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Un Manifesto per la ripartenza delle biblioteche

Sono 7.425 le biblioteche aperte al pubblico, una ogni 8.000 abitanti, Presentato oggi alla Camera dei Deputati, il documento dell'Associazione italiana biblioteche chiede ai decisori di non abbandonare questi fondamentali presidi di cittadinanza e cultura

di Marco Dotti

Le biblioteche sono un asse portante del nostro Paese. Cultura, socialità, integrazione, cittadinanza passano dalle biblioteche e sono solo alcuni degli ambiti in cui questa istituzione può portare il proprio contributo. Per questo, in un momento delicato, è importante non sottovalutare il contributo che le biblioteche possono dare per superare le ultime insidie della crisi.

Parte da questa evidenza il Manifesto per la ripartenza delle biblioteche italiane. Un documento in sette punti lanciato dall’Associazione italiana biblioteche (Aib), nel corso di una conferenza stampa alla Camera alla quale hanno preso parte le deputate Flavia Piccoli Nardelli e Rosa Maria Di Giorgi, membri della commissione Cultura.

Sono 7.425 le biblioteche aperte al pubblico, una ogni 8.000 abitanti, escluse le biblioteche scolastiche e universitarie. Le biblioteche censite dall'Istat hanno registrato complessivamente 50 milioni di accessi fisici, una media di 8.500 visite per biblioteca e 837 accessi ogni 1.000 abitanti, con 8 milioni di utenti attivi sempre ogni 1.000 abitanti. Esiste almeno una biblioteca nel 58% dei comuni, con 18.600 addetti in totale, di cui circa 11.000 (il 59%) in possesso della qualificazione professionale di bibliotecario.

Si tratta dell’infrastruttura culturale più estesa e più utilizzata di tutte le altre, dai musei ai cinema, e di una delle reti di servizi pubblici o di pubblica utilità più capillare. Ma il 58,3% di queste biblioteche si trova al Nord, dove si registrano anche gli orari di apertura più estesi, la maggiore dotazione di personale, sedi e attrezzature e le più alte statistiche d’uso, mentre solo il 17,5% e il 24,2% si trovano rispettivamente al Centro e al Sud.

Inoltre, secondo i dati Istat riportati dall'Aib, nel 2019, 4 addetti su 10 erano in servizio part-time e il 49% di loro operava come volontario.

Nel 2020, una biblioteca su tre di quelle censite dall'istat ha chiuso. Spiegano dall'Aib che «quelle che sono riuscite a restare attive e che, prima della pandemia, disponevano di sufficienti risorse e tecnologie, hanno moltiplicato la loro offerta di contenuti e servizi a distanza e in non pochi casi persino domiciliari, dimostrando tra l’altro di essere una delle risorse più avanzate a sostegno della cittadinanza attiva e della cittadinanza digitale».

Le biblioteche, insistono i bibliotecari, «o sono aperte o non sono: sono strutture relazionali, servono ai cittadini di tutte le età, condizioni sociali, cultura e livelli di apprendimento, per informarsi, apprendere, fare ricerca, lavorare, incontrarsi, condividere attività e interessi, partecipare alla vita culturale».

Da qui l'appello lanciato a tutti «coloro che, a tutti i livelli, hanno responsabilità di indirizzo, di governo o di gestione in materia di biblioteche e servizi culturali di considerare la ripartenza e il potenziamento del servizio bibliotecario pubblico una priorità assoluta per la ripresa nazionale, impegnandosi a fare ciascuno la propria parte per questa finalità».


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