Cooperazione & Relazioni internazionali

Greenpass, gli stranieri anche se vaccinati rischiano di rimanere esclusi

«Ci sono ostacoli tecnici e burocratici che rendono difficile o impossibile l’ottenimento del green pass per stranieri e senza fissa dimora», denuncia l'organizzazione umanitaria Intersos. «Abbiamo reclutato figure dedicate, dei Green Pass Officer, per far fronte alle richieste che ci arrivano in 5 regioni, ma le istituzioni devono garantire a tutti l’accesso a questo strumento»

di Redazione

A pochi giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo del green pass nei luoghi di lavoro, per molte persone si sta dimostrando impossibile ottenerlo autonomamente. Si tratta soprattutto di persone titolari di codice STP (Straniero Temporaneamente Presente) o ENI (Europeo Non Iscritto), per i quali scaricare il green pass risulta spesso impossibile. Fra loro ci sono anche tante persone senza dimora, quasi sempre sprovviste di un telefono su cui ricevere l’SMS dal Ministero. Alle difficoltà pratiche si aggiunge poi l’assenza completa di informazioni ufficiali, che aumenta lo spaesamento e la paura di trovarsi senza lavoro, per una fascia di popolazione che già può contare su un livello di tutele lavorative estremamente basso.

Solo nelle campagne foggiane, gli operatori di Intersos hanno assistito oltre 5.000 persone nell’erogazione del green pass, mentre a Roma, dall’introduzione della certificazione sono circa 60 le persone che si sono rivolte ai nostri team per ricevere questo tipo di supporto. “Stiamo supportando le persone che non riescono a scaricare il greenpass sia direttamente, cioè fornendo loro volantini con i passaggi da seguire o supportandoli direttamente nella procedura al banchetto informativo, sia attraverso segnalazione diretta all'ASL e all'hub vaccinale – racconta Daniela Zitarosa, responsabile delle attività di Intersos in Puglia – Una problematica diffusa è il ritardo nell'iscrizione della piattaforma digitale, ma anche una volta superato questo problema non per tutti è possibile scaricare il certificato, per motivi che ancora non riusciamo a identificare”.

Ci troviamo quindi di fronte al paradosso per cui persone che hanno regolarmente completato il ciclo vaccinale rischiano tra pochi giorni di ritrovarsi senza lavoro, con un pregiudizio ulteriore per quelle fasce più vulnerabili, come i lavoratori stagionali impiegati in agricoltura, che hanno bisogno di spostarsi continuamente alla ricerca di lavoro.

Per far fronte a questo bisogno sempre più urgente, Intersos ha deciso di reclutare delle figure ad hoc, dei Green Pass Officer, che stanno supportando le persone nell’ottenimento della certificazione in 5 regioni italiane: Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia.

“L’accesso ai vaccini è un aspetto recente e drammatico del generale problema dell’accesso alle cure per le fasce di popolazione più deboli – dice Cesare Fermi, Direttore della Regione Europa di Intersos – Noi di Intersos lavoriamo quotidianamente per rispondere ai bisogni urgenti emersi in questa pandemia, e l’ottenimento del green pass in tempo per l’accesso garantito al lavoro è solo uno di questi. I nostri Team continuano a lavorare in coordinamento con le ASL regionali in direzione di un accesso universale ai vaccini e, più in generale, alla salute”.


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