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Quanta CO2 consuma un acero? Ad Acerra la sostenibilità si sperimenta a scuola

Quanta CO2 consuma un acero? E un cipresso? E’ nato all’interno dell’Istituto comprensivo Ferrajolo-Siani di Acerra (Napoli) il progetto di educazione civica Urban Green Challenge (UGC), che punta a diffondere la cultura e la sensibilità in tema di ambiente, sviluppo sostenibile e smart city

di Sabina Pignataro

Cosa potresti fare per migliorare il territorio in cui abiti? E’ stata questa la domanda da cui è cominciato il progetto Urban Green Challenge della scuola media del comprensivo Ferrajolo-Siani di Acerra, in provincia di Napoli che dal 2018 è iscritta nella Rete delle Scuole Green d’Italia.

Scopo dell’iniziativa, promosso dalla docente di tecnologia, Anna Lucia Peluso, con l’aiuto della Dirigente Scolastica Carolina Serpico, è stato quello di diffondere la cultura e la sensibilità negli alunni, come nelle famiglie, in tema di ambiente e sviluppo sostenibile e accrescere il loro senso di Responsabilità, evidenziando l’importanza di prendere in carico il futuro e la tutela e la custodia dell’ambiente e dei beni culturali, per migliorare un territorio ricco di storia e di opportunità ma difficile e già segnato dalla presenza di industrie della petrolchimica e metal meccaniche oltre che dal termovalorizzatore e dallo sversamento e combustione illegale di rifiuti tossici.

«A partire da una didattica dell’impatto ambientale data-driven, guidata cioè dai dati, dallo studio dei cambiamenti climatici e dei suoi effetti, i ragazzi hanno imparato cause e effetti dei cambiamenti climatici e a misurare la propria carbon footprint, determinando quanto il proprio stile di vita sia impattante sull’ambiente e possa contribuire ai cambiamenti climatici», spiega la professoressa Anna Lucia Peluso, che ha frequentato l’omonimo corso UGC del FEM, il primo centro EdTech d'Italia, che forma i docenti alla linguistica computazionale, data science, digital visual arts.

Per valutare quante piante sono necessarie per contrastare le emissioni di CO2 prodotte dal proprio stile di vita, gli alunni hanno costruito strumenti analogici di misura delle piante e implementato le competenze digitali attraverso l’uso di app e webapp utili a fotografare, studiare e identificare le piante e gli alberi del territorio, a calcolare, per ciascun esemplare quanta anidride carbonica è assorbita e quando ossigeno è prodotto. Hanno poi costruito manifesti pubblicitari da distribuire alla popolazione per invogliarli alla tutela del verde urbano e delle piante più in generale.

Insieme, poi, gli alunni hanno provato a immaginare come migliorare la propria città in accordo con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per la realizzazione di città sempre meno inquinanti e sostenibili:

«Secondo me Acerra è un paese che per essere migliorato necessita di più aree verdi e zone dedicata alla movida ,in modo tale che i ragazzi abbiano luoghi dove andare nel fine settimana. Dovrebbero essere rintracciate tutte le zone dove sono sepolti i rifiuti tossici ancora non scoperte e vietare altre sepolture, perché ciò crea area, suolo e acqua inquinati, con problemi con la salute animale e umana. Ci dovrebbe essere un maggiore controllo nelle zone più isolate della città, in modo da garantire la sicurezza dei cittadini e non solo. Ci dovrebbero essere più negozi, soprattutto dedicati alla vendita dei prodotti locali e di nicchia, e creare zone di passeggio dove effettuare anche shopping. Il centro storico dovrebbe essere mantenuto di più e i monumenti storico-artistici-archeologici essere maggiormente pubblicizzati e inseriti in percorsi di turismo lento. C’è bisogno di più civiltà, affinché questa città divenga migliore»,

Il progetto di una studentessa di terza E

«Grazie al progetto i ragazzi hanno migliorato le loro competenze di cittadinanza attiva e sociale, di educazione civica in termini di sostenibilità e soprattutto le competenze digitali e disciplinari», sottolinea la docente.

In apertura, foto di Avinash-kumar By Unsplash


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