Economia & Impresa sociale 

A bordo di un veliero, ai piedi di un ghiacciaio: così si sperimenta la Terapia dell’Avventura

A settembre i ragazzi della scuola professionale Galdus di Milano andranno a scuola alle pendici del Monte Bianco, con gli alpini; e per mare, a bordo del veliero Nave ITALIA, con la Marina Militare. Sperimenteranno quella che si chiama la “Terapia dell’Avventura”: impareranno ad andare oltre i propri limiti senza farsi frenare dalla paura; torneranno a sentirsi parte di un gruppo, ognuno con le proprie peculiarità

di Sabina Pignataro

Niente aule buie, lavagne di ardesia, lim, banchi con le rotelle. A settembre, alcune studentesse e alcuni studenti della scuola professionale Galdus di Milano andranno a scuola in montagna, alle pendici del Monte Bianco, con gli Alpini; e per mare, a bordo di Nave ITALIA, il veliero della Fondazione Tender To Nave Italia una onlus costituita nel 2007 dalla Marina Militare e dallo Yacht Club Italiano.

«Grazie ad un bando di Fondazione Cariplo, il villaggio alpino di Arpy e il brigantino Nave ITALIA si trasformeranno in un’incredibile palestra di apprendimenti, e in un luogo privilegiato per il confronto mediato tra pari, rendendo i bisogni e le risorse di ciascuno davvero speciali», spiega Davide Ferrazzi, formatore esperto di disturbi dell'apprendimento e consulente per i Bisogni Educativi Speciali della scuola Galdus.

In Valle d’Aosta, con gli alpini
Nella prima suggestiva location, in località Arpy (1700 metri, Aosta), ai piedi del Monte Bianco, ventidue alunne e alunni del secondo anno del corso di operatore del Verde, avranno occasione di apprendere dagli istruttori e dai volontari del Corpo Nazionale degli Alpini i segreti dell'ambiente montano e della sicurezza in alta quota con gli istruttori della Scuola Alpini di Aosta.
Orienteering, trekking, costruzione campo tende in quota, sicurezza in montagna, sono solo alcuni esempi delle possibili “sfide” che verranno loro proposte.
Il programma prevede che si parta al mattino dall'Ostello e dopo la ripida ascesa fino al Colle San Carlo, il sentiero diventa pianeggiante e molto largo. Da lì ci si inoltra nel bosco di conifere interrotto costantemente da paesaggi mozzafiato fino a raggiungere la meravigliosa conca che ospita le acque gelide del lago

Sul Tirreno, a vele spiegate
A fine settembre, un altro piccolo gruppo di studenti della scuola Galdus, del settore ristorazione, si imbarcherà a La Spezia sul veliero Nave ITALIA, il brigantino più grande del mondo: 61 metri di lunghezza e 1300 metri quadri di superficie velica.
Per cinque giorni, ragazze e ragazzi sfideranno vento, onde, turni di guardia e attività che li porteranno a scoprire dentro di sé energie inattese e la capacità di fare, imparare, condividere. «I ragazzi sono stati scelti con un processo molto complesso che ha cercato di tenere insieme due criteri apparentemente inconciliabili: un meccanismo premiante per chi ha fatto di tutto per reagire e resistere alle difficoltà, e un meccanismo tutelante per chi è andato maggiormente in sofferenza», spiega Ferrazzi, che salirà al bordo con loro.

In ogni momento, si lavora, si gioca, si pranza, si impara, si vive. Sempre insieme.
A turno, c’è chi luciderà gli ottoni del ponte e i boccaporti, chi imparerà a timonare, chi a issare, ammainare e manovrare le vele, agli ordini del Comandante e del Nostromo.
Una delle attività più emblematiche di questo percorso di educazione e crescita è la “salita a riva”, cioè la scalata dell’albero di trinchetto fino a 10 metri di altezza.

Un’incredibile palestra di apprendimenti
«I vantaggi si rilevano su molti fronti», chiarisce Ferrazzi, che ha alle spalle decenni di esperienze di questo tipo. «Alcuni manifestano immediatamente il valore trasformativo dell’esperienza, tanto da essere positivamente “irriconoscibili” al ritorno a casa e a scuola. Altri ne traggono spunti di riflessione (sia cognitivi che emotivi) sul proprio essere unico in mezzo agli altri , tanto da imparare a considerare i Bisogni educativi speciali come caratteristiche e non come disturbi o deficit. In quasi tutti è comune il desiderio di spingersi oltre i propri limiti senza farsi frenare dalla paura di non riuscire».

Per tornare a fare comunità, dopo la Covid
Quest’anno, inoltre, i progetti e le metodologie proposte, che hanno alle spalle quasi due decenni di esperienze di successo, assumeranno, dopo le fatiche del distanziamento sociale, anche un forte valore socioeducativo. «La ripresa, oltre che dell’anno formativo, sarà anche delle capacità di relazionarsi, di comunicare, di esercitarsi nella relazione, nella collaborazione in presenza, sentendosi parte di un gruppo, ognuno con le proprie specifiche caratteristiche», evidenzia Ferrazzi.

La ripresa, oltre che dell’anno formativo, sarà anche delle capacità di relazionarsi, di comunicare, di esercitarsi nella relazione, nella collaborazione in presenza, sentendosi parte di un gruppo, ognuno con le proprie specifiche caratteristiche

Davide Ferrazzi

I 21 ufficiali e sottufficiali non sono nuovi a queste esperienza. In quattordici anni sono saliti a bordo di Nave ITALIA più di ottomila giovani e adulti resi fragili da disabilità o disagi fisici, psichici o sociali. Alcuni hanno le cicatrici di tumori aggressivi, altri portano i segni di disabilità fisiche, altri ancora soffrono di malattie genetiche (come fibrosi cistica o spina bifida) o disabilità cognitive. (Ogni organizzazione non profit, scuola o istituzione può presentare il proprio progetto compilando un apposito modulo).

La Terapia dell’Avventura
Entrambi i gruppi sperimenteranno una declinazione particolare della Terapia Dell'avventura, (Adventure Therapy), una forma di terapia esperienziale che si attua attraverso la navigazione a vela o la permanenza in montagna, che è praticata da diversi anni negli Stati Uniti per la riabilitazione fisica, cognitiva, emotiva e sociale. E che viene proposta in Italia con successo a gruppi di persone di ogni età affette da malattie particolari, da disabilità, da disagio psicosociale profondo.
«Il metodo non punta a rimediare a deficit, ma pianifica la costruzione dei punti di forza di ciascun partecipante, rimuovendo lo stigma della parola “terapia”, e il concetto di malattia che si porta con sé», spiega Paolo Cornaglia Ferraris, per 20 anni a capo dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, da tutta la vita a disposizione dei più piccoli, Direttore scientifico Fondazione Tender To Nave ITALIA.

Cornaglia Ferraris è anche fondatore di Camici & Pigiami, la onlus che a Genova (in una ex-bottega in mezzo ai vicoli del centro storico), dal 2002, gestisce un ambulatorio gratuito per bambini in condizioni di povertà o privi di assistenza sanitaria o permesso di soggiorno. I pediatri che ci lavorano sono specialisti in attività oppure in pensione. Gli stessi volontari, poi, dal 2017 accompagnano in montagna persone con disagio e disabilità dedicando loro un progetto di Terapia dell’Avventura. Sempre ad Arpy, con gli alpini.

In apertura, una foto del veliero Nave ITALIA.
Foto di Fondazione Tender To Nave ITALIA


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