlio che essendo più giovane gli sopravvivrà. È una perversione»

di Lorenzo Maria Alvaro

«Grillo decida se essere il genitore generoso o il padre padrone». Questo uno dei passaggi più retorici con cui Giuseppe Conte ha commentato il voltafaccia con cui Beppe Grillo prima lo ha chiamato come nuovo leader per guidare la ristrutturazione del progetto M5S e poi lo ha silurato in assemblea con i parlamentari stellati dicendo tra le altre cose che l'”avvocato del popolo” «deve studiare cos’è il M5S». Proprio dalla metafora del padre padrone prende le mosse l'analisi di Marco Revelli, politologo e sociologo, secondo cui siamo di fronte ad «un creatore che preferisce distruggere la propria creatura piuttosto che condividerla con altri». L'intervista


La singolar tenzone i due elevati Grillo-Conte cosa ci racconta?
L'immagine delle ultime settimane è l'immagine di un creatore che preferisce distruggere la propria creatura piuttosto che condividerla con altri. Un meccanismo psicanalitico, una patologia, una patologia della paternità. È evidentemente la stessa patologia del padre che odio il figlio che essendo più giovane gli sopravvivrà. Succede, è una perversione.

Sta parlando di Beppe Grillo?
È indubbio che il Movimento 5 Stelle è nato da Grillo. Ha un imprinting legato a quella nascita. È nato da un'estremizzazione del linguaggio e della pratica politica. È nato da un'eccedenza di vis polemica, e senza quell'energia originaria sarebbe rimasto al di sotto del raggio di visibilità dei radar. Un partito del 2-3 per cento. È nato sui VaffaDay, è nato sulle esibizioni teatrali, è nato sui paradossi e sul paradosso di un comico che diventa politico. È nato perché il nostro Paese è malato ed era talmente malato che qualsiasi cosa si fosse presentata in alternativa allo stato di cose presente sarebbe stata accettata massicciamente, con movimenti di massa. Tutto questo va detto. Se non ci fosse stato Beppe Grillo nel ticket con Casaleggio senior noi oggi avremmo uno scenario politico completamente diverso.

Quindi il problema sta tutto nel possesso?
Chi non i sa rassegnare al fatto che le proprie creature ad un certo punto devono poter camminare di energie proprie e di luce proprie diventa un mito della propria creatura. Grillo ha fatto e sta facendo una serie di Vaffa a sé stesso. Ha messo in campo una strategia boomerang che punta a cancellare quello che ha prodotto di buono e di cattivo. Secondo me infatti c'era anche molto di buono nella funzione che i 5S hanno svolto in Italia, non ultima la loro capacità nel fermare una marea di protesta che si sarebbe portata probabilmente molto più a destra, mettendoci al riparo da avventure populiste di estrema destra e dando vita ad un populismo di centro. Oggi Grillo fa male a sé e agli altri.

Perché la creatura, il M5S non riesce a fare a meno di Grillo e ha bisogno di un avvocato pugliese?
Perché non ha una vera classe dirigente. E capita che chi viene pescato a caso diventi presidente del Consiglio. Il Movimento 5 Stelle è cresciuto alla velocità della luce tirando dentro di sé di tutto, compresa una infinità di dilettanti allo sbaraglio. Di per sé il ricambio della classe politica non è un male. Ma un ricambio che a fronte di un successo di decine di punti percentuali di voti seleziona invece un numero di persone che sono state furbe a salire sul carro per i più svariati motivi di interesse personale, genera un partito che si gonfia a dismisura portandosi un sacco di zavorra. Non hanno una presenza territoriale, non hanno personale politico articolato e hanno un personale politico centrale che o si è molto velocemente professionalizzato, nel senso più deteriore del termine, oppure non è in grado di giocare alle regole del gioco.

Eppure, almeno ufficialmente, Grillo sostiene di voler riportare il M5S alle origini…
È un partito in preda alle convulsioni di una persona per certi versi anche patetica nella sua incapacità di controllare le proprie azioni e nel considerare le conseguenze di queste azioni. Le conseguenze non sono riportare il Movimento alla purezza originale pur con un ridimensionamento ma cancellarlo definitamente. Almeno così mi sembra.

L'ultima tappa di questo rapporto difficile tra Grillo e Movimento è stata la giravolta nei confronti di Conte…
A questo mi riferivo quando dicevo che Grillo sta facendo del male a sé e agli altri. Intanto perché non si invita una figura come Conte ad assumere dei ruoli di dirigenza politica per poi silurarlo. È un comportamento che va contro a qualsiasi regola non di politicamente corretto ma di coerenza e logica politica. È uno dei primi passi verso l'autodistruzione.


Photo by Liwax on Flickr


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