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Education & Scuola

Si va “di corsa” verso la robotica, nelle periferie di Milano, Napoli e Catania

“Stringhe: piccoli numeri in movimento” è il nome del progetto promosso dalla Fondazione Mission Bambini che coinvolgerà 2.600 bambini che vivono in periferie con conclamate fragilità di Milano, Napoli e Catania. L’obiettivo: insegnare robotica ed attività sportiva insieme, non in tempi e luoghi separati, ma contemporaneamente

di Sabina Pignataro

Insegnare robotica ed attività sportiva insieme, non in tempi e luoghi separati, ma contemporaneamente, affinché l’apprendimento ne tragga beneficio. Sembra una strada complicata, perché siamo abituati a pensare queste discipline come molto lontane, eppure è proprio questo l’obiettivo di “Stringhe: piccoli numeri in movimento”, il progetto nazionale che coinvolgerà 2.600 bambini di dieci scuole dell’infanzia e primarie delle periferie con conclamate fragilità: Quarto Oggiaro, Bruzzano e Niguarda a Milano; Scampia e Secondigliano a Napoli; Librino a Catania.


Il presupposto teorico di questo progetto, promosso dalla Fondazione Mission Bambini e selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini, è che l’introduzione al pensiero computazionale e l’apprendimento delle abilità sottese al coding e alla robotica educativa siano fortemente facilitati se ancorati ad esperienze reali e sperimentate fisicamente con le azioni del proprio corpo. Il progetto è realizzato a livello nazionale insieme a: CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per le Tecnologie Didattiche, Cooperativa Stripes e Palestra per la Mente, Fondazione Laureus Italia, Avanzi.


I primi due anni di progetto prevedono la raccolta e analisi dei dati relativi alle due tipologie di attività svolte separatamente, mentre nei successivi due anni le attività verranno unite per arrivare ad una nuova metodologia didattica, capace di integrare gli elementi educativi dello sport e del movimento fisico con quelli della didattica digitale.

«L’unione delle due sfere educative permetterà una maggiore acquisizione di quelle competenze relazionali, logico-matematiche, motorie ed emotive fondamentali per lo sviluppo fisico e mentale di ogni individuo, soprattutto nei contesti caratterizzati da povertà educativa diffusa» sottolinea Marina Querciagrossa, docente dell’Istituto Comprensivo Statale “Trilussa” di Quarto Oggiaro (Milano).

«Per ora il progetto è partito in sordina a causa delle limitazioni legate alla pandemia, ma ci aspettiamo che possa decollare durante il 2021/22».

Nel frattempo la scuola sta modificando le aule, facendo spazio a materassi, specchi, cerchi, palle per le attività di psicomotricità; e le palestre per le attività di avviamento allo sport (come basket, calcio, atletica), oltre che aule 3.0 per le attività di coding e robotica educativa.

Lo scorso anno scolastico 7 studenti di quarta elementare del suo Istituto Comprensivo Trilussa sono stati coinvolti in una prima attività, supportando Ivana Di Martino, runner non professionista che dal 2013 corre a scopo benefico, nell’individuare il percorso della sua breve maratona.
«Ai bambini è stata fornita una mappa di Milano su cui studiare il tragitto più veloce. Terminata la parte teorica, hanno testato il percorso grazie all’utilizzo di MatataLab, un piccolo robot specificatamente pensato per l’apprendimento e la messa in pratica del coding: MatataLab ha simulato sulla mappa il percorso permettendo così ai bambini di verificare il lavoro svolto», racconta Querciagrossa.


Il progetto Stringhe, comunque, non si svolgerà solo nelle scuole. Per raggiungere più bambini e famiglie le attività motorie e tecnologiche saranno proposte anche all’interno di spazi di comunità realizzati ad hoc, le “Smart Gym”, che saranno aperte anche ad esterni. Ad accompagnare il processo ci sarà un’équipe educativa composta da consulenti pedagogici, psicomotricisti, educatori digitali.

Al termine dei quattro anni sarà predisposto un modello che permetterà anche ad altre scuole di includere questa metodologia nei propri programmi didattici.


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