Le nove priorità per la Calabria

Con una nota stampa, Luciano Squillaci, portavoce del terzo settore calabrese, lancia l' appello ai candidati al governo della regione Calabria «urgente e necessario un forte investimento per accrescere il capitale sociale di tutti i territori della regione, precondizione per una inversione di rotta. Un investimento sino ad ora mai effettuato e realmente perseguito. Chiediamo ai candidati alla carica di Presidente della Regione, e conseguentemente a chi intende ricoprire la carica di Consigliere Regionale, un chiaro segnale di discontinuità nelle modalità di gestione del potere e di risoluzione delle ataviche problematiche calabresi.».

di Redazione

Alla vigilia delle elezioni regionali, Il Forum del Terzo Settore, principale organizzazione di rappresentanza del Terzo Settore operante in Calabria, ha elaborato un documento che individua 9 aree prioritarie sulle quali chiede un impegno concreto ai candidati alla carica di Presidente della Regione ed alle candidate e i candidati al Consiglio regionale. Il documento intende imprimere una svolta al declino della nostra terra, un declino aggravato dalla pandemia.

La crisi pandemica si è infatti abbattuta in maniera devastante sulla regione più fragile dal punto di vista sanitario, economico, sociale ed ambientale del paese. La Calabria ha dovuto affrontare l’emergenza Covid 19 con un sistema sanitario inadeguato, non armonizzato, carente in strutture e mezzi immateriali affossato da circa 15 anni di commissariamento che ha prodotto ulteriore deficit di servizi e risorse. Il mondo dell’associazionismo, del volontariato e del Terzo Settore calabrese si è trovato ad affrontare l’emergenza dovendosi far carico in modo straordinario delle mancanze istituzionali ordinarie.

Il Forum ritiene che nessuna forza politica possa ritenersi assolta per lo sfascio della sanità pubblica calabrese e l’aggravamento socio economico e migratorio. Sfascio che ha causato l’aumento di sfiducia dei cittadini, e soprattutto dei più giovani, nei confronti delle istituzioni ai vari livelli.

In questi ultimi anni le disuguaglianze si sono ulteriormente aggravate colpendo sempre più duramente i ceti deboli e i più giovani. Siamo tra le regioni dell’UE con il più alto tasso di ragazzi tra i 15 e i 29 anni non impegnati nello studio, nel lavoro o nella formazione (NEET).

A distanza di tanti anni riscontriamo che la corruzione, la masso-ndrangheta, e l’illegalità diffusa continuano a rappresentare il principale freno ad un sano e rapido sviluppo.

Assistiamo al quotidiano spreco delle nostre risorse ambientali e culturali, una devastazione continua che sembra rispondere esclusivamente a logiche economicistiche e di potere.

Verifichiamo quotidianamente la fatica delle nostre amministrazioni a superare l’eccessiva burocratizzazione dei procedimenti, ormai imperante ovunque, con conseguenze nefaste su qualsiasi tentativo politico di cambiamento.

E’ ormai strutturale nella nostra regione la carenza di programmazione e l’incapacità di spesa sui fondi europei, in particolare quelli legati al benessere delle comunità.

Pertanto riteniamo urgente e necessario un forte investimento per accrescere il capitale sociale di tutti i territori della regione, precondizione per una inversione di rotta. Un investimento sino ad ora mai effettuato e realmente perseguito.

Chiediamo ai candidati alla carica di Presidente della Regione, e conseguentemente a chi intende ricoprire la carica di Consigliere Regionale, un chiaro segnale di discontinuità nelle modalità di gestione del potere e di risoluzione delle ataviche problematiche calabresi.

Sentiamo il bisogno di una “buona politica” che promuova un reale e concreto partenariato sociale finalizzato all’innovazione. Un partenariato basato sull’applicazione concreta dei processi di co- programmazione e di co-progettazione introdotti dall’art.55 del Codice del Terzo Settore, coinvolgendo le rappresentanze del Terzo Settore nella definizione di politiche regionali sempre più vicine ai bisogni dei cittadini calabresi.