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Salute e nuove dipendenze: 4,5 milioni da Fondazione con il Sud

Attraverso il Bando Socio-Sanitario la Fondazione CON IL SUD ha selezionato 11 interventi: cinque progetti per contrastare le nuove dipendenze da gioco d’azzardo patologico e dipendenze dalle tecnologie e sei progetti per contrastare la povertà sanitaria. I progetti sverranno sostenuti complessivamente con 4,5 milioni di euro

di Redazione

Da un lato c’è «l’obbligo morale di aiutare le tante persone che, per situazioni economiche e sociali oggettivamente complesse e spesso drammatiche, non riescono neppure a usufruire di un diritto che spesso diamo per scontato, quello di potersi curare». Dall’altro c’è la volontà di affrontare un fenomeno per certi versi nuovo ma che già colpisce duramente i ragazzi e i giovani: quello delle dipendenze diversificate, incluse quelle da azzardo e dalle nuove tecnologie, che richiedono trattamenti terapeutici dedicati. Così Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione Con il Sud sintetizza il senso del bando socio-sanitario della Fondazione che ha selezionato 11 interventi: 5 progetti per contrastare le nuove dipendenze da gioco d’azzardo patologico e dipendenze dalle tecnologie e 6 progetti per contrastare la povertà sanitaria. Due fenomeni purtroppo molto diffusi nelle regioni meridionali e aggravati dalla pandemia al Sud.

Un cittadino su tre ha difficoltà di accesso al Servizio Sanitario Nazionale per i costi dei ticket e dei farmaci, i lunghi tempi di attesa, le difficoltà a ricevere assistenza, la scarsa informazione e l’eccesso di burocrazia prevista per l’assistenza domiciliare: per rispondere ai bisogni di cura dei cittadini la spesa per il sistema sanitario dovrebbe essere incrementata tra i 20 ed i 30 miliardi di euro. Nel Sud Italia l’indice di buona salute è 3/10 contro il 6,8/10 del Nord. Anche i tempi di attesa aumentano, passando da una media di 35 giorni nel Centro-Nord (ad esclusione del Lazio) ad una di 70 giorni nel Sud Italia. Il bando di Fondazione CON IL SUD vuole sperimentare nuovi servizi e cure contro le nuove dipendenze e arginare la povertà sanitaria nelle regioni meridionali: saranno avviati 11 progetti, sostenuti con 4,5 milioni di euro, che coinvolgeranno 120 organizzazioni partner. Il bando prevedeva la presenza obbligatoria nel partenariato dell’Ente pubblico responsabile dei servizi socio-sanitari del territorio, a garanzia della sostenibilità nel tempo.

Alcuni esempi? A Foggia per tutelare la salute delle persone migranti che vivono in grave condizione di sfruttamento e precarietà abitativa, si consoliderà un servizio di medicina di prossimità con l’attivazione di team mobili socio-sanitari che agiranno nei 7 siti informali con un’unità mobile di Intersos, in raccordo con i servizi sanitari locali e con l’istituzione di un’equipe multidisciplinare che fornirà servizi di orientamento legale e socio-sanitario. A Napoli verranno garantite 9.000 visite specialistiche ambulatoriali, con la presa in carico socio-sanitaria di oltre 1.500 persone in condizioni di povertà sanitaria e 500 anziani per cui si prevede un servizio di affido e orientamento sanitario. A Palermo 240 persone senza dimora verranno agganciate attraverso 3 unità di strada e 4 presidi territoriali e tramite la distribuzione di beni di prima necessità, quali kit igienico-sanitari ed alimentari, si attiveranno interventi di mediazione, ascolto e dialogo con i beneficiari, al fine di conoscere le storie personali, comprenderne i bisogni e tracciare possibili percorsi di miglioramento delle condizioni di vita. Si faciliteranno interventi di supporto all’abitare per 15 soggetti, secondo il paradigma Housing first. Sul fronte delle dipendenze, il Centro Diaconale "La Noce" a Palermo sperimenterà un modello territoriale di prevenzione e presa in carico, dedicato a minori che presentano disturbi da dipendenza da internet e dovuti all’uso eccessivo dei dispositivi tecnologici: lo farà con un servizio ambulatoriale, aperto 3 volte a settimana e gestito da esperti psicoterapeuti, che garantirà contatto precoce, pronta accoglienza, diagnosi e terapie appropriate e contestuale prevenzione delle patologie correlate alla dipendenza da smartphone. L’attività ambulatoriale (ad accesso gratuito o con gettone a seconda dell’utenza) sarà rivolta a minori tra i 9 e i 17 anni e alle loro famiglie, con modalità differenziate in base all’età, per un totale di almeno 200 utenti all’anno. Mentre il progetto A carte scoperte coordinato dal Centro calabrese di solidarietà avvierà 6 centri specializzati nella cura della ludopatia in grado di offrire a persone affette da GAP percorsi di presa in carico.

Complessivamente il contrasto alle nuove dipendenze impegnerà 5 progetti: 2 in Campania (province di Napoli e Caserta), 1 in Sicilia (Palermo), Calabria (Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria e Crotone), Puglia (province di Bari e Barletta-Andria-Trani). Comune denominatore è il coinvolgimento delle famiglie, fondamentale per la risoluzione del problema, attraverso servizi di supporto psicosociale, punti antiusura, babysitting per i figli più piccoli delle persone che seguiranno questi percorsi. Poiché le nuove dipendenze richiedono modelli terapeutici differenti rispetto a quelli di chi fa uso di sostanze, saranno avviati servizi ambulatoriali e centri specializzati.

Per garantire le cure necessarie a chi è in difficoltà, saranno invece avviati 6 progetti: 2 in Campania (province di Napoli e Salerno), 1 in Puglia (provincia di Foggia), Sicilia (Palermo) e Calabria (Catanzaro e Reggio Calabria) e 1 che coinvolgerà sia Puglia che Campania (province di Foggia e Benevento). Tutte le iniziative prevedono il rafforzamento dei servizi sociosanitari territoriali, favorendo logiche di prossimità e domiciliarità. Saranno avviati e potenziati ambulatori solidali, l’assistenza domiciliare e gli interventi di telemedicina, la distribuzione di farmaci e materiale sanitario, unità mobili attrezzate. I servizi permetteranno di rispondere alle esigenze di cura di persone che vivono in situazioni spesso drammatiche e che sono difficilmente raggiungibili, come immigrati e senza fissa dimora, e offrendo sostegno anche ai rispettivi nuclei familiari (ad esempio attraverso la costituzione di centri e struttura residenziale dedicata ai familiari di minori ricoverati per lunghi periodi).


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