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Education & Scuola

A Bologna gli studenti costruiscono il loro futuro insieme ai docenti

Il liceo Malpighi ha costruito un career service dove gli insegnanti guidano gli studenti attraverso le scelte per il loro futuro tra università e lavoro. Siamo andati a conoscerlo

di Luca Cereda

«La scuola deve avere il compito di formare la personalità degli studenti attraverso un percorso che costruiamo insieme a loro, accompagnandoli nelle scelte per il presente e il futuro». Non solo formazione didattica, ma anche umana: è questo l’obiettivo del “career service” del Liceo Malpighi di Bologna (una delle esperienze che raccontiamo nel numero di Vita magazine in distribuzione), come spiega Matteo Paoletti il docente referente del servizio.

In questa scuola bolognese è il ruolo dell’insegnante ad essere il perno di questa rivoluzione: il career service è costituito da 10 insegnanti che non sono solo docenti, ma svolgono in modo organico anche la funzione di educatori per le scelte future degli studenti.

Al Malpighi ritengono sia fondamentale, nel percorso educativo dei ragazzi, cambiare il tradizionale rapporto di subalternità degli studenti ai docenti. I professori non sono solo insegnanti di contenuti, ma – senza sostituirsi ai genitori, o agli amici – hanno un ruolo attivo di affiancamento degli studenti per il confronto dinamico dedicato a orientare le scelte intraprendere per il futuro.

Come cambia il rapporto studente-docente con il career service
«Se gli studenti hanno stima del professore, e se i docenti sono disposti ad averla nei ragazzi guidandoli a crescere sia come persone che come studenti, è allora i percorsi di crescita, educazione e formazione sono davvero efficaci. L’umanità, la comprensione e il sostengo non solo tra compagni di classe, ma anche nel facilitare l’insegnamento al docente è quello che ha salvato la scuola in questi due anni di pandemia e di distanza fisica e psicologica», continua ancora il professor Paoletti che va al cuore dell’idea semplice e al contempo originale di vivere il rapporto principale della scuola, quello tra gli studenti e gli insegnanti, nel liceo bolognese. Infatti i docenti che curano il career service non si rivolgono solo ai ragazzi dell’ultimo anno, ma anche a quelli del triennio, così togliamo pressione psicologica nell’anno della maturità e guidare al contempo le scelte per il futuro. «Per questo motivo per i ragazzi progettiamo ogni settimana incontri di counseling individuale per capire che tipo di scelte personali, di studi e lavoro, possa renderli felici».

I servizi dedicati al dare agli studenti i “mattoni” per costruire e orientare il loro futuro
Questo servizio permette agli studenti di orientarsi nel mondo dell’università e lavorativo sulla base delle loro attitudini. Sono nati così percorsi di tirocinio e scambi con aziende italiane e all’estero e una newsletter che i docenti producono sulle caratteristiche specifiche delle università italiane e straniere. «Inoltre abbiamo attivato – aggiunge orgoglioso di questo servizio il referente del career service del Malpighi – la comunità degli ex alunni che raccontano agli studenti la loro esperienze universitaria e il loro mondo del lavoro, con il realismo che la pandemia ha reso necessario, ma anche per evitare che essa restringa gli orizzonti e i sogni dei ragazzi».
Gli studenti quindi sono al centro della progettualità di questo servizio dedicato ai ragazzi, i quali sono il valore profondo che la scuola non produce ma aiuta a plasmare e a emergere anche grazie alle scelte verso cui indirizza e le porte che apre «o quantomeno le socchiude. Per questo sottolineiamo sempre come il voto per una verifica sia una definizione di quella particolare prova, non un giudizio sulla persona. Con questo servizio vogliamo rendere felici i ragazzi, permettendogli di lavorare e anche studiare secondo le loro attitudini e qualità. Un nostro obiettivo è togliere dalla loro testa che esistano percorsi di serie “A” e di “B”, ma che esistono percorsi che valorizzano le loro capacità», continua il professor Paoletti che aggiunge: «Spesso ci troviamo a ragionare anche con i famigliari su questo, sulle ambizioni che hanno per i figli che capita diventino trappole o vincoli. Ma una volta che il percorso di curiosità parte da dentro il ragazzo, allora nessuno lo può più fermare».

Il futuro è 4.0 anche nel post-pandemia
In questo cambio di paradigma che il liceo bolognese sta sperimentando rispetto al ruolo dell’insegnante nel futuro dello studente, c’è un’ulteriore componente: «Consentiamo ai docenti del career service di disporre di alcune ore di lavoro per aggiornarsi sulle università italiane e straniere, ma anche su corsi professionali e di avvicinamento al mondo del lavoro che possono essere interessanti per i ragazzi».
È innegabile che la pandemia abbia ristretto una gran parte degli orizzonti e delle aspettative dei ragazzi, però «la tecnologia è diventata strumento. Le università si sono messe in comunicazione con noi scuole superiori cosa che prima non facevano. Ma c’è altro, il nostro liceo linguistico e scientifico nel passato attivava tirocini solo sul territorio, in questi due anni non si è potuto fare, ma abbiamo attivato percorsi formativi di grafica e design con tra le migliori start up al mondo che è milanese. Ed è stato possibile facendo restare gli studenti a Bologna e i loro tutor a Milano».
Un esperienza che continuerà anche quando la pandemia sarà alle spalle, così come, si augura Paoletti, i contatti tecnologici per accorciare le distanze come quello che ho reso possibile con una studentessa interessata ad un corso a Bruxelles e con cui abbiamo realizzato un incontro councelling a distanza con Bruxelles con una mia che aveva studiato solo qualche anno fa proprio lì». Perché non tutto quello a cui ha costretto la contingenza della pandemia deve essere dimenticato nel giro di pochi mesi.


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