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Reddito di cittadinanza: oltre le dichiarazioni ad effetto, c’è qualcuno che vuole migliorarlo davvero?

Gianmario Gazzi: «L’elenco di cose da fare per migliorare il Reddito di Cittadinanza è lì fin da quando la misura è stata decisa, ma l’unico obiettivo oggi sembra quello di colpire una misura di Welfare di cui il Paese non può fare a meno. Perché i poveri c’erano e ci sono».

di Redazione

«Da una parte la difesa ad ogni costo, dall’altra la demolizione con dichiarazioni che servono soltanto a fare titolo. In mezzo… il nulla. Mentre la povertà non è stata abolita, né è stato trovato lavoro a chi non l’aveva»: così il presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali, Gianmario Gazzi, attacca la polemica politica su Reddito di Cittadinanza, volta «alla sola ricerca di visibilità, non di soluzioni» e rilancia il modello del REI, lo strumento di contrasto alla povertà – il primo in Italia – che il governo giallo-verde aveva abolito in fretta e furia per poter mantenere le proprie promesse elettorali.

«L’elenco di cose da fare per migliorare il Reddito di Cittadinanza è lì fin da quando la misura è stata decisa, ma l’unico obiettivo oggi sembra quello di colpire una misura di Welfare di cui il Paese non può fare a meno. Perché i poveri c’erano e ci sono. Perché spesso, come sosteniamo da sempre, non è la mancanza di lavoro a determinare la condizione d’indigenza, ma biografie pesantissime e norme punitive come quella che permette la percezione del RdC soltanto agli stranieri residenti in Italia da almeno 10 anni».

Continuare a parlare di «RdC uguale a metadone» non serve a nulla. «Non se ne può più di sentire dichiarazioni come queste, che mostrano una totale ignoranza delle condizioni dei più fragili. Per mettere in campo provvedimenti di sviluppo bisogna attuare politiche attive del lavoro, vigilare perché non si facciano contratti da fame, combattere il lavoro nero. Per sostenere chi è povero, bisogna investire nei servizi e far sì che ogni situazione sia valutata per quello che è, senza criminalizzare chi per mille ragioni non ce la fa. C’è qualcuno che vuole farlo davvero o vogliamo continuare a riempire media vecchi e nuovi di titoli ad effetto?».

Foto Unsplash


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