Famiglia & Minori

Centri estivi, che pasticcio in Lombardia

Le domande di Comuni e altri ambiti territoriali, che con i 10 milioni di euro previsti avrebbero potuto finanziare anche le attività organizzate dalle parrocchie negli oratori, dovevano essere presentate sull’applicativo online predisposto dalla società regionale Aria. Ma qualcosa è andato storto. Non una, ma due volte. In allegato la documentazione relativa alla seconda versione del bando e l'elenco dei comuni inclusi ed esclusi

di Luca Cereda

La procedura per aggiudicarsi i contributi per i centri estivi comunali in Lombardia va rifatta. Da zero. Perché dopo gli errori nei bandi per acquistare i vaccini antinfluenzali l’inverno scorso e i disagi causati alla campagna vaccinale anti-Covid lombarda, fino all’avvento del portale supportato da Poste, Aria spa (Azienda Regionale per l'Innovazione e gli Acquisti) colpisce ancora. Questa volta il bersaglio sono i bambini lombardi e le loro famiglie. A causa di nuove disfunzioni nei suoi sistemi informatici, fa sapere Regione Lombardia, bisogna fare carta straccia del “Bando Estate Insieme” che si era appena chiuso per l’assegnazione di 10 milioni di euro da destinare a Comuni per i centri estivi frequentati da bambini e ragazzi. E così chi sta avviando proprio in questi giorni un servizio utilissimo per le famiglie, non può più se potrà mai contare su quelle risorse

Aria colpisce ancora, questa volta il “bersaglio” sono i bambini
L’iniziativa è nata per “sostenere attività finalizzate a promuovere la socialità e il benessere dei minori e limitare gli impatti negativi derivanti dall’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19”. Le domande di Comuni e altri ambiti territoriali, che con questi fondi possono finanziare anche le attività organizzate dalle parrocchie negli oratori, dovevano essere presentate sull’applicativo online predisposto dalla società regionale Aria a partire dallo scorso 31 maggio fino al 10 giugno.

«Il criterio era quello del chi prima presenta il progetto prima si aggiudica i fondi, fino al loro esaurimento. Tuttavia nelle prime ore di operatività del sistema informativo, ha scritto il 15 giugno la Regione a Comuni e altri ambiti territoriali, numerosi enti hanno segnalato anomalie e disfunzioni che hanno impedito o condizionato le tempistiche di presentazione della domanda. Disfunzioni che sono state confermate dalla società Aria spa che gestisce l’applicativo», spiega Fabio Pizzul, capogruppo del Pd in regione. Per questo la Regione ha scritto questa nota: «Al fine di garantire parità di condizioni di accesso a tutti i soggetti interessati, si è ritenuto opportuno procedere all’annullamento della procedura». Annullamento avvenuto il 14 giugno, con una delibera della giunta Fontana.

Bando uno e bando due: è caos
C’è un ulteriore problema. Al primo, creato con l’annullamento del “Bando Estate Insieme”, e con la mancata erogazione dei fondi ai Comuni che avevano vinto il bando e aspettavano i soldi per dare il via alle attività estive, spesso appaltate anche agli oratori, ormai iniziate, ce n’è un altro. Perché il bando è stato rifatto e nel giro di tre giorni hanno partecipato 678 Comuni. Ma il finanziamento è arrivato solo a 136, ovvero quelli che avevano inviato la domanda entro i primi 19 minuti dall’apertura. Risultato? In 523 sono stati “ammessi ma non finanziati”. Una pacca sulla spalla. Ma se rifai una misura del genere e finanzi meno di un terzo delle realtà che hanno partecipato, c’è qualcosa che non va. «Alcuni Comuni che hanno ottenuto il finanziamento nel primo bando, ora sono esclusi – continua il consigliere di opposizione Fabio Pizzul – per questo abbiamo presentato una mozione votata positivamente in aula anche da consiglieri della maggioranza». Tanto che si sollevavano malumori da parte di sindaci di ogni orientamento politico.

A Cremona e Ambivere (Bg) le stesse risorse. Perché?
C’è altro? Sì, un esempio: nel secondo bando un Comune capoluogo di Provincia come Cremona ha ricevuto 190mila euro. I potenziali destinatari del servizio sono potenzialmente 10mila. Un Comune piccolo come Ambivere, 2.500 abitanti nella bergamasca, con un potenziale di 372 destinatari dei servizi estivi, ha ricevuto 180mila euro. Qualcosa non funziona. Certo, gli enti locali dispongono dei soldi del Ministero della Famiglia, ma Regione lombardia, con i suoi 10 milioni copriva almeno una parte dei 40 milioni che servirebbero per tutte le spese dei centri estivi regionali.

La mozione approvata chiede quindi di rimodulare le assegnazioni per coprire tutte le domande ammesse e non finanziate, prevedendo eventualmente ulteriori fondi e introducendo criteri di equità rispetto alla platea dei potenziali destinatari e alle dimensioni dei singoli Comuni. «Abbiamo chiesto anche regole più eque e procedure più corrette, ma soprattutto una risposta a quei tanti Comuni che sono stati tagliati fuori pur avendo tutte le carte in regola per ottenere un sostegno per un’attività tanto importante, a maggior ragione dopo le restrizioni dovute alla pandemia», conclude Pizzul.


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