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Attivismo civico & Terzo settore

5 per mille, si apre l’era della trasparenza

Uno strumento che nell’anno del Covid ha dimostrato la sua fondamentale importanza. Una misura che è ancora sottoutilizzata prima da parte delle organizzazioni prima che da parte dei cittadini. Per potenziare la possibilità di reperire risorse con il 5 per mille la trasparenza e il rendere visibile ciò che si è fatto sono un’opportunità fondamentale

di Sara De Carli

Il racconto oltre il rendiconto, all’insegna della trasparenza: è questa la principale chiave che le organizzazioni hanno per non perdere l’enorme opportunità rappresentata dal 5 per mille. Si tratta di uno strumento che nell’anno del Covid ha dimostrato – se ancora ce ne fosse stato bisogno – la sua fondamentale importanza, “ossigeno” che ha sostenuto la risposta nell’emergenza e nella ripartenza, rafforzando la coesione sociale del Paese.

La novità per quest’anno, contenuta nel DPCM del 23 luglio 2020 all’articolo 16, è il fatto che le organizzazioni dovranno raccontare ai cittadini come hanno speso il 5 per mille in una relazione illustrativa da pubblicare sui loro siti. Gabriele Sepio, docente di diritto tributario; Daniela Morlacchi, presidente della Commissione Enti no profit e cooperative sociali dell’Ordine dei Commercialisti di Milano e Giovanna Paladino, senior director del Fondo di Beneficienza di Intesa Sanpaolo hanno ragionato di questa novità nel webinar promosso da VITA, anche alla luce del fatto che solo un contribuente su tre nel 2020 ha destinato il suo 5 per mille e che le firme sono state circa 600mila in meno rispetto al 2019 pur avendo comunque “sfondato” il tetto di 520 milioni di euro fissato.

«Serve una comunicazione che incentivi all’utilizzo di questa misura che ha un enorme potenziale ma che è ancora poco conosciuta. Uno scarso utilizzo prima che da parte dei contribuenti da parte delle organizzazioni, soprattutto per motivazioni che sono state oggi superate a cominciare dai lunghi tempi di attesa: oggi l’Agenzia delle Entrate pubblica i risultati entro sette mesi dalla chiusura delle dichiarazioni, non occorre più attendere due anni. Per le dichiarazioni dei rediti legate all’esercizio concluso il 31 dicembre 2020, ad agosto verranno erogate le somme superiori ai 500mila euro e poi le altre più o meno a novembre»: questo l’invito del prof Gabriele Sepio alle organizzazioni. «La trasparenza è un passaggio fondamentale, con l’obbligo di rendiconto entro un anno dal momento in cui l’ente riceve le somme. Insieme al rendiconto va fatta una relazione illustrativa, uno strumento con un potenziale importante: ricordo che nel lavoro propedeutico alla riforma del Terzo settore e quindi anche del 5 per mille era emersa una grande sfiducia da parte degli italiani rispetto all’utilizzo delle risorse, siamo un popolo molto generoso ma che nutre sfiducia, dovuta alla mancanza di trasparenza. Per potenziare la possibilità di reperire risorse col 5 per mille quindi la trasparenza e il rendere visibile ciò che si è fatto con il 5 per mille è un’opportunità fondamentale».

Siamo un popolo molto generoso ma che nutre sfiducia, dovuta alla mancanza di trasparenza. Per potenziare la possibilità di reperire risorse col 5 per mille quindi la trasparenza e il rendere visibile ciò che si è fatto con il 5 per mille è un’opportunità fondamentale

Gabriele Sepio

Per Daniela Morlacchi, presidente della Commissione Enti no profit e cooperative sociali dell’Ordine dei Commercialisti di Milano, «la trasparenza permetterà ai singoli contribuenti di essere più informati, ma è difficile pensare che il singolo cittadino vada sul sito della singola organizzazione per verificare la bontà dell’ente. È l’ente che deve comunicare questa trasparenza, penso soprattutto gli enti di piccole e medie dimensioni, che sono molto utili nelle piccole comunità: un cittadino che si fida di una associazione poi sarà più orientato a destinare anche il 5 per mille. La sfida quindi oggi è quella di farsi conoscere e convincere il contribuente della bontà della propria azione. La funzione dei commercialisti – molti sono anche consulenti per le non profit – è anche quella di far comprendere ai piccoli enti quanto è importante raccontarsi».

Conferma l’importanza del saper narrare il proprio progetto anche Giovanna Paladino, senior director del Fondo di Beneficienza di Intesa Sanpaolo: «È qualcosa che valutiamo con attenzione. Saperlo narrare, saperlo rendicontare dal punto di vista qualitativo e quantitativo, essere estremamente trasparenti. Il Terzo settore sotto questo aspetto soffre ancora di una mancanza di professionalizzazione, c’è moltissimo entusiasmo ma una narrativa confusa, piena di orpelli, solitamente non porta a nulla. Questa narrazione deve fare un salto in avanti, necessariamente».


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