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Storie di successo al contrario: l’insuccesso come chiave per farcela

«Scoraggiarsi non è mai la risposta da trovare», con queste parole la giornalista Cristina Rosso apre gli audio di "RetroUtopia" in cui ha incontrato sei personaggi oggi famosi, ciascuno nel proprio campo, da Davide Oldani a Peter Gomez che hanno aperto e chiuso la prima stagione. Uomini e donne che hanno trovato negli stop e nei momenti critici della vita il loro punto di svolta

di Antonietta Nembri

Che cosa hanno in comune il pluristellato chef Davide Oldani, Guido Catalano poeta contemporaneo, Michela Giaraud stand up commedian, il poliedrico Ascanio Celestini, Giusy Versace ex atleta paralimpica e oggi parlamentare e il direttore del Fattoquotidiano.it, Peter Gomez? Apparentemente nulla se non il fatto che sono tutti uomini e donne noti e di successo. Ma grazie al Podcast “RetroUtopia”, ideato dalla giornalista torinese Cristina Rosso, possiamo conoscere come i traguardi raggiunti oggi siano nati da condizioni difficili, passi falsi, errori, difficoltà economiche o sociali e anche da alcune porte in faccia. Obiettivo di Rosso è raccontare come le difficoltà possano essere trasformate in occasione per cambiare strada e reinventarsi. Insomma come il “piano B” di una vita sia diventato il piano del successo.


Il dietro le quinte del Podcast Retroutopia. In alto Cristina Rosso con Peter Gomez, in basso con Davide Oldani e Ascanio Celestini

Ma perché raccontare personaggi di successo facendo un focus proprio sui momenti no, sugli stop subiti nella vita prima di arrivare al successo? «L’idea mi è venuta nel novembre dello scorso anno, per me il periodo più buio è stato il secondo lockdown, in quel momento si contavano tanti decessi e l’unica cosa che ci poteva far ripartire era attendere i vaccini», ricorda Cristina Rosso che nel suo lavoro di giornalista e ufficio stampa si occupa di digitale e Terzo settore. «Attorno a me vedevo persone che cercavano un modo per creare un mutuo soccorso, altri che si mettevano a disposizione delle persone fragili e mi chiedevo che cosa potessi fare. È in quel momento che mi sono resa conto che la mia abilità, la mia arma è quella di raccontare delle storie. Scrivere un libro l’ho subito considerata un’ambizione esagerata. Ho pensato a qualcosa di più rapido per poter portare un po’ di speranza, un guizzo, un’idea per ripartire».

Da qui la scelta del Podcast, uno strumento veloce, ma al tempo stesso, spiega «un mezzo che facilitasse la riflessione in questo tempo interlocutorio che stiamo vivendo. E ho scelto di raccontare la storia di persone già note e che nella loro vita professionale avevano dovuto ripartire e ho pensato che dovevano essere di diversi settori» precisa.

«Riconoscere un valore tangibile a ostacoli e battute d’arresto, riconvertite in un volano per l’accesso a nuove sfide e opportunità», queste le parole di Cristina Rosso al momento del lancio del progetto che svelano anche il ruolo che il lockdown ha avuto nella sua scelta di raccontare i successi personali a partire proprio dalla sua personale presa di coscienza durante le chiusure dell’autunno 2020 «che nulla sarebbe tornato come prima. Durante il lockdown della primavera 2020 ci eravamo illusi, nell’aria si respirava la fiducia dell’ “andrà tutto bene”», ricorda. «Ma durante l’inverno ci siamo un po’ tutti resi conto che il lavoro e il modo di approcciarlo erano cambiati. Stavamo vivendo una situazione complessa e questo mi ha fatto maturare l’idea che sono proprio queste le condizioni che ti spingono a ripensarti, approfittando di una situazione negativa per tirare fuori il positivo e cambiare vita».

Con il Podcast Retro Utopia si scoprono così persone che hanno accettato di condividere la propria esperienza «ogni situazione è diversa, ma al tempo stesso le storie che emergono hanno tutte dei punti in comune: episodi che costringono a ripensarsi. Pensiamo a Davide Oldani» esemplifica «era una promessa del calcio, ma un incidente gli ha stroncato la carriera calcistica e lui da questo episodio è ripartito facendo un percorso sul quale nemmeno lui avrebbe scommesso e oggi è uno chef stellato».
Lo sport era anche nell’orizzonte di Peter Gomez che da giovanissimo sognava di fare l’allenatore di basket. «Nel podcast si racconta di come il successo nasca spesso da tante porte in faccia ricevute anche dalla vita», continua Cristina Rosso. Emblematica anche la testimonianza di Giusy Versace che dopo l’incidente in cui ha perso le gambe si è reinventata come atleta paralimpica, ha partecipato e vinto a Ballando sotto le stelle e oggi è una parlamentare «la sua come le altre testimonianze di questa prima stagione mostrano come un’utopia possa essere solo un punto di vista».

RetroUtopia, la cui parte tecnica di mixing audio e montaggio è affidata a Giulio Pedretti è distribuito su tutte le piattaforme gratuite disponibili: Google Podcast, Spotify, Apple Podcast, Spreaker e anche su Youtube. «E intanto sto lavorando alla seconda stagione» annuncia Cristina Rosso.


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